"Signorina Effe", di Wilma Labate

L’anno più duro degli scioperi degli operai italiani diventa un campo di battaglia non più solo politico ma anche profondamente emotivo. Tra inserti originali dell’epoca e finzione narrativa la regista costruisce un dramma femminile che diventa rappresentativo dei cambiamenti sociali di quel periodo e delle persone che lo hanno vissuto.

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Settembre 1980, Torino. La Fiat annuncia il licenziamento di 15.000 operai e la cassa integrazione per altri 24.000. Inizia un lungo e durissimo sciopero che durerà oltre un mese e che segnerà un punto di svolta nelle dinamiche contrattuali (e di potere) tra il mondo operaio e quello padronale.

La chiave di lettura di questo periodo viene inserita, dagli sceneggiatori (oltre alla regista ci sono anche Domenico Starnone e Carla Vangelista), all'interno delle dinamiche di una storia d'amore e di passione. Quella tra un operaio impegnato in prima persona nelle lotte sindacali, Sergio, e una impiegata della FIAT, Emma, ad un passo dalla laurea in matematica e fidanzata con un ingegnere dell'azienda torinese, Silvio.

La continua attrazione e repulsione che Emma prova per Sergio diventa il simbolo delle paure ma anche dell'interesse che una persona esterna alla lotta politica può provare per il movimento operaio e per chi vi appartiene. La scoperta dell'ideologia, in Emma, si confonderà con i sentimenti, portandola a rimettere in discussione la sua vita e le sue aspirazioni borghesi. Anche se non le concederà la forza per arrivare fino in fondo alle proprie scelte. Perché il dramma di questa storia è prima di tutto femminile, rinchiuso nel corpo nervoso e allo stesso tempo delicato di Emma (e dell'attrice che la interpreta, Valeria Solarino). Perché la sua lotta è prima di ogni cosa interiore, emotiva, essendo lei divisa tra il legame con Silvio, quello con la propria famiglia (dalla quale vorrebbe emanciparsi) e la passione per Sergio.

Tornare a parlare di operai e del lavoro in fabbrica in un momento in cui il lavoro precario sembra la sola realtà possibile significa fare i conti con la propria storia. Wilma Labate sceglie un registro narrativo a metà strada tra la fiction e il documentario, inserendo materiale d'archivio originale (servizi del tg, filmini in super8, una vecchia pubblicità della FIAT) nel tessuto finzionale del racconto.

La ricostruzione dell'epoca è quindi molta attenta e filologica, quasi un'altra protagonista in costante rapporto dialettico con il personaggio di Emma, che la rappresenta, ad un livello umano, con le sue contraddizioni e i suoi dubbi.

Signorina Effe è un'opera coraggiosa, forse con il solo difetto di alcuni passaggi narrativi troppo prevedibili e didascalici, che ha però il merito di muoversi controcorrente rispetto al revival degli anni ottanta ancora in atto (sia al cinema che fuori) e che dell'inizio di quel decennio ci mostra la faccia arrabbiata e contestatrice. Un film fatto di corpi e voci che chiedono un cambiamento e che ci ricordano le lotte di un'intera generazione per non farsi più fagocitare da quell'organismo divoratore che è la fabbrica stessa.

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Regia: Wilma Labate

Interpreti: Filippo Timi, Valeria Solarino, Sabrina Impacciatore, Fausto Paravidino, Fabrizio Gifuni.

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 95'

Origine: Italia, 2007

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