"Nove vite da donna", di Rodrigo Garcia

Nove piani sequenza in cui – come nella vita vera – non si può tornare indietro. Frammenti delle vite di nove donne, forse nove frammenti della vita di una sola donna (o del regista): accurati ed appassionati. Ma il cinema vuole sdraiarsi al sole.

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Del dolore e della fatica di vivere. Un quarto d'ora – un brutto quarto d'ora – della vita di nove donne, alle prese con le loro storie personali fatte di stanchezza, di malattia, di depressione, come di paura, di isolamento, di rabbia. Nove veri quarti d'ora, reali più della realtà, autentici come possono esserlo quindici minuti, o poco meno, di pellicola che scorre senza interruzioni. Quindici minuti di imitazione della verità. Nove piani sequenza in cui – come nella vita vera – non si può tornare indietro.
Frammenti delle vite di nove donne, che a vedere bene potrebbero essere nove frammenti della vita di una sola donna, o di un solo uomo, o del regista, che nove volte fa della sua sensibilità un grido soffocato, "Madame Bovary c'est moi". Il lavoro di Garcia, accurato come deve essere un film fatto di pezzi unici, fondato sulla dedizione totale di attori, attrici e tecnici, urla disperatamente una passione per il cinema, come forma d'espressione che aggiunge al racconto la visualizzazione degli stati d'animo.
Ma è il cinema stesso che lamenta, con altrettanta passione, con analoga forza, il desiderio di uscire dagli schematismi, dalla trappola del set, dalla danza della steadycam frenata dalle quattro pareti circostanti; il cinema vuole con forza uscire all'aperto, strofinare il muso e la coda sulla corteccia di un albero, sdraiarsi al sole per incamerarne tutta l'energia radiante, conscio della limitatezza della sua durata e della sua portata. La successione dei nove episodi sembra accorgersi di questa necessità, conducendo lo spettatore dai gelidi, violenti ed angusti spazi di una prigione fino al dorato scintillio dei raggi di un basso sole, passando per altre sette potenti prove di recitazione, richieste da sceneggiature minimali ma quasi mai superficiali; a volte forzate, ma sempre rispettose dell'amplissima costellazione delle sensibilità degli spettatori.
Dalla sala si esce con lo spirito dolente, lo sguardo che evita di incrociare lo sconosciuto che ci sedeva accanto: teme di riconoscervi le stesse angosce.

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Titolo originale: Nine Lives
Regia: Rodrigo Garcia
Interpreti: Robin Wright Penn, Holly Hunter, Glenn Close, Elpidia Carrillo, Amy Brenneman, Kathy Baker
Distribuzione: Mikado
Durata: 114'
Origine: USA, 2005

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