"Rosso Malpelo", di Pasquale Scimeca

Presentato in proiezione speciale per le scuole alla 6° edizione di Infinity ad Alba, che nel 2004 aveva dedicato la personale a Scimeca, Rosso Malpelo è un film senza tempo, che parte da Verga e da quei luoghi così immediatamente riconoscibili (la miniera, la campagna siciliana), e si apre al mondo, a uno spazio espanso che respira l'aria e la luce di un cinema senza confini

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Riparte da Verga, dal suo racconto Rosso Malpelo, dalla Sicilia contadina della seconda metà dell'Ottocento, il cinema di Pasquale Scimeca. A quella novella, inserita nell'opera verghiana Vita dei campi, del 1880, il regista di Alinusa si ispira (liberamente) per un film, che ha il titolo dell'omonimo testo letterario, che guarda al passato, a un'Italia apparentemente lontana, per parlare del presente, delle condizioni di sfruttamento in cui vive, ovunque nel mondo, una moltitudine di bambini. Rosso Malpelo (presentato in proiezione speciale per le scuole ad Alba International Filmfestival, che nel 2004 aveva dedicato la personale a Scimeca, e a cui sembra interessata la Quinzaine des réalisateurs di Cannes) è un film senza tempo, che parte da Verga e da quei luoghi così immediatamente riconoscibili (la miniera, la campagna siciliana), e si apre al mondo, a uno spazio espanso che respira l'aria e la luce di un cinema senza confini e, senza strappi, con esemplare fluidità di sguardo, dialoga in sovrimpressione con le immagini che l'hanno preceduto nella filmografia di Scimeca. Da quel capolavoro immenso, unico, irripetibile, davvero expanded, con cui si avviò il cinema del regista siciliano – La donzelletta, del 1989 – a La passione di Giosué l'ebreo, presentato nel 2005 alla Mostra di Venezia e troppo rapidamente sparito dalla distribuzione.

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L'inizio di Rosso Malpelo è sublime segno di riconoscibilità dell'opera di Scimeca, quell'erba al vento, qui notturna, metallica, grigia, quella terra arida, percorsa da un padre e un figlio in cammino ben oltre i confini di un'inquadratura, di uno spazio limitato. Il cinema di Scimeca, per sguardo e parola, da sempre non è di questo mondo, e nell'arrivare così da lontano – dalle stelle, dalle profondità della terra – si immerge con ancora maggiore concretezza nelle cose di questo mondo, nelle sue attualità tragiche, come quella dei bambini costretti a lavorare in condizioni disumane. In Europa come in America latina o in Africa. Scimeca rende a-temporale il testo di Verga, vi innesca nuove situazioni e gesti (le figure dei due ubriachi, uno dei quali è l'attore teatrale Franco Scaldati; la presenza della bambina amica di Malpelo, come viene chiamato da tutti il ragazzino protagonista), ne fa una sinfonia sonora pan-mediterranea, un film-filastrocca che sfugge a ogni segno tele-visivo (e di fronte a un argomento simile il rischio, per chiunque lo affrontasse, era forte), elabora un procedere al tempo stesso crudamente realista e lievemente fiabesco.

Rosso Malpelo è un film speciale, per il modo in cui si pone all'interno dell'attuale distribuzione cinematografica italiana. Dall'inizio di marzo il film viene portato in giro per l'Italia dal suo regista per proiezioni riservate alle scuole. I bambini e i ragazzi sono infatti i primi spettatori di questo film, che solo tra qualche settimana uscirà nelle sale (ma sta ancora cercando una distribuzione). Scopo di Scimeca, e della sua Arbash Società Cooperativa di Palermo, è destinare l'incasso delle proiezioni con le scuole a un progetto per salvare dallo sfruttamento bambini boliviani che lavorano nelle miniere. Quello sarà, probabilmente a partire dall'autunno, il prossimo film di Pasquale Scimeca. A conferma ulteriore del suo cinema expanded, stupefacente, che sgretola il confine tra il campo e il fuori campo, popolato di corpi necessari che lo abitano (in Rosso Malpelo ritroviamo anche Marcello Mazzarella e Vincenzo Albanese) e di intime tensioni poetiche, flagranti segni d'identità, come il sostare dello sguardo su quelle strade-balconi che si aprono su squarci di paese, qui percorsi da Malpelo e dall'amica, dove si consumano gesti di complicità e amore. Rosso Malpelo e il cinema di Scimeca sta tutto nell'abbraccio veloce sulla soglia di casa fra Malpelo la bambina, gesto sospeso fra il presente e un altro mondo. Lì si colloca lo sguardo, la tensione morale e filmica di questo autore che agli indesiderabili ha dedicato e sta dedicando tutta la sua opera.

 

Regia: Pasquale Scimeca

Interpreti: Antonio Ciurca, Omar Noto, Marcello Mazzarella, Vincenzo Albanese, Raffaella Esposito, Lucia Sardo

Distribuzione: Arbash

Durata: 90’

Origine: Italia, 2007

 

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