#RomaFF11 – Incontro con Oliver Stone

Oliver Stone ha da poco compiuto settanta anni. All’incontro con la stampa del Festival di Roma, però, non sembra avere intenzione di andare in pensione, deciso a portare avanti la propria battaglia.

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Oliver Stone ha da poco compiuto settanta anni. All’incontro con la stampa del Festival di Roma, però, non sembra avere intenzione di andare in pensione. Come Ken Loach, Stone è un combattente, disposto a tutto per portare avanti il proprio impegno politico e la propria battaglia artistica. La sua “rabbia” è subito riscontrabile con la stizza con cui parla del rapporto tra i suoi concittadini e il caso Snowden, il tema del suo ultimo film:Non credo che gli americani abbiano davvero compreso l’importanza delle prove e delle informazioni che ci ha dato Snowden. Tutti quanti sono preoccupati per la propria privacy, per la sicurezza dei propri smartphone ma credo che ci vorrà ancora del tempo per capire davvero cosa è successo con l’Nsa. Io stesso ho impiegato diverso tempo per comprendere davvero il senso della vicenda. Qui non stiamo parlando di acquisti su internet o di Pokemon, qui è in ballo una sorveglianza di massa e indiscriminata che vede tutti noi coinvolti. In America c’è ancora grandissima confusione su Snowden. Molti lo considerano il cattivo, un traditore, altri lo confondono con Assange o Chelsea Manning. La maggior parte, invece, non sa nemmeno chi sia. Molti quando dicevo che stavo girando un film su Snowden credevano che stessi per fare una pellicola sulla neve.”

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Che Snowden sia stato un progetto scomodo, sin dal suo concepimento, non c’erano dubbi: “Abbiamo avuto diversi problemi, soprattutto per i fondi, e questo mi ha molto rattristato. Gli studios americani non hanno voluto dare nessun contributo, cosi ci siamo spostati in Europa. Abbiamo girato il film in Germania per stare più tranquilli e non avere intransigenze. Il problema è stato trasportare la complessità dei dati di Snowden sul grande schermo, trasformarli in narrazione cinematografica. Spero che l’adattamento sia riuscito. In America il film ha avuto un’accoglienza contrastante, tra critici entusiasti e feroci oppositori.Il film dunque, ha l’obiettivo di riattivare l’attenzione del

oliver-stonepubblico nei confronti della propria privacy:Bisogna stare continuamente all’erta. Noi siamo tutti schedati e sospettati, le nostre conversazioni e le nostre idee possono essere utilizzate in qualsiasi momento dai governi. Il lato positivo della vicenda Snowden è stato che molte società di comunicazione, prima complici del governo, hanno deciso di tutelare i propri clienti e ricorrere alla criptografia.

Il film ha visto la luce, anche grazie al contributo attivo dello stesso Snowden: “Edward ci ha dato un’enorme mano, con consigli, dettagli tecnici e spunti di riflessione. Ha visto il film e lo ha apprezzato, consapevole che, comunque, è un adattamento della sua storia, per quanto abbia cercato di essere fedele alla realtà. Abbiamo dato grande spazio alla figura della sua fidanzata, la donna che lo ha salvato dalla completa alienazione. In un’intervista, lui stesso ha detto che il nostro lavoro è il più fedele possibile e questo, per noi, è molto importante.A chi trova similitudini tra la vicenda dell’ex analista e il regista, Stone risponde in modo chiaro:E’ vero, tra me e Snowden ci sono delle somiglianze. Entrambi veniamo da famiglie conservatrici ed entrambi abbiamo pensato di entrare in azione per la nostra Patria. Io, però, ho vissuto il Vietnam e la politica estera aggressiva di Reagan, c’ho messo molti anni per metabolizzarli e capire cosa volessero dire per me. Edward, invece, è più giovane e ha agito concretamente per sovvertire una situazione che considerava criminale.

Nel finale, spazio all’immancabile domanda sulle prossime presidenziali americane, alla quale Stone risponde con la solita, disillusa, lucidità, sempre controcorrente:”Non ho mai creduto che Trump potesse avere una chance di vittoria. Ma credo che l’elezione della Clinton non sia una grande notizia. Lei è più bellicosa di Obama, da segretario di Stato ha voluto la caduta dei regimi in Libia e Siria. Entreremo sicuramente in conflitto con nuovi nemici. Non so quanto sia un bene che lei diventi Presidente.

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