#SiciliaQueerFilmFest – Diario della quinta giornata

E venne il giorno di Dominique Sanda. La carismatica attrice francese ha parlato del suo rapporto con Bernardo Bertolucci durante la lavorazione del film Novecento, tra entusiasmo e riconoscenza

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E venne il giorno di Dominique Sanda. La carismatica attrice francese, da tempo residente in Uruguay e da poco cittadina onoraria di Palermo, ha fatto la sua comparsa al Cinema Vittorio De Seta accolta da un lungo e caloroso applauso. Accompagnata dal direttore del festival Andrea Inzerillo e dal giornalista Umberto Cantone ha parlato del suo rapporto con Bernardo Bertolucci durante la lavorazione del film Novecento (1976).

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Dopo la fortunata collaborazione ne Il Conformista (1970), il regista parmense scelse lei e Jean Louis Trintignant per i ruoli principali de Ultimo Tango a Parigi (1972) ma per diversi motivi (la Sanda rimase incinta) i ruoli poi vennero affidati a Marlon Brando e Maria Schneider. Successivamente Bertolucci le fece leggere la sceneggiatura di Novecento e, intuendo la grande portata dell’operazione, l’adesione fu senza riserve. Nel ricordare i particolari della lavorazione del film la Sanda è scesa nei dettagli dell’analisi tecnica ricordando la bellezza della scenografia, la cura della sceneggiatura, la fotografia di Storaro e le musiche di Morricone. Per Dominique Sanda, nel film più che la differenza di classe, è presente una forte componente poetica e pittorica,così come una condanna senza appello contro tutti i fascismi e gli estremismi. L’attrice ha trasmesso alla platea l’entusiasmo e la riconoscenza a Bertolucci per avere fatto parte di una opera che ha segnato la storia del cinema italiano. In effetti a quarant’anni dalla sua uscita il film mantiene intatto il suo fascino come la splendida protagonista.
Il quadro Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo che appare sui titoli di testa è una dichiarazione di intenti. Attraverso la pittura, la musica, la poesia, Bernardo Bertolucci porta avanti un discorso socio-politico che attraversa i primi cinquant’anni del XX secolo e tutte le trasformazioni che hanno riguardato il proletariato e il mondo contadino. Attraverso la storia di Olmo (Gerard Depardieu) e Alfredo (Robert De Niro) osserviamo gli eventi storici susseguirsi e influenzare le vite dei singoli personaggi (i primi scioperi, la Grande Guerra, la nascita del fascismo, l’organizzazione della resistenza, i tribunali del popolo).
C’è una scena in particolare che sottolinea come il movimento fascista nasca dal desiderio dei grossi proprietari terrieri di mantenere il controllo sui propri latifondi minacciati dalle proteste dei lavoratori, spesso sottoposti a ingiustizie e privazioni: il gruppo di grandi latifondisti si incontra in una chiesa per organizzare le proprie difese, iniziando una raccolta di soldi che è alla base del futuro movimento fascista . La scalata al potere di Attila (Donald Sutherland) riflette questa reazione violenta al comunismo, col preciso scopo di soffocare ogni tentativo di lotta di classe. Bertolucci parte dal melodramma verdiano (Rigoletto) per arrivare ai canti partigiani (“Sebben che siamo donne paura non abbiamo”) che si levano alti contro ogni sopruso e ogni deriva autoritaria, mentre le bandiere rosse si agitano verso l’oppressore.
Nel principio di azione e reazione il sesso e la violenza riflettono le spinte pulsionali primitive

AL-DI-LA-DELLO-SPECCHIO presenti sin dall’infanzia e adolescenza (Olmo e Alfredo confrontano i propri membri, poi da grandi si contendono la prostituta Neve). La successione di quadri viventi spesso mutuati dalla arte pittorica (citazioni di Renoir, Caravaggio, Monet, Corot fino ad arrivare all’espressionismo tedesco o all’art deco’ di Tamara De Lempicka) porta tutta l’opera verso il versante immaginifico e favolistico, nel punto in cui la Storia assume le connotazione del Mito. Il sogno del desiderio del primo atto si trasforma in un incubo sadico e violento nel secondo atto con la ipertrofizzazione pulp degli eccidi di Attila e Regina. Novecento si chiude su un eterno loop che vede coinvolti ricchi e poveri, amici e nemici, che si rincorrono dispettosi e litigiosi come bambini mai effettivamente cresciuti.

La giornata si è conclusa con la proiezione, per la sezione competitiva “Panorama Queer”, nello spazio dell’Arena dei Cantieri Culturali alla Zisa, di Al di là dello specchio di Cecilia Grasso, un film inchiesta sul fenomeno del drag kinging, ossia delle donne che si travestono da uomini per smascherare stereotipi e pregiudizi intorno alla costruzione identitaria.

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