#TFF37 – Sono innamorato di Pippa Bacca, di Simone Manetti

Emozionante documentario/testimonianza che riesce nel duplice intento di preservare la memoria di una donna artista anticonformista e contemporaneamente di ergerla a esempio di impegno civile

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L’8 marzo del 2008 le due performer Pippa Bacca e Silvia Moro diedero il via al percorso artistico BRIDES ON TOUR – SPOSE IN VIAGGIO: l’idea era di attraversare da Milano a Gerusalemme 11 nazioni che avevano sofferto la guerra, viaggiando in autostop e in vestito da sposa. Il messaggio era di pace e tendeva la mano a quelle popolazioni che avevano sofferto lutti e atrocità durante diversi conflitti bellici. Il viaggio in realtà terminerà nei pressi di Istanbul il 31 marzo dello stesso anno quando Pippa Bacca verrà violentata e uccisa da un balordo che le aveva dato un passaggio in jeep.
Dopo dieci anni dall’evento Simone Manetti, regista livornese classe 1978 (Ciao amore, vado a combattere), riprende il materiale d’archivio girato durante la performance e lo arricchisce di interviste ai familiari (la madre e le sorelle) e alla superstite di quella avventura. Con un montaggio ben equilibrato osserviamo la concitazione e la frenesia delle riprese amatoriali sostituite dalla macchina fissa delle interviste, spesso con un rigore geometrico che sembra contenere a stento il dolore e il senso di colpa. Era una impresa troppo pericolosa? Le due ragazze dovevano viaggiare con una troupe cinematografica? Non avrebbero dovuto mai separarsi e compiere la parte finale del viaggio da sole? In realtà a posteriori è facile fare illazioni e supposizioni, più difficile è ammettere che il caso e l’imprevisto sono sempre in agguato anche in situazioni apparentemente programmate e senza rischio.

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Quello che invece rimane è il gesto artistico di Pippa Bacca: un gesto puro, folle, rivoluzionario che spazza via le parole vuote e le tramuta in fatti, azioni, discese in campo a rischio della propria incolumità. Pippa ha sempre affrontato la vita a testa alta senza risparmiarsi: la osserviamo lavorare sulle Surgical Mutations (foglie ritagliate trasformate in altre piante), vediamo le sue creazioni lavorando sulle foto dei tanti che le hanno dato un passaggio (viaggiava da sempre in autostop), il suo sporcare il vestito da sposa portando lo strascico in ogni dove (l’idea era nata da una canzone di De André e dal fatto che a un matrimonio la sposa era terrorizzata dal macchiare lo splendido vestito bianco), il suo cantare a squarciagola nel gruppo Bubble-Gum, le sue personalità multiple (irresistibile è quella della nobile Eva Adamovic).

Sempre col sorriso sulle labbra, sempre disposta all’accoglienza e alla fiducia nella gente, Pippa lava i piedi alle ostetriche del posto in un gesto umile altamente simbolico. Il vestito di Silvia Moro si arricchisce invece dei ricami delle donne del luogo ad ogni paese che viene attraversato. Milano-Venezia-Gorizia-Banja Luka-Sarajevo-Belgrado-Sofia e infine Istanbul. C’è sempre qualcuno che ti accoglie, c’è sempre qualcuno che ti trova un posto dove mangiare e dormire. Finché irrompe il Male che è banale, stupido, violento. E che diventa quasi grottesco in quella ripresa di un matrimonio turco che apre e chiude il film raggelando lo spettatore. Può un singolo mostro fare perdere la fiducia in tutto il genere umano? Pippa Bacca scuoterebbe la testa e disarmerebbe l’interlocutore con un sorriso di perdono.
Sono innamorato di Pippa Bacca è un emozionante documentario/testimonianza che riesce nel duplice intento di preservare la memoria di una donna artista anticonformista e contemporaneamente di ergerla a esempio di impegno civile. Pippa rimane immortalata in un vestito da sposa, in qualcosa di bianco che piano piano va in dissolvenza invadendo lo schermo. L’esplosione della luce e dell’ amore a volte può avvenire in un modo crudele e accecante.

“Ho visto la smorfia del suo dolore,
ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante
anche io vorrei luce ed amore
ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante.”
Fabrizio De André, Giovanna D’Arco

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