The Teacher, di Jan Hrebejk
Una prova interessante quella di Hrebejk, eppure, nel tentativo di trovare una misura equa fra tematiche e toni narrativi, il film perde l’iniziale stato di grazia e si smarrisce inesorabilmente
Jan Hrebejk sfugge alla trappola del copia-incolla nel raffigurare una città, nello specifico una periferia, che come tante ruota silenziosa e ubbidiente nell’immensa orbita del blocco sovietico. Siamo a Bratislava, Cecoslovacchia, a pochi anni di distanza dalla caduta del muro. Il Partito non rifulge più come prima, ciò che resta è un flebile bagliore sulla scia del soffocamento, ma chi riveste o è stato investito di una nomina, ufficiale o meno, per innalzarne l’ideologia viene ossequiosamente rispettato nonché temuto. Da ciò la preoccupazione, la frustrazione e lo sdegno quando l’abuso è a carico di chi non possiede un’armatura abbastanza robusta e l’eco di giustizia cui aggrapparsi raggiunge una forma solida soltanto fra i pochi che non alimentano più la fiamma di un passato decadente.
Maria Dradzechovà è una professoressa quantomai singolare. Veste abiti colorati, calza i tacchi, anche se bassi, e sembra genuinamente interessata alla vita dei suoi alunni, cui chiede con gentilezza, già il primo giorno, quale sia il lavoro di mamma e papà. Domanda unica, va da sé, eppure essenziale per comprendere l’approccio di Hrebejk: una società che, sebbene rinchiusa nella cortina di ferro di mille obblighi e prestazioni, traina con il favore di molti un sistema scolastico-commerciale, dove la vecchia norma del do ut des, il baratto, fa storcere il naso a chi avvalora un’ideologia che fa l’occhiolino all’Occidente, seppur, permettiamoci, a quell’embrione che non immaginava gli effetti del capitalismo. Il regista non sale sul pulpito per redarguire la maestra cattiva, anzi c’è una certa comicità nelle di lei richieste (una torta da spedire alla sorella in Russia oppure gli alunni/Hansel e Gretel che le puliscono da cima a l’appartamento). Inoltre, gli alunni ostracizzati dall’abbraccio rosso non risultano così puliti e un genitore, avvenente e quindi puntato dalla single Maria, custodisce un passato piuttosto torbido. Di sicuro la riunione indetta dalla preside dopo un tentativo di suicidio raggiunge gli attimi di maggiore tensione; un atto scaturito dalla prepotenza, dal dispotismo, non solo della professoressa, ma di chi dispone i residui di un potere intoccabile. Una prova interessante quella di Hrebejk, sebbene troppo cauta, leggera. Il film, non volendo marchiarsi di alcuna classificazione, galleggia placido fra le risate, gli insulti, e l’ardimento dei combattenti, ma in nessuna delle invettive trova il giusto stato di grazia.
Titolo originale: id.
Regia: Jan Hrebejk
Interpreti: Zuzana Mauréry, Zuzana Konecná, Csongor Kassai, Tamara Fischer, Martin Havelka, Éva Bandor
Origine: Repubblica Ceca, Slovacchia, 2016
Distribuzione: Satine Film
Durata: 102′