#TFF34 – Slam – Tutto per una ragazza, di Andrea Molaioli

Il bisogno di libertà, la voglia di evadere e la paura del futuro sono temi molto cari a Nick Hornby, che Andrea Molaioli riesce a restituire in una commedia divertente di gradevole semplicità.

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Samuele (Ludovico Tersigni) è un giovane skater sulla soglia dei diciassette anni, cresciuto con la madre (Jasmine Trinca) che lo ha avuto alla tenera età di sedici. Quando non va a scuola, Samuele prova e riprova i suoi trick con lo skate; la filosofia dello skateboard è quella di cadere e ricadere finché non si riesce nell’intento. Indifferente, come la maggior parte degli adolescenti ai consigli della madre a ancor meno a quelli del padre scapestrato (Luca Marinelli), la vera guida di Samuele è Tony Hawk, lo skater più famoso del mondo, la cui biografia sembra procedere in parallelo con la sua vita. Un giorno Samuele incontra Alice (Barbara Ramella) con cui inizia una giovane storia d’amore che li conduce ad una gravidanza inaspettata.

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Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Il gioiellino) si muove agilmente in questa commedia sentimentale, supportato da una storia semplice ma originale, frutto della mente ironica di Nick Hornby. La forza di questo film sta nel raccontare senza fronzoli ed esagerazioni la storia di due adolescenti e, di conseguenza, la storia della crescita in generale e dell’assunzione delle responsabilità che riguarda anche (e soprattutto) il mondo degli adulti. Il bisogno di libertà, il sorriso di fronte al comportamento maschile impacciato e immaturo rispetto a quello femminile, la voglia di evadere e la paura del futuro sono temi molto cari a Nick Hornby, che Andrea Molaioli riesce a restituire con una gradevolissima semplicità.

Oltre ad un ottimo adattamento al contesto italiano, ciò che più colpisce è il rapporto che si crea fra i due ragazzi, che viene restituito con grazia nella scrittura.

slam-tutto-per-una-ragazza-andrea-molaioliIl punto è che la storia in sé non s’abbandona alle soluzioni semplici: fra i due ragazzi non c’è un amore illimitato che supera ogni frontiera, vengono raccontati come giovani inesperti che hanno davanti un intero mondo da scoprire. La sceneggiatura (scritta dal regista insieme a Francesco Bruni e Ludovica Rampoldi) non risulta mai macchinosa ma sempre bilanciata da una leggerezza di sottofondo, debitrice certamente dello stile di Hornby ma del tutto ben restituita nella messa in scena cinematografica.

Certo, qualcosa stona: il personaggio di Samuele non sempre emerge nella sua complessità e a tratti il film si abbandona a sequenze eccessivamente retoriche. Ma si può e si deve andare al di là di tutto ciò, perché nel complesso Slam è un film delicato e divertente, con personaggi che fanno sorridere e ridere di gusto.

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