#RomaFF10 – Incontro con Monica Bellucci e il regista Guy Édoin per Ville-Marie

Un film che mette al centro una famosa attrice europea, madre alla ricerca di un rapporto con suo figlio… non poteva non interessare Monica Bellucci. Ecco le sue parole su Ville-Marie

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Un film che mette al centro una famosa attrice europea, che è anche una madre alla ricerca di un rapporto con suo figlio… non poteva non interessare Monica Bellucci. E alle tante domande che i giornalisti le rivolgono su questo portato autobiografico che può aver dato al personaggio, la Bellucci è molto generosa nell’analizzare il suo impegno in questo film: “Io sono una madre di due figlie femmine. E forse è un essere madre in maniera diversa, anche se l’amore è identico. Ma da tante mie amiche madri di figli maschi mi sono sentito dire nessun uomo mi può far soffrire come una singola frase brutta di mio figlio. Ho molto pensato a questo. Un’attrice si ispira a se stessa e alle persone che conosce, ma anche alla vita in generale e io so bene cosa è l’amore. Questo personaggio aveva bisogno di un momento di abbandono, di gettare la sua maschera di famosa attrice e struccarsi, mettersi a nudo, sentirsi madre e prima ancora donna. Credo che il mio impegno più grande sia stato quello di far trasparire il suo dolore dal viso. Dagli occhi. Senza corazze. Questo è un personaggio che passa dall’inferno e poi risorge, mi interessava perché è un percorso di vita”. La collaborazione col regista è nata perché la sceneggiatura è stata molto apprezzata dall’attrice italiana, “si, mi ha commosso la sceneggiatura. Non sempre è così ma questa volta sono state le mie emozioni a scegliere di interpretare il ruolo. Ringrazio Guy per il ruolo e lo ringrazio soprattutto perché mi impauriva interpretarlo: un attore deve sempre essere emozionato e un po’ impaurito. Questo ruolo aveva tutto”.

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2Per Guy Édoin “questo film non mette in dubbio il fatto che il Canada sia comunque un paese felice. Solo che ci sono dei momenti, delle persone, degli incontri inaspettati che aprono ferite improvvise. Il mio, certamente, è un film sul materno. Il titolo Ville-Marie è il primo nome della città di Montreal, ma è anche un luogo dove tutti si incontrano, città-madre che ospita e redime tutti.” Inevitabile poi la domanda su 007 e sul confronto tra due film così diversi, Monica Bellucci risponde che in effetti “non ci sono grandi differenze per me a livello di set. Il mio lavoro è dar corpo a un personaggio e da questo punto di vista, grosso o un minimo budget, l’impegno non cambia. Lavorare con Guy, con Sam Mendes o con Kusturica è lavorare con tre persone di gran talento, devo io chiedere a loro perché hanno pensato a me. Per quel che mi riguarda si tratta sempre di conoscere e capire culture diverse.” Un film sul materno diceva il regista, e Monica Bellucci aggiunge “io conosco molti figli di attori. E hanno tutti molto sofferto. Ecco, spero vivamente di non fare quell’errore con le mie figlie. Quando mi chiedono se loro vedono i miei film io rispondo sempre che spero abbiano di meglio da fare nella vita che vedere i miei film. Spero che le mie figlie seguano la loro vita e non la mia”. Infine la possibilità, oggi, di interpretare ruoli forse più complessi e meno glamour di qualche anno fa, “certo, la bellezza è un dono e non credo bisogna esserne fieri. Si ringrazia di averla ricevuta ma si continua un proprio percorso di vita. E da questo punto di vista, sì, certo, oggi posso sperimentare dei ruoli che 15 anni fa non avrei potuto fare. Sperimentare parti di me non per forza associate alla bellezza giovanile. Sperimentare un sincero percorso di vita non solo nei ruoli, ma anche nella vita, si spera”.

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