Parte domani la 42a Mostra Internazionale del Cinema di Pesaro.

Nuovo cinema argentino, Esordi Italiani 2000-2006, Pere Portabella, documentari americani…uno guardo sul futuro da una delle manifestazioni più attese dell'anno. Dal 24 giugno al 2 luglio.

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È merito dell'ironia un po' burbera di Giovanni Spagnoletti se la presentazione della 42a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, che si terrà dal 24 giugno al 2 luglio, resiste all'ormai risaputa retorica della "resistenza" (al taglio dei fondi, all'agonia della politica culturale italiana e ad altre catastrofi). L'asciuttezza delle parole del Direttore Spagnoletti, del curatore dell'Evento Speciale Vito Zagarrio, di Bruno Torri (fondatore del festival insieme a Lino Miccichè) e del cineasta argentino Fernando Birri incarna perfettamente lo spirito di una manifestazione che da sempre rappresenta uno sguardo al futuro del cinema e del mondo. Dopo Giappone, Francia, Messico e Corea, è l'Argentina a donarsi alla lente d'ingrandimento del Festival con una ventina di titoli, tra corto-medio-lungometraggi, realizzati negli ultimi cinque anni dagli autori più rappresentativi del paese.  Un cinema dinamico e multiforme, quello argentino, che dall'iperrealismo e dalle poetiche del quotidiano arriva ad abbracciare i percorsi più innovativi del panorama mondiale: i nomi di Pablo Trapero, Lucrecia Martel (giurata all'ultimo Festival di Cannes), Adrian Caetano, Martin Rejtman testimoniano proprio questa polifonia. A completamento della rassegna è prevista una retrospettiva su Fernando Favio, eccentrica figura di cantante e cineasta attivo in Argentina dai primi anni '60 oggi considerato uno dei principali ispiratori delle nuove generazioni. L'Evento Speciale consentirà di appagare una delle nostre quiete perversioni, quella dell'autodafè e dell'autoanalisi a porte aperte, focalizzando l'attenzione sugli Esordi Italiani degli anni 2000-2006. Il titolo "La meglio gioventù", scelto per l'evento da Vito Zagarrio, vuole esprimere forse il paradosso di un cinema che forse fatica a dirsi "nuovo", ma che si dimostra comunque vitale nonostante la sua invisibilità nelle sale (conseguenza di un mancato finanziamento televisivo). La questione posta da Zagarrio è semplice: da un sistema produttivo-distributivo allo sfascio come il nostro, come possono nascere film di innegabile qualità come Ballo a tre passi o Saimir? Nel programma è prevista anche una retrospettiva su Pere Portabella, misconosciuto ma fondamentale cineasta spagnolo, produttore di Bunuel, Ferreri, Saura e Guerin, documentarista nonché autore di lungometraggi dalle forti connotazioni rivoluzionarie e antiborghesi. Portabella sarà presente alle proiezioni e parteciperà a un incontro pubblico. Uno spazio più ristretto ma non marginale è riservato all'esplorazione dei  nuovi linguaggi espressivi; alcuni più legati al documentario, con una selezione di lavori provenienti dagli Stati Uniti, e altri dai contorni più sfuggenti come le produzioni digitali made in Corea e le sperimentazioni prossime alla videoarte di Antonello Matarazzo e Andrea Caccia. Da segnalare il ritorno a Pesaro di alcuni ospiti storici quali Chantal Akerman, Lucian Pintilie e Chris Petit, nonché un ricordo del pesarese Enrico Mattei attraverso due lavori dello svizzero Gilbert Bovay prodotti dall'ENI.

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