Sicilia Queer Filmfest 2017 – Los Objetos Amorosos

Basandosi sull’omonimo capitolo de L’Arte di Amare di Erich Fromm, Silvestre costruisce una dimostrazione in tre parti sulla patologia di una relazione sentimentale ai tempi della grande crisi

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“L’amore non è soltanto una relazione con una particolare persona: è un’attitudine, un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona col mondo, non verso un “oggetto” d’amore. Se una persona ama solo un’altra persona ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento simbiotico, o un egotismo portato all’eccesso. Eppure la maggior parte della gente crede che l’amore sia costituito dall’oggetto, non dalla facoltà d’amare. Infatti, essi credono perfino che sia prova della intensità del loro amore il fatto di non amare nessuno tranne la persona amata…”  Erich Fromm L’Arte d’Amare- Gli Oggetti d’amore

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L’immigrazione e la ricerca dell’identità sessuale sono i temi del primo lungometraggio di Adrian Silvestre (regista classe 1981, nato a Valencia), presentato in anteprima nazionale al VII Queer Film Fest. Basandosi sull’omonimo capitolo de L’Arte di Amare di Erich Fromm, Silvestre costruisce una dimostrazione in tre parti sulla patologia di una relazione sentimentale ai tempi della grande crisi: prima mostra la tesi di Luz, giovane colombiana alla ricerca di un futuro professionale e affettivo a Roma, poi propone l’antitesi di Fran che incarna un modello di vita totalmente opposto e infine sintetizza nell’ultimo capitolo i frammenti di un discorso amoroso dolorosamente interrotto dalla realtà contingente. La prima parte è quella più convincente e deve la sua compiutezza alla performance attoriale della bravissima Laura Rojas Godoy che si cala nei panni di Luz con una naturalezza impressionante. La prima immagine è una inquadratura fissa su un arrivo alla stazione pieno di speranze: Luz si muove tra le strade di Roma con l’imbarazzo e lo spaesamento di chi non ha punti di riferimento. Le vengono rubati i soldi con l’inganno, l’affittuaria italiana assomiglia a una aguzzina, il posto dove dorme è condiviso con almeno altre tre persone: condizioni poco dignitose, l’ immigrato è schiavizzato e inserito nella catena di montaggio per la sopravvivenza. Se volessimo cercar un punto di riferimento cinematografico La Schivata e La Vita di Adele di Kechiche sembrano le opere più vicine per temi e toni. Quando Adrian Silvestre aderisce al punto di vista di Luz il film decolla: memorabile la scena degli incontri con possibili candidati mariti selezionati attraverso una applicazione del cellulare; all’epoca degli Smartphone e di Skype è facilissimo incontrarsi ma è praticamente impossibile capirsi. Nella seconda parte entra in scena Fran (Nicole Costa) che con l’inganno riesce a strappare il primo appuntamento a Luz e poi si insinua dentro la sua vita con l’astratto furore di una rivoluzionaria. Fran sembra una guerrigliera del quarto stato scesa in campo a rivendicare i diritti del proletariato: la sua filosofia è di vivere alla giornata, cercando di mantenere una propria indipendenza intellettuale e libertà di movimento. Silvestre è molto bravo a mettere di fronte l’imbarazzo di Luz che scopre la propria omosessualità e l’intraprendenza dell’amazzone Fran, rullo compressore che travolge tutto e tutti. La parte finale del film, che si svolge nei locali dell’Accademia di Spagna a Roma, soffre di un vistoso calo della tensione emotiva e di qualche semplificazione narrativa (la vicenda dell’aborto, il riccone che si porta a casa le due sudamericane). Los Objetos Amorosos è una opera prima sincera e indipendente e regala il meglio di sé quando cerca l’approccio naturalistico al posto delle divagazioni finzionali. La gran parte degli immigrati che arriva nel nostro paese diventa vittima di un sistema di sfruttamento che ne mina profondamente l’identità: tra la necessità di adattamento e la voglia di ritornare a casa sta quella zona grigia di relazioni interpersonali influenzate da differenze sociali ed economiche. Ma è proprio quando ci relazioniamo con gli altri che impariamo tantissimo su noi stessi. Se nella relazione sentimentale è più importante la facoltà d’amare piuttosto che l’oggetto del desiderio allora Fran insegna a Luz la importanza dell’aprire il proprio orizzonte visivo per comprendere la realtà che la circonda e riuscire a sopravvivere: anche se le strade sono destinate a separarsi rimane la certezza di essere soggetti capaci d’amare e non solo oggetti d’amore.

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