"Shooter" di Antoine Fuqua

La muscolarità di Wahlberg/Fuqua non è abbastanza grezza per un revival stalloniano dell' uno contro tutti, né possiede l'incisività dei referenti paranoici della "Nuova Hollywood". La sensazione è quella di un'opera che anziché il respiro insegue il ricalco (e il ricordo) di un cinema passato decisamente più complesso e verticale

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Era tanto tempo che non vedevamo un action-movie così disincantato e apertamente schierato politicamente. Shooter è un'operazione che sulla carta si distacca molto chiaramente dai soliti blockbuster funambolici, per sposare un plot che attinge a piene mani dalle tematiche care ai thriller politici degli anni '70. E' attorno ai complotti orditi dalle alte sfere di Washington che infatti prendono il via gli inseguimenti rocamboleschi del sergente Swagger (Mark Wahlberg) ingiustamente accusato di aver compiuto un crimine politico e perciò costretto a dimostrare la sua innocenza con ogni mezzo, giustiziando i "cattivi" compatrioti imperialisti.

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In realtà l'anti-bushismo esplicito del film rischia, in più di un occasione, di mancare il bersaglio proprio per l'evidenza del suo assunto. Sia il regista che scrittura giocano di grana grossa, cercando il giusto equilibrio tra prodotto di genere e denuncia, ma cadendo in un didascalismo onorevole quanto innocuo. A Fuqua non interessano le meravigliose sfumature esistenziali e astratte di Friedkin – il cui The Hunted, già dal prologo, rappresenta il prototipo più espressamente citato in Shooter – né l'ambiguità morale che contagiava i personaggi nell'interessante Training Day (a oggi il suo film migliore). Qui dopo una ventina di minuti i ruoli sono già prestabiliti senza sfumature rilevanti, se non all'insegna del politically (s)correct; e l'incertezza è semmai affidata alla faccia bastarda del bravo Wahlberg, impenetrabile vendicatore e dispensatore di morte, perfettamente a suo agio nei panni post-idealisti dell'anti-eroe che elimina le mele marce.


La muscolarità di Wahlberg/Fuqua non è allora né abbastanza grezza per un revival stalloniano dell' uno contro tutti, né possiede l'incisività dei referenti paranoici della "Nuova Hollywood". La sensazione finale è così quella di un'opera che anziché il respiro insegue il ricalco (e il ricordo) di un cinema passato decisamente più complesso e verticale. Resta la confezione, davvero ineccepibile e a tratti sorprendente per montaggio e composizione visiva (la scena dell'attentato e conseguente fuga su tutte). E resta sì il piacere  di assistere alla metamorfosi in progress di un blockbuster che diventa pamphlet politico antiamericano, ma anche la sensazione – meno stimolante – che a conti fatti, le qualità di Shooter risiedano soprattutto nella medietà ipercinetica del surround.

Titolo originale: id. 


Regia: Antoine Fuqua


Interpreti: Mark Walhberg, Danny Glover, Michael Pena, Kate Mara, Elias Koteas
Distribuzione: UIP
Durata: 124'


Origine: Usa, 2007



 

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