"Senna", di Asif Kapadia
Sarebbe stato un sogno vedere un documentario su Senna diretto da Herzog, con quel potente controcampo filmico/etico che oppone sempre l’immenso cineasta tedesco ai suoi personaggi che sfidano i propri limiti terreni. Qui invece, pur dando atto ad Asif Kapadia di aver fatto scelte di regia coraggiose ed ammirevoli, la leggenda supera l'uomo e le imprese sportive catturano l’ammirazione dello spettatore imbrigliando un pò troppo una straordinaria e complessa parabola umana
Ayrton Senna. Un nome che ormai ha trasceso la persona, che è diventato patrimonio dell’immaginario comune, dei ricordi condivisi, dell’iconizzazione culturale che accomuna un intero pianeta. E sono passati appena 17 anni dalla sua tragica morte in quell’incredibile week end del primo maggio 1994. Parlare di Ayrton, raccontare Ayrton, “mostrare” Ayrton al cinema si presenta come un’impresa assai complicata quindi: perché l’universo/cinema va irrimediabilmente a sovrapporsi con l’altrettanto strutturato universo/Senna, e far emergere il lato profondamente umano della persona diventa una sfida quasi improba. A provarci ora è Asif Kapadia (regista britannico dell’apprezzatissimo Far North e de L’incubo di Joanna Mills) che con l’appoggio della Famiglia del pilota – avendo quindi a disposizione anche una serie di rarissimi documenti video privati – realizza un film che intende dichiaratamente scavare nell’uomo Senna più che nella leggenda sportiva. E si parte dalle sue prime gare in Kart per arrivare ai trionfi in Formula 1, passando per i leggendari scontri con Prost e col potere politico della Fia che appoggiava dichiaratamente il rivale. Ma il close up di questo documentario rimane sempre e solo lui: non ci si discosta mai dalle immagini di repertorio, dalle gare in pista, dalle sue apparizioni TV e ad accompagnare il tutto solo voci off, testimonianze e vecchie interviste che intendono “scavare” nell’uomo. Ma è paradossalmente qui che il meccanismo si inceppa. Questo film, purtroppo, non riesce appieno ad aggirare quelli che sono i classici limiti di un documentario biografico: un certo approccio agiografico al soggetto che tende all’accumulo di troppe informazioni, procedendo rigorosamente in modo cronologico e concedendo troppo spazio agli “eventi” (tra l’altro già notissimi in questo caso…). Ayrton Senna invece è uno straordinario e commovente esempio di uomo che testava ossessivamente i propri limiti, sfidandoli fino ad un affascinante valzer con la pista e con la morte che ne ha fatto ingigantire il mito. Per statura
Titolo originale: id.
Regia: Asif Kapadia
Interpreti: Ayrton Senna, Alain Prost, Ron Dennis, Frank Williams
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 104'
Origine: UK, 2010