Pesaro 50 + 1 – Diario della giornata (2)

Nella seconda mattinata di riflessioni è di scena la critica; il cinema russo alla prova dell’esordio e il cinema francese che coglie il seme della creatività artistica.

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L’oggetto del dibattere della seconda mattinata di incontri di questa edizione del festival di Pesaro è quello della critica di settore così mutata, nel volgere di pochi anni, rispetto ad un passato in cui il rapporto con questa disciplina era solitamente relegata alla diffusione delle riviste cartacee. La rete, come sistema di partecipazione quotidiana ha avuto influenze decisive su questo profilo, con le sue necessarie falle dovute ad una proliferazione di interventi che non sempre aiutano il fruitore a dipanare una matassa che dovrebbe, alla fine, svelare la necessità della critica ragionata, rispetto alla pur legittima opinione su un’opera, un autore o più semplicemente sulla struttura di un festival. Poichè come accade sempre i discorsi non sono fatti per raggiungere una conclusione, anche in queste occasioni si gettano le basi per le future idee in tema.
La giovane regista russa Nigina Sajfullaeva, nella sezione 1416880024_kak-menya-zovut, 2014Sguardi femminili russi, ha presentato il suo film d’esordio Kak menja zovut (Dammi un nome). La storia delle due amiche che vanno a trovare in Crimea il padre naturale di una delle due, scambiandosi però i nomi e stravolgendo la vita all’uomo che sembra si sia rifugiato in un luogo sperduto per farsi dimenticare, si trasforma in un dramma che coinvolge i personaggi mutando le loro iniziali prospettive e rovesciando completamente il loro atteggiarsi e il loro carattere. Dotato di una scrittura non comune e soprattutto di personaggi la cui profondità e spessore psicologico è tutt’altro che superficiale, il film della giovane esordiente russa mette in mostra la capacità di assorbire una tradizione di cinema legato allo studio dei personaggi e alla profondità delle storie, ma nel contempo non si discosta da una contemporaneità che vede la Russia come un Paese in bilico tra tradizione e frutti malati di un neo capitalismo di incerta matrice. Un esordio che è anche frutto di un lavoro collettivo messo in opera da giovani addetti ai lavori a cominciare dalle due attrici la cui prova è stata superata a pieni voti.

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La dolce Siria

La dolce Siria

Nella sezione Eventi speciali il film documentario La dolce Siria del poliedrico artista siriano, ma residente a Berlino, Ammar Al-Beik. Partendo dalla fascinazione del cinema di Fellini e soprattutto dal suo amore verso il circo come forma infantile di spettacolo, l’autore ci porta nella sua Siria dove si esibisce il circo italiano, ma dove le bombe e la guerra non rendono la vita per nulla felice. L’intenzione dalla quale nasce questo piccolo film si scontra con la sovrapposizione di temi dai quali non sempre (o quasi mai) nasce una felice ibridazione. Il racconto, per quanto contrappuntato degli inserimenti di un lavoro originale su Fellini e il circo con la voce off di Adriano Aprà, resta superficiale e a volte oscuro e sono discutibili alcune scelte di manipolazione estetica delle immagini su sequenze drammatiche tratte dal quotidiano conflitto che coinvolge direttamente anche i civili.
Con grande leggerezza narrativa l’ex ballerino Damien Manivel

Un jeune poete

Un jeune poete

con Un jeune poete affronta il tema della creatività artistica affidando questa metafora di formazione giovanile non tanto ad una narrazione che abbia le caratteristiche consuete, quanto piuttosto, ai sentimenti che il suo giovanissimo protagonista raccoglie nel girovagare incessante per le vie della mediterranea Sète città non scelta a caso. Dal cimitero marino di Paul Valery alle musiche e ai versi di Brassens e al cinema di Agnes Varda le strade della piccola Sète si colorano di poesia e il giovane Rèmi prova ad afferrare questa chimera e a dare corpo ai suoi dialoghi muti davanti alla tomba dei poeti nell’evocativo cimitero davanti al mare. Un piccolo e semplice film che ha il coraggio di indagare con umiltà sul tema della giovanile ansia di creatività artistica, sugli incipienti e incompresi sentimenti d’amore e sul disorientamento e la ricerca, uniche strade sicure per affrontare con tutta la sicurezza possibile il percorso accidentato del futuro.

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