Qua la Zampa!, di Lasse Hallström

Tratto dal fortunato best-seller Dalla parte di Bailey del giornalista W. Bruce Cameron, Qua la zampa! di Hallstrom è qualcosa di diverso dalla lineare bromance tra un cane fedele e il suo padrone.

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Probabilmente, come già intuito da Sergio Sozzo, il personaggio della filmografia di Lasse Hallstrom, che più ne rappresenta lo spirito è l’Alfred Jones di Ewan McGregor, il protagonista del sottovalutato Il pescatore di sogni. Come l’ittiologo scozzese, pronto a portare i salmoni fino in Yemen, il regista svedese, a ogni nuovo film, si dimostra un artista capace di trasformare ogni commissione in qualcosa di personale, un cineasta pronto ad affrontare anche il progetto più assurdo (o ridicolo) nel modo migliore possibile, con un’efficace e ammirevole professionalità scandinava. Qua la zampa! è, dunque, l’ennesima conferma di questa dedizione al Cinema. Tratto dal fortunato best-seller Dalla parte di Bailey del giornalista W. Bruce Cameron, il film di Hallstrom è qualcosa di diverso dalla lineare bromance tra un cane fedele e il suo padrone.
Qua la zampa! continua il percorso aperto dallo splendido Hachiko, diventando il secondo capitolo (il terzo con La mia vita a quattro zampe?) di una sentimentale A dog’s trilogy. Hallstrom, come nel precedente, mette al centro della narrazione sentimentale non la pesante razionalità umana, ma l’esplosione emotiva e istintiva canina. Se la pellicola del 2009 è costruita con una chiara ascendenza melodrammatica, raccontando la tragica storia d’amore di Hachi e Richard Gere, una love story fatta dal piacere della vicinanza e dalla disperazione della mancanza, Qua la zampa!, invece si muove tra la favola e il documentario, un mix che permette anche all’invadente voice-over di trovare una sua, coerente, posizione all’interno del film (persino nella versione italiana, con la scelta forte del doppiaggio Gerry Scotti).

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Con la sovversione dei punti di vista e l’assunzione di Bailey, il cane dalle tante vite, a protagonista assoluto, la pellicola diventa ben altro che un’edificante e divertente storia di cani, raggiungendo anzi un grado poetico che, nei momenti migliori, ricorda London. Il film gioca furbamente con i sentimenti cinofili del pubblico, sfruttando fino all’ultimo, tra acrobazie, gag e situazioni buffe, la simpatia dei nostri amici canini. Eppure, oltre agli obiettivi strumentali della produzione, Hallstrom trasforma la storia in un profondo e sincero elogio dei sentimenti canini. L’odissea di Bailey, che attraversa ben cinque vite pur di raggiungere il suo scopo, la felicità del suo primo padrone, è l’emozionante storia di una devozione senza limiti, la serena dimostrazione di un’abnegazione alla felicità dei propri cari che non conosce paragoni. Agli occhi del simpatico protagonista, la nostra solitudine depressa, la nostra difficoltà nei rapporti e i nostri dolori diventano nuovi stimoli per dare sfogo al proprio amore nei nostri confronti. La cristallizzazione di un ruolo amicale che, pur proverbiale e prevedibile, nel film di Hallstrom trova tutta la sua naturale forza.

 

 

Titolo originale: A Dog’s Purpose

Regia: Lasse Hallström

Interpreti: Dennis Quaid, Gerry Scotti, Britt Robertson, Josh Gad, Peggy Lipton

Distribuzione: Eagle Picures

Durata: 120′

Origine: Usa, 2017

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