#RomaFF11 – Sing Street, di John Carney

Il regista di Once e Begin Again riesce a ritmare una carrellata di momenti dell’adolescenza di un giovane musicista. Presentato nella sezione Alice nella città a RomaFF11

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Forse tra qualche anno c’è chi saprà rivalutare la scena musicale degli anni ’00, ma per il momento pare che si abbia voglia solo di guardare al passato. Negli ultimi mesi tra le note musicali sono stati raccontati gli anni ’70 di Baz Luhrmann (The Get Down), gli inizi degli anni ’80 di Richard Linklater (Tutti Vogliono Qualcosa) ed ora il 1985 di John Carney. Tutti prodotti con dei giovani protagonisti che fanno delle canzoni i loro mezzi d’espressione, come se non ci fosse altro modo per far sentire la propria voce. Ed i registi hanno sfruttato questa attitudine dei personaggi per comporre anche loro uno spartito intorno al quale raccontare qualcos’altro.

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Lo ha fatto sicuramente Carney in questo Sing Street dove, con il pretesto di seguire un piccolo gruppo di liceali che mettono su un complesso musicale, è riuscito a tracciare un quadro semplice ma efficace degli anni dell’adolescenza nelle ristrettezze economiche irlandesi. Quello che però differenzia questo film con i tanti altri che hanno tentato lo stesso percorso (vedi il recente e confusionario London Town) è che si avverte senza difficoltà un ritmo di fondo dettato dal regista che va oltre la straordinaria colonna sonora. Tra una canzone dei Duran Duran ed una degli A-ha, sono infatti scanditi perfettamente, in una carrellata repentina di stili e scenari degni di un film-tributo, tutti i momenti contraddittori che si vivono a 16 anni, senza però enfatizzarli ed estremizzarli. Una storia happysad, tanto quanto un testo dei The Cure, che riesce a muoversi in perfetto equilibrio. Sing Street è un vero gioiellino di divertimento e commozione, il lavoro più riuscito di Carney che esordì con l’opera indipendente Once e si affacciò ad Hollywood con Tutto può cambiare (Begin Again). Nel primo la storia produttiva (film girato completamente con il telefono tra le strade della città) superava il comunque notevole prodotto finale, il secondo soffriva l’approccio con la nuova produzione americana. In questo caso Sing Street riesce a raccogliere tutte e due le esperienze prendono il meglio dall’una e dall’altra e non perdendo la straordinaria capacità onnipresente in tutti i lavori del regista di trasportare il ritmo musicale in immagine, oltre a quella di saper comporre canzoni originali che rimangono in testa anche ad ore di distanza dal primo ascolto.

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