Ridi, pagliaccio – La nuova maschera di Pennywise

L’evoluzione del clown Pennywise, dal passato a oggi, dallo slasher all’epoca-Wan, da Tim Curry a Bill Skarsgård, mentre IT di Muschietti è già miglior apertura di sempre per un horror in Italia

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IT, l’atteso film horror diretto da Andy Muschietti e tratto dal celebre romanzo di Stephen King, è finalmente arrivato nelle sale italiane fresco di un incasso globale mastodontico e pronto a conquistare anche i botteghini italiani. Nella sola giornata di apertura di giovedì 19 il film ha incassato infatti 1.200.000 di euro posizionandosi come miglior apertura di sempre per un film horror in Italia. Punto di forza assoluto della pellicola è senza dubbio il clown Pennywise, interpretato dal giovane Bill Skarsgård, ed erede della celebre versione del 1990 col volto di Tim Curry. Ma la differenza tra i due personaggi è totale, essendo entrambi figli dei loro tempi.

IT - Pennywise

Il Pennywise del passato terrorizzava i bambini della Derry degli anni ’50 ingannandoli con un look colorato e amichevole che facesse sentire le vittime a proprio agio prima di essere divorate. Il nuovo demone non segue queste orme, complice anche un cambiamento generazionale che ha superato il tabù del pagliaccio rassicurante che nasconde il coltello dietro la schiena, e punta a spaventare, attraverso un aspetto infantile all’approccio e subito dopo demoniaco e sanguinario, dei bambini degli anni 80 già ‘forgiati’ e introdotti a film e videogames dell’orrore. Contestualizzato inoltre a questo (nostro) periodo storico cinematografico, esso è un chiaro esempio di come le icone horror siano sempre più tridimensionali e non ancorate unicamente al film-prototipo al quale appartengono. L’impressione che arriva è che Bill Skarsgård potrebbe vestire i panni rossi e bianchi in altri prodotti anche al di fuori dell’ IT collegato al romanzo. Come la bambola Annabelle e la suora Valak di The Conjuring, espanse a spin-off sulle origini, questo nuovo Pennywise potrebbe tranquillamente divenire un personaggio horror di culto da smistare in più mondi. Proprio ciò che la cultura popolare del momento desidera, a giudicare dai riscontri positivi che i mostri precedentemente citati hanno avuto. Inoltre essendo tutto sotto il dominio della Warner Bros e, fantasticando ora come ora, non sarebbe da escludere una possibilità futura di cross-over tra i vari ‘horror-universes’.

IT Annabelle

Potrebbe una creatura colorata e sfarzosa spaventare i bambini degli anni 80, nel film, e il pubblico del ventunesimo secolo, in sala? La prima domanda che viene in mente assistendo alla mutazione tra passato e presente del nuovo Pennywise, è questa. Andy Muschietti strizza molto l’occhio agli horror movie di 30 anni di Storia del genere, sia per quanto riguarda l’impronta stilistica data alla sua opera sia per la caratterizzazione del suo clown assassino. It ha un’attitudine da antagonista slasher, quasi un Jason Vorhees o ancor meglio un Freddy Krueger dei nostri tempi, sempre presente anche quando non si vede e pronto ad apparire ed assalire le sue prede nelle forme più varie e nei modi più spietati. In piena linea con la “new wave” delle icone horror che stanno spopolando in tutto il mondo, da anni, grazie alla sapiente mano di James Wan al quale sempre più autori horror attingono per plasmare le loro idee. Muschietti incluso.

Pennywise

 

James Wan, regista prodigio del cinema horror americano e autore di pellicole importanti quali SAW – L’enigmista e The Conjuring, è stato l’elemento chiave per la trasformazione epocale del genere horror. Finiti i tempi degli horror collegiali, Wan ha portato nell’industria un nuova visione dell’orrore. Nei suoi film gli elementi padroni sono la suspance, la tensione, la paura epidermica, i lunghi silenzi, il buio, le sfumature da thriller e tutti altri elementi che hanno abbracciato l’evoluzione del concetto di paura del nuovo pubblico mondiale. Se un tempo i cattivi facevano strage di innocenti, adesso si concentrano sul devastare mentalmente un personaggio, mossa vincente poiché più vicina alla possibilità di empatizzare con ciò che si vede. Il nuovo IT cerca di essere proprio un coerente connubio delle due epoche. Abbraccia e cita le atmosfere e le malvagità degli slasher anni 80, periodo dove è ambientata la storia d’altronde, per poi tuffarsi nel ventunesimo secolo facendo leva sul terrore psicologico. Pennywise attacca furibondo, nei momenti giusti, appare e scompare spaventando i bambini di Derry infierendo sulla loro mente e su quella del pubblico spettatore. Questo IT sa vestirsi sia da Craven che da Wan, sa vivere nel 1980 e nel 2017, e questa è una “nuova” via del cinema da percorrere sapientemente e con meticolosità, per poter continuare a tener vivo un genere che ciclicamente sembra esaurire le cartucce.

 

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