Phantom Boy, di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol

Vincitore del Platinum Grand Prize al Future Film Festival di Bologna, Phantom Boy è un viaggio fantastico che omaggia molti generi cinematografici fondendoli in una poetica a dir poco unica

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

L’isola di Manhattan come non la si vedeva dai tempi dello splendido prologo alleniano. Un omaggio a quel jazz lirico e forse altisonante che ha accompagnato una generazione intera, trova in Phantom Boy la sua espressione più contemporanea e, inutile negarlo, poetica. Alex è un investigatore finito sulla sedia a rotelle mentre tentava di acciuffare un pericoloso gangster dal volto sfigurato. In ospedale incontra Leo, un undicenne leucemico con l’abilità di separarsi dal proprio corpo e muoversi inosservato alla stregua di un fantasma. Secondo lungometraggio per il duo Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol, passati alla ribalta nel 2012 con Un gatto a Parigi, candidato agli Oscar come miglior film d’animazione.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Phantom Boy si potrebbe definire una bibbia tascabile di cinefilia ben assorbita. Una torta ricca di strati compositi in cui tutti gli ingredienti sembrano mettersi in luce a vicenda. Una cornice efficacissima, New York, distante anni luce dalla cupezza parigina di Un Gatto a Parigi e anzi rovesciata in chiave pop strabordante di colori. Una narrativa abbastanza lugubre, se consideriamo la malattia di Leo oppure la maschera horror del fuorilegge che vuole distruggere la città attraverso un virus informatico. Eppure, proprio da queste radici noir/poliziesche, in cui converge anche la spy story, veniamo trascinati in un multiverso,

phantom-boy-11una dimensione in cui, consapevoli della tragedia, sebbene non strumentalizzata, l’atrofia e lo smarrimento causati dal male diventano condizioni massime per il successo. Con e attraverso Leo, smessi i panni del piano fisico, raccogliamo quante più risorse possibili, viaggiamo in un luogo che di per sé è già un paradosso considerando la vastità di immagini della Grande Mela che ci fagocitano da sempre, e quindi forse un non-luogo in cui si può esistere al contrario, raggomitolati in un sé non percepibile e non descrivibile nella “realtà”.

Nonostante il rischio di scadere in un sentimentalismo facile e veloce, Felicioli e Gagnol giocano la carta dell’ultrasuono e dell’ultravisivo per premere energeticamente contro la struttura di base, innervandola così di uno sguardo in cui né il dolore né la guarigione rappresentano muri portanti. Quest’ultimi smettono di essere barriere e diventano materia con cui Leo riesce a mischiarsi. Tutto nella malattia acquista quel sapore bizzarro, quell’invalicabilità passibile di dubbio, quell’impossibile che d’un tratto si legge come una semplice parola.

Titolo originale: id.
Regia: Jean-Loup Felicioli, Alain Gagnol
Distribuzione: PFA Films
Durata: 84′
Origine: Belgio, Francia, 2015

 

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array