Nottetempo, di Francesco Prisco


L’esordio al lungometraggio di Francesco Prisco è un noir con un impianto da road movie. Tutti i personaggi sono spinti da un sentimento di vendetta o di amore, inseguono qualcosa o scappano da qualcuno. In Nottetempo gli eventi si susseguono senza una vera urgenza. Mentre convince la colonna sonora

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È notte. Un autobus va fuori strada e si rovescia. Sopravvive solo Assia, giovane sognatrice che si mette alla ricerca del poliziotto che l’ha salvata, Matteo, a sua volta a caccia di qualcosa e a questo fine disposto ad attraversare l’Italia. Assia si fa accompagnare nel suo viaggio da un cabarettista in declino conosciuto per caso, Enrico. Ma il caso esiste davvero, o le coincidenze sono segni che significano altro?

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L’esordio al lungometraggio del giovane Francesco Prisco è un noir con un impianto da road movie. Tutti i personaggi sono spinti da un sentimento di vendetta o di amore, inseguono qualcosa o scappano da qualcuno. Uniti da una frustrazione che in certi casi li fa essere solidali fra loro, e li costringe a risolvere il passato perché possano affrontare il presente una volta per tutte.
Ciò che occorrerebbe a Nottetempo per raggiungere quella tensione auspicata è una recitazione più solida, unita a una ragnatela di eventi più articolata e credibile. Invece il senso di mistero viene sopraffatto dall’enfasi e dalla retorica, e il simbolismo punteggia il film senza arricchirlo di riflessioni davvero originali. Torna spesso il vetro appannato, che prelude alle fantasticherie di Assia: quasi una finestra sul suo mondo dei sogni.
Ha un ruolo significativo il rugby, «gioco bestiale giocato da gentiluomini»: sport violento per antonomasia, dove però la rabbia viene incanalata in un’etica che Matteo, al di fuori del campo da gioco, non riesce a rispettare. A interpretarlo è un inedito Giorgio Pasotti: non il solito ragazzo simpatico e dalla faccia pulita, ma un ombroso poliziotto che si macchia di stalking. E che risulta troppo costruito e ingessato.
L’elemento più suggestivo è la colonna sonora, in particolare lo struggente brano degli Antony & The Johnsons con cui si chiude il film. Un finale sospeso che suscita curiosità, scostandosi dalla sfiducia generalizzata e lasciando intravedere un gradito spiraglio di ottimismo.

Regia: Francesco Prisco
Interpreti: Giorgio Pasotti, Nina Torresi, Gianfelice Imparato, Esther Elisha, Antonio Milo, Valeria Milillo
Origine: Italia, 2014
Distribuzione: Videa
Durata: 90'

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