"Tandem", di Patrice Leconte

Era il 1987, e Leconte svoltava verso la commedia amara, presentandosi ad una Francia in grande trasformazione con una coppia da romanzo, da film o da fumetto, in cui se Rivetot è Sancho Pancha, Bernardo e Cico insieme, Mortez non è né Don Chisciotte, né Zorro né Zagor.

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Era il 1987. Bernardo Bertolucci vinceva l'Oscar con L'ultimo imperatore, Mastroianni si imponeva a Cannes (per Oci ciornie), e Volontè faceva lo stesso a Berlino (per Il caso Moro). Patrice Leconte girava Tandem, svolta di una carriera iniziata dieci/quindici anni prima: metteva da parte la commedia leggera e si rivolgeva a quella amara, introspettiva, che successivamente – con risultati alterni – avrebbe intercalato a drammi e meló. Per la seconda volta incontrava l'icona-Rochefort, "il marito della parrucchiera" che gli avrebbe portato, di lì a tre anni, tanta notorietà in patria e all'estero; e, in seguito, il protagonista di altri suoi film più o meno riusciti, fino ai grandi consensi de L'uomo del treno.

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Era il 1987, dunque. Rochefort è monsieur Mortez, da venticinque anni orgogliosamente in giro per la Francia per condurre in diretta il suo quiz radiofonico itinerante; accanto a lui, a dividere stanze d'albergo e cene economiche, il factotum Rivetot (Gérard Jugnot, regista e interprete nel 2001 di Monsieur Batignole), fido scudiero consacrato alla missione del benessere del suo sire e della perfezione del programma. Ma le radio devono rinnovarsi, devono seguire i gusti mutevoli del pubblico, e il quiz di Mortez – a sua insaputa – è destinato a morire…


Lo sguardo è incentrato sui protagonisti, una tipica accoppiata da romanzo, da film, da fumetto. Se Rivetot, con la remissività e devozione unite alle gag, è Sancho Pancha, è Bernardo, è Cico, Mortez non ha il carattere di Don Chisciotte, né l'idealismo di Zorro, o il coraggio di Zagor. Piuttosto, sua è l'inquietudine dell'esistenza, il desiderio inconscio di abbandonarsi alle reazioni vagali stimolate dal cervello, che gli comanda di staccare, di interrompere la diretta e di lasciarsi andare. Sul suo volto si legge il malessere, mentre su quello del suo aiutante la compassione, nella scoperta di quanto possa essere crudele la vita; in mezzo c'è un mondo che cambia – la Francia di metà anni Ottanta, alle porte della sterzata elettorale conservatrice e della "convivenza" di destra e sinistra ai vertici dello Stato – e la fatica, la necessità, di adeguarsi alla trasformazione.


Sulle autostrade, le macchine andavano sempre più forte, e con presenze metafisiche e surreali – umane o animali che fossero – Leconte cercava in qualche modo di rallentarle. A vederlo oggi, questo film, non si può fare a meno di parlarne al tempo imperfetto; ma ormai è troppo tardi per tornare indietro.


 


Titolo originale: Tandem
Regia: Patrice Leconte
Sceneggiatura: Patrick Dewolf, Patrice Leconte
Fotografia: Denis Lenoir
Montaggio: Joëlle Hache
Musica: François Bernheim
Scenografia: Ivan Maussion
Interpreti: Gérard Jugnot (Rivetot), Jean Rochefort (Mortez), Sylvie Granotier (la libraia), Julie Jézéquel (la cameriera dell'Hotel de la Gare), Gabriel Gobin (anziano barman), Jacques Rousselot (Monsieur Vaillant), Françoise Baut (M.me Meurisse)
Produzione: Philippe Carcassonne, René Cleitman
Distribuzione: BIM
Durata: 86'
Origine: Francia, 1987


 

 

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