SOUNDTRACKS – “Questione di tempo”, di Richard Curtis

questione di tempo

La capacità del regista e dei suoi consulenti musicali sta nel saper mescolare generi e artisti molto dissimili, bilanciandoli e inserendoli nei giusti contesti narrativi. Dal pop inglese alla musica RnB, dalla musica leggera italiana all'indie rock, la commedia trae la sua forza dalla commistione di aspetti differenti che riescono a valorizzarsi a vicenda

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In Questione di tempo, la nuova commedia romantica diretta da Richard Curtis, il protagonista Tim possiede, come ogni uomo della sua famiglia, il dono di poter viaggiare indietro nel tempo. Peculiarità che, per la durata del film, viene concessa, musicalmente parlando, anche allo spettatore. La localizzazione spazio/temporale dell'inizio della pellicola, con la disastrosa festa di Capodanno che porta il padre di Tim a confidargli il segreto di famiglia, ci è data proprio dalla musica in sottofondo con brani pop di enorme successo della prima metà degli anni 2000, che torniamo ad ascoltare più volte nel corso del film grazie ai viaggi nel tempo intrapresi dal giovane protagonista.

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Regista, sceneggiatore e produttore inglese, Curtis inizia la sua carriera sul finire degli anni '80, firmando, in vesti sempre diverse, le migliori commedie inglesi degli ultimi due decenni. Come sceneggiatore e produttore di Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill e Il diario di Bridget Jones ha dato un nuovo corso al genere della commedia romantica, creando personaggi ormai divenuti parte dell'immaginario collettivo. Anche in questi film le colonne sonore erano di fondamentale importanza per far sì che lo spettatore rimanesse ancor più coinvolto emotivamente. La scelta, nella quasi totalità dei casi, è ricaduta su artisti pop/rock inglesi come Robin Williams, Ronan Keating e The Troggs. Una scelta popolare dunque, dettata dalla volontà di arrivare al maggior numero di spettatori possibili che si accordava perfettamente con l'obiettivo alla base di quelle pellicole.

 

Anche nei film diretti da Curtis la scelta delle musiche non è dissimile. Per Love Actually, commedia corale natalizia del 2003, oltre alle composizioni originali di Craig Armstrong, autore delle musiche di Moulin Rouge!, Ray eThe Great Gatsby, Curtis ha optato per un mix di pop, soul e rock. Dalla ballata dei Maroon 5 al classico natalizio intonato da Otis Redding, Love Actually è un debutto alla regia coerentemente in linea con le precedenti esperienze lavorative delle quali ha assorbito l'atmosfera. È con I Love Radio Rock, suo secondo lungometraggio in veste di regista, che Curtis realizza una selezione musicale perfetta. La trama stessa lo aiuta non poco. Per raccontare le fittizie vicende di Radio Rock, emittente radiofonica pirata della metà degli anni '60 che trasmetteva da una nave ancorata nel Mare del Nord, Curtis si avvale di un numero cospicuo di brani dell'epoca. Oltre al contributo di uno dei compositori più talentuosi e proficui del cinema, il tedesco Hanz Zimmer, con all'attivo vent'anni di carriera e svariate candidature all'Oscar, la colonna sonora impreziosisce un film che già godeva di una buona sceneggiatura e di personaggi ben caratterizzati. La quantità e varietà di canzoni è tale da poter ascoltare classici soul come Stay with me baby di Lorraine Ellison, il gruppo femminile Martha and The Vandellas passando per il rock psichedelico dei Cream con I Feel Free e il pop rock dei The Kinks con la loro All Day And All The Night. In I Love Radio Rock la musica scandisce ogni inquadratura e i personaggi principali sono definiti da un determinato genere musicale che li caratterizza agli occhi degli spettatori.

 

Fedele alla formula, Curtis torna a dare alla musica un ruolo importante anche nella sua ultima fatica registica con l'ausilio dell'ex leader dei The Dream Academy, Nick Laird-Clowes.

 

 In Questione di tempo la musica diegetica è per lo spettatore un indizio temporale efficace e puntuale che lo porta ad orientarsi tra i viaggi nel tempo di Tim. Sia per quest'ultima che per la musica extra-diegetica la scelta di Curtis ricade nuovamente su brani popolari. In questo caso, però, l'insieme dei pezzi assemblati per la colonna sonora risulta ancor più eterogeneo rispetto ai lavori precedenti. La capacità di Curtis e dei suoi consulenti musicali sta proprio nella furbizia di saper mescolare generi e artisti molto dissimili, bilanciandoli ed inserendoli nei giusti contesti narrativi. Dal pop più immediato delle Sugababes alla rivisitazione della musica RnB e soul di Back to Black interpretata da Amy Winehouse, Curtis ci porta poi al rock gotico di Nick Cave con la sua splendida Into My Arms o alla profondità della voce notturna di Cat Power con Lived in Bars fino ad un classico dei The Cure come Friday I'm in love. La vera sorpresa però è la presenza nel film di un classico della musica leggera italiana come Il Mondo di Jimmy Fontana. Il brano, datato 1965 e arrangiato da Ennio Morricone, accompagna, con il suo andamento inizialmente dimesso per poi esplodere nel finale orchestrale, una delle scene più importanti della pellicola e ne diventa vero e proprio brano simbolo. Ancora una volta Richard Curtis è riuscito a creare una commedia, sebbene in questo caso con qualche incertezza nel finale, che trae la sua forza dalla commistione di aspetti differenti che riescono a valorizzarsi a vicenda.

 

 

Track listing:

Ben Folds – The Luckiest

Jon Boden, Sam Sweeney & Ben Coleman – How Long Will I Love You

Paul Buchanan – Mid Air

Groove Armada – At The River

The Cure – Friday I'm In Love

Amy Winehouse – Back To Black

Ron Sexsmith – Gold In Them Hills

Nick Laird-Clowes – The About Time Theme

Nick Cave – Into My Arms

Jimmy Fontana – Il Mondo

Nick Laird-Clowes – Golborne Road

The Killers – Mr. Brightside

Sugababes – Push The Button

Tatu – All The Things She Said

Barbar Gough – When I Fall In Love

Sebastien Klinger, Jürgen Kruse – Spiegel Im Spiegel

Ellie Goulding – How Long Will I Love You

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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