"Riesco a fare film solo se ho la convinzione di non valere nulla". Intervista a Paolo Sorrentino

paolo sorrentino
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La noia.  Bisogna salvaguardarla la noia, perché è la piattaforma necessaria per creare dei mondi paralleli. Sono molto interessato ai passi falsi degli individui, alla discrepanza che si produce tra l’immagine che si tende a dare di sé e un dettaglio che fa emergere una verità altra". Durante TEDxReggioEmilia abbiamo incontrato Paolo Sorrentino

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 «SCOPRO oggi le TED Conferences, grazie al mio amico Riccardo Staglianò, che mi ha invitato ad aprire gli interventi. Fino a ieri confesso, non sapevo cosa fossero». Spiega Paolo Sorrentino, che intercettiamo prima dell’inizio di TEDxReggioEmilia, sabato 8 ottobre in una sala Cavallerizza piena ovattata di molti spettatori curiosi, alcuni dei quali ignari come il regista riguardo l'evento “TED". Completo grigio e aria incuriosita a sua volta, il partenopeo racconta: «Mi è stato chiesto di dire come “funziono”, sarà una novità anche per me». Gli chiediamo se si riferisce all'aspetto umano o artistico di se stesso. «Ah, penso a entrambi! La verità è che non ne ho un'idea compiuta, quindi ciò che accadrà là dentro sarà un inedito. Per tutti».

Ma noi siamo in trepidazione per il suo This Must Be the Place, con Sean Penn, appena uscito in Italia dopo l'anteprima mondiale di maggio sulla Croisette e che sta portando a casa i primi, entusiasmanti risultati. Una scoperta dell'America, vissuta con lo spirito del turista e lo sguardo del cineasta. Che accoppiata micidiale. E il pubblico risponde.

«Mi sento emozionato e ansioso per questo debutto nel mio Paese – si accende Sorrentino – Se mi aspettavo di raccogliere di più al Festival di Cannes? No, semmai di meno». Scorrono le immagini delle lezioni americane che hanno preceduto questo debutto italiano. Avvenimento che carica l'esordio di Sorrentino in qualità di relatore di un rinnovato entusiasmo.

Cos’è TED? L’evento nasce dal modello americano: TED è acronimo di Technology Entertainment and Design, un’organizzazione no-profit votata alle “idee che meritano di essere diffuse” (ideas worth spreading). Nata 25 anni fa in California, TED organizza una conferenza annuale, dove i maggiori protagonisti del “pensare” e del “fare” sono invitati a raccontare le loro idee durante presentazioni di massimo 18 minuti, diffuse gratuitamente sul sito www.ted.com. Le conferenze statunitensi hanno visto Bill Gates, Al Gore, Richard Branson, Philippe Starck, Stephen Hawking, Bono, James Natchwey, Bill Clinton, José Antonio Abreu, Isabel Allende, Gordon Brown e centinaia di altri influenti intellettuali e opinion leader sul podio. TED ha poi lanciato un programma di eventi locali, chiamato TEDx: organizzato in modo indipendente, richiama però nei contenuti e nello stile le conferenze originarie.

A Reggio
le “idee che meritano di essere diffuse" hanno  goduto di 21 “best of” italiani, con in testa lo skipper del nostro miglior cinema, Paolo Sorrentino, seguito dall’imprenditore Paolo Ainio (fondatore del portale Virgilio), ma anche da Pino Petruzzelli (regista), Gianfranco Goretti (storico), Carla Poli (imprenditrice), Francesco Piccolo (scrittore), Dagmawi Yimer (regista), Antonio Sofi (autore televisivo) e l'agronomo Antonio Pascale. No-profit è stato anche l'evento reggiano: gratuita non solo la partecipazione del pubblico, ma anche quella di organizzatori e relatori, che hanno speso la propria professionalità senza ricavarne un centesimo. Prima del via ufficiale del giornalista Riccardo Staglianò, un ricordo speciale è stato riservato a Steve Jobs, appena scomparso e illustre relatore delle TED. Un mentore, un nume che illumina la strada e dà lo start.

il set di This must be the place«18 minuti per parlare e non 15, chissà perché. Mi ricorda il padre di un mio amico, quando eravamo piccoli, che gli diceva “Torna alle 10.23” – attacca Sorrentino, strappando risate e applausi – Come funziono? Nel mio lavoro la cosa più importante da rispettare è il ritmo, quindi vediamo. Per me 18 minuti sono troppi. Cercherò comunque di esprimermi in modo ironico, dicendo qualcosa di serio. Io funziono se c’è calma: quindi lontano da ansia e angoscia. Poi ci vuole frustrazione: io riesco a fare film solo se sotto sotto ho la convinzione di non valere nulla. Se sono bravo allora devo dimostrare di essere il più bravo di tutti – armeggia con il taccuino – La frustrazione è l’unica condizione che mi spinge a lavorare, assecondando lo spirito del “Adesso ve la faccio vedere io!”. Il filosofo Sartre citava Erostrato quando proclamava di volerli sbalordire tutti. Alla fine vorrei che il pubblico mi rivolgesse la domanda che sopra ogni cosa era lo scopo di Flaubert: “Ma come ha fatto?”.

Mancano 9 minuti, non so più cosa dire – ammette disarmato – La malinconia è un’altra condizione, il riuscire ad essere tristi senza motivo. Sparisce mentre si cresce, allignava in me da ragazzo – Sorrentino allarga il discorso – Un mio prof. chiedeva “Che cosa studia la filosofia? La filosofia studia tutto. Questa cosa mi ha sempre affascinato e sposandola al film Il cielo sopra Berlino mi ha convinto a fare questo lavoro. Conta anche la capacità di emozionarsi, anche se per me conta di più il contrario, perché si finisce con l’emozionarsi di se stessi e quindi con il diventare retorici. Io sono “neutro”, in equilibrio tra la troppa emozione e la sua assenza. Facendo questo mestiere succede che, come nel mio caso,  entrando al ristorante si presti molta più attenzione alle persone di passaggio che all’interlocutore di fronte. Forse è per questo che i miei accompagnatori cominciano a diradarsi. E per osservare gli altri occorre una grande capacità di annoiarsi. Ecco, la noia: oggi i genitori tendono a coprire tutti i buchi derivanti dalla noia, cosa che ai miei tempi fortunatamente non accadeva, poiché mamma e papà nostri erano disinteressati alle nostre attività. Bisogna salvaguardarla la noia, perché è la piattaforma necessaria per creare dei mondi paralleli. Sono molto interessato ai passi falsi degli individui, alla discrepanza che si produce tra l’immagine che si tende a dare di sé e un dettaglio che fa emergere una verità altra. Nel mio caso, c’è l’aggravante che se mi fanno sentire solo e abbandonato io comincio a funzionare, e allora faccio le rime, come si dice nel mio gergo da grande schermo, collego le cose. E’ questo che deve essere, il cinema: un mix di eccezionale e reale. A chi mi chiede dei consigli, io rispondo: guardate dei film brutti e leggete il Guinness dei primati». Tempo sforato, la sveglia collegata al timer è suonata, ma in mezzo c’è stato qualche silenzio. E tanta ispirazione.

Complice Sorrentino, TEDxReggioEmilia si è rivelata un'esperienza unica, che ha condotto in un solo posto oltre 400 partecipanti, mentre 2000 utenti impossibilitati a seguire dal vivo l’evento perché la Cavallerizza era sold out si sono riversati online. A breve, le 20 mini conferenze saranno disponibili su www.tedxreggioemilia.com e www.facebook.com/tedxreggioemilia.

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