"Romance & Cigarettes", di John Turturro

Si ha l'impressione Turturro si sia fatto travolgere dalla sua smisurata ambizione, in cui anche i refrain musical appaiono all'inizio divertenti, in seguito ripetitivi, alla fine quasi noiosi. C'è la frenesia ma non l'estasi del musical. Eppure gli attori stanno tutti al meglio della forma. Alla fine, più che un brutto film, un'occasione sprecata

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Il progetto di Romance & Cigarettes, film presentato in concorso al 62° festival di Venezia, sembra che parta da lontano e risale addirittura al 1991, quando John Turturro stava girando con i fratelli Coen Barton Fink. Un film che è quindi la testa dell'interprete statunitense da moltissimi anni, addirittura antecedente a Mac, opera prima che l'attore italo-americano ha diretto nel 1992. Ed anche in Romance & Cigarettes (dove gli stessi registi di L'uomo che non c'era sono produttori esecutivi) la classe operaia presente di Mac e il mondo dell'arte (specificatamente il teatro) al centro del deludente Illuminata convergono in questo terzo lungometraggio diretto da Turturro. Al centro della vicenda c'è Nick, un operaio metallurgico di New York sposato con Kitty (Susan Sarandon) e padre di tre figli. L'uomo ha una relazione clandestina con Tula (Kate Winslet), una ragazza attraente e affamata di sesso. La moglie però scopre la relazione e lo caccia di casa. Turturro però gira il film come un musical, alternando i momenti drammatici a quelli cantati utilizzando celebri brani tra cui Dalila di Tom Jones, Red Headed Woman di Bruce Springsteen e It's a Man's Man's Man's World di James Brown. Cettamente dentro il film di Turturro si possono trovare molteplici riferimenti, dal recente Parole Parole Parole di Alain Resnais a Jacques Demy e a Federico Fellini. Un cinema "sognatore", sgangherato, con momenti anche intensi come l'ultimo incontro tra Nick e Tula in cui si vede la Winslet dentro l'acqua, quasi a riprodurre il corpo di Titanic di Cameron o lo sguardo di Kitty quando l'uomo è ricoverato in ospedale. In Romance & Cigarettes si ha però l'impressione che il film proceda per blocchi, dove appaiono anche curate le singole sequenze ma nel complesso la pellicola appare sconnessa, tutta volta a creare il proprio ritmo, oltre alle musiche, attraverso dialoghi e situazioni grottesche, surreali come, per esempio, nella scena del litigio di Nick con il fruttivendolo e la compagna che gli sta spalando la neve e gliela sta gettando nel suo giardino Alla fine però si ha l'impressione che Turturro – che stavolta ha scritto e diretto il film ma non l'ha interpretato a differenza deei suoi due film precedenti – si sia fatto travolgere dalla sua smisurata ambizione, in cui anche i refrain musical appaiono all'inizio divertenti, in seguito ripetitivi, alla fine quasi noiosi. In Romance & Cigarettes c'è la frenesia ma non la gioia devastante, l'estasi del musical. Gli interpreti sono tutti al meglio della forma, da James Gandolfini a Susan Sarandon a Kate Winslet e forse riescono a esprimersi ad alti livelli perché Turturro privilegia innanzitutto il loro istinto. Forse anche un film libero, ma una libertà che non riesce a raggiungere. Più che un brutto film, quella di Romance & Cigarettes è soprattutto un'occasione sprecata.

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Titolo originale: id.


Regia: John Turturro


Interpreti: James Gandolfini, Susan Sarandon, Kate Winslet, Steve Buscemi, John Turturro, Mary-Louise Parker, Christopher Walken


Distribuzione: Nexo


Durata: 105'


Origine: Usa, 2005

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    2 commenti

    • i refrain musical appaiono all’inizio divertenti, in seguito ripetitivi, alla fine quasi noiosi.- Ma stiamo scherzando ? Le musiche di questo film sono davvero appassionanti e aderiscono alle forme del film perfettamente. Non riesco ad essere d'accordo con nessuna parola di questo articolo. Questo film presenta una regia fantastica e davvero unica. Disconnessa ? ma quando ? Non ci si può lamentare del grottesco dei dialoghi o delle situazioni ! Stiamo parlando di un "musical" ! mica di ladri di biciclette .

    • credo invece che la recensione di emiliani sia fin troppo generosa nei confronti di un film orribile, che scade in più di un occasione nel kitsch…