SPECIALE THE CONJURING 2 – Fantasmi ad Hollywood: James Wan

Entra di diritto nella nostra politica degli autori. Tra horror e action, c’è già una precisa identità e un’idea di un cinema che sembra riciclarsi e nvece offre molteplici variazioni

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Molte volte non ci si rende subito conto del potenziale di alcuni cineasti. Si incasellano e valutano erroneamente dentro il cinema di genere, si giudicano i loro film singolarmente senza subito inquadrarli all’interno di uno sguardo più complesso. Una decisa marcia indietro che vogliamo fare è proprio con il cinema di James Wan così come l’abbiamo fatta un po’ di tempo fa con Steven Soderbergh. Arriva ad un certo punto il film che fa scattare la scintilla, che ci porta a guardare la carriera di un cineasta sotto una nuova luce. Non si trattano di film che piacciono e basta.

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james wan e vin diesel sul set di fast & furious 7Nel caso di James Wan era già accaduto con Insidious, anche se all’interno di Sentieri Selvaggi siamo spesso stati abbastanza divisi, come potete vedere da alcune recensioni. Ma poi arriva quel momento in cui si rintraccia subito una precisa identità dalle prime inquadrature. Ed il colpo di fulmine deciso è avvenuto con Fast & Furious 7, forse il migliore della serie, un film di strada stranamente claustrofobico, con la presenza/assenza di Paul Walker morto proprio durante le riprese. Che è un corpo fisico e astratto, proprio come l’entità visibile/invisibile che sconvolge l’esistenza della famiglia Lambert in Insidious (2010) e Oltre i confini del male – Insidious 2 (2013). Walker in Fast & Furious 7 non è certamente una malefica presenza ma quasi un angelo, come si vede anche nel finale del film, tra i più emozionanti della saga. Arriva da Lubitsch e Dieterle e passa per Rob Cohen. Quasi una sfida, un ribaltamento della saga così come ha fatto con il cinema horror. Dove Wan riprende certamente la lezione di Robert Wise (Gli invasati, 1963) e Tobe Hooper (Poltergeist. Presenze demoniache, 1982) ma finalmente la sua visione sgombra da quei giochetti mockumentary alla Paranormal Activity. Qui il terrore appare vero e le case non proteggono più. Il nemico può essere dappertutto. In una stanza abbandonata, dietro un muro.

vera farmiga the conjuring il caso enfeldThe Conjuring – Il caso Enfeld è partito alla grande. Negli Stati Uniti ha quasi doppiato la sua spesa. Costato 40 milioni di dollari, ne ha già incassati oltre 73. Del resto anche il primo ha superato i 316. E come ha sottolineato Sergio Sozzo nella sua recensione, questo sequel “arriva a minare la confezione fin troppo adamantina del primo The Conjuring“. Come se un film non gli bastasse. Lo ha dimostrato con Insidious e anche con Saw – L’enigmista (2004). Il suo primo lungometraggio, realizzato quando aveva appena 26 anni, si basa infatti su un suo corto dell’anno precedente e ha creato una nuova icona del new horror, l’Enigmista, mettendosi in luce per una dimensione claustrofobica dove non mette più angoscia la crudezza delle azioni ma proprio l’attesa di qualcosa di terribile che sta per accadere.

saw l'enigmistaIl cinema per James Wan è una missione. Anzi una fissazione di questo cineasta nato in Malesia nel 1977 ma cresciuto in Australia che ha sempre avuto una sola idea in testa da quando aveva 11 anni: diventare regista. Frequenta così il prestigioso Royal Melbourne Institute of Technology e lì conosce Leigh Whannell che diventa il suo principale collaboratore come sceneggiatore e dirigerà poi Insidious 3 (2015). Poi dirige il corto Stygian nel 2000 dove già emerge quella dimensione di uno spazio che viene percepito in maniera alterata. Al centro di questo corto horror c’è una giovane coppia intrappolata in un nuovo mondo chiamato Exile. Questo film vince il Festival du film Underground a Melbourne ma sarà proprio il successivo cortometraggio, Saw, a lanciarlo.

james wan sul set di insidiousAnche quando non è più dietro la macchina da presa, si sente sempre comunque la sua mano. Di tutta la celebre saga di Saw, fino al capitolo finale, è sempre stato produttore esecutivo. E in un certo modo il serial killer appassionato di puzzle può essere il primo vero fantasma del suo cinema, quello che ritornerà sotto altre forme anche nel successivo Dead Silence (2007) attraverso un ventriloco che continua a vivere attraverso le sue marionette, che è un horror dall’impianto più tradizionale che può considerarsi come il genitore di The Conjuring.

L’altra sua anima, come si è visto, è il cinema d’azione. Sorprende come i suoi tempi dilatati dell’horror possono diventare rapidissimi invece non solo in Fast & Furious 7 ma anche nel thriller Death Sentence (2007) dove Kevin Bacon è una sorta di nuovo ‘giustiziere della notte’ in cerca di vendetta dopo che suo figlio è stato ucciso.

Sembra esserci sempre qualcosa dentro l’inquadratura nel cinema di James Wan. Qualcosa che non si vede a un primo sguardo ma che può manifestarsi attraverso successivi ingrandimenti. La sua idea di cinema sembra riciclarsi eppure funziona quasi sempre. Perché proprio in una falsa ripetizione ci sono invece le molteplici variazioni di un cineasta/produttore che sembra avere saldamente in mano tutti i progetti in cui è coinvolto. Che ha il coraggio di rifiutare anche un cachet considerevole per Fast & Furious 8 perché ci teneva a girare The Conjuring – Il caso Enfeld. Che si butta a capofitto su nuovi progetti, anche se sembrano diversissimi. Siamo quindi in attesa del prossimo Mortal Kombat come produttore, dell’episodio della serie tv MacGyver e di Aquaman, previsto per il 2018.

LA NOSTRA TOP 3

THE CONJURING – IL CASO ENFELD

 

FAST & FURIOUS 7

 

OLTRE I CONFINI DEL MALE – INSIDIOUS 2

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