#RomaFF12 – Il cileno Gonzalo Justiniano a Roma con Cabros de mierda

Il regista riprende il suo percorso con un film coerente che racconta la realtà del Cile degli anni durante e dopo PInochet, con una “allegria” che non è mai arrivata

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1983. Periferia di Santiago del Cile, baraccopoli La Victoria, uno dei tanti posti dispersi attraverso la città, dove le manifestazioni contro il governo di Pinochet sono in costante ebollizione. Questo è il palcoscenico scelto dal regista cileno Gonzalo Justiniano; con Cabros de mierda (The young Sheperd) – selezione ufficiale alla dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, dal 26 ottobre al 5 novembre – riprende il percorso del suo cinema iniziale, che seguiva il passo dei fenomeni sociali degli anni 80/90 come la dittatura, i desaparecidos, la transizione alla democrazia e la traccia dei settori marginali nella città di Santiago. Dopo sei anni di assenza, il regista porta un cinema che si aggiunge allo spirito dei film Caluga o Menta (1990), Amnesia (1994) o B-Happy (2003) e che, anche se prende forme diverse e si ritrae attraverso tutte le dimensioni possibili, ritorna sempre alla stessa idea: “l’allegria”, quella che si augurava nella campagna del Plebiscito del 88, non è mai arrivata.

Riprendendo l’essenza del cinema già proposto da Pablo Larraìn con No – I giorni dell’arcobaleno cabrosdemierda2, Cabros de Mierda si costruisce incrociando finzione e immagini d’archivio inedite, riprese dallo stesso regista nell’epoca della dittatura. Questa volta Justiniano propone uno sguardo più intimo e proprio dall’interno, attraverso il personaggio di Samuel Thompson (Daniel Contesse), un missionario statunitense che arriva in Cile in pieni anni della dittatura di Pinochet per predicare la “parola di Dio”, come una specie di pioniere o conquistatore moderno. La sua esperienza verrà sconvolta dopo essere diventata ospite di Gladys (Natalia Aragonese), una giovane donna cilena detta “la francese” che vive alla giornata in una baraccopoli di Santiago tra cucine comuni, bambini senza casa, proteste e repressione.

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Sarà lo stesso Samuel a registrare, con la sua macchina da presa, la realtà di proteste, rivolte e violenza in cui sarà involontariamente coinvolto; il suo registro diventerà anche la traccia dello sguardo di uno straniero che, paradossalmente, proviene da un paese con cui il governo di Pinochet aveva un rapporto, a dir poco, stretto.

Ecco il trailer ufficiale del film, in anteprima mondiale al #RomaFF12

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