The Tribe, di Myroslav Slaboshpytskkiy

Privo di dialoghi e sottotitoli, vincitore nel 2014 del Gran Premio della Semaine de la critique al Festival di Cannes è un affresco devastante all’interno di un collegio dell’ex Unione Sovietica

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In Ucraina, Sergey un giovane sordomuto entra in un istituto e da subito è costretto a subire soprusi e violenze fisiche e psicologiche dai più “anziani” del gruppo. Lentamente si innamora di una delle ragazze più attraenti dell’istituto, Anya, costretta sempre dagli “anziani” a prostituirsi con i camionisti. Sergey si innamora, ma non è al corrente che molto presto forse non la rivedrà mai più, perché potrebbe essere spedita in Italia da uno degli istitutori.

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Le parole del quarantunenne regista esordiente al lungometraggio: “È un mio vecchio sogno quello di rendere omaggio al cinema muto. Fare un film che possa essere compreso senza che venga detta una parola. Non pensavo però a un certo tipo di cinema europeo ‘esistenzialista’ in cui gli eroi stanno zitti per metà della durata del film. Anche perché gli attori non erano muti nei film muti. Comunicavano molto attivamente attraverso un’ampia gamma di azioni e di linguaggio corporeo. Questo film è basato sui miei ricordi scolastici e su quello che mi era stato detto dagli specialisti sul mondo dei sordomuti. Non servono parole per esprimere queste emozioni”.

the tribePrivo di dialoghi e sottotitoli, vincitore nel 2014 del Gran Premio della Semaine de la critique al Festival di Cannes è un affresco devastante all’interno di un collegio dell’ex Unione Sovietica, dominato da leggi tribali. Sergey deve conquistare la fiducia dei compagni, partecipando alle loro scorribande, fatte di furti, rapine e diverse altre attività illecite. L’amore per Anya destabilizzerà il branco, fino a rendere insopportabile l’atmosfera. Un’opera sul mondo dei sordi con attori realmente sordi, nessun professionista e tutti ragazzi di strada, molti provenienti da condizioni sociali indigenti.

Il regista ha lavorato inizialmente, prima della realizzazione del film e sulle basi del suo cortometraggio del 2010 Deafness (Sordità), con la comunità dei sordi nel suo Paese e con i dirigenti delle organizzazioni a loro dedicate. La forza del film sta nel riuscire a raccontare, attraverso uno stile duro e scorporato da ogni spettacolarizzazione, il mondo dei giovani costituito da sentimenti forti e chiari, senza compromessi, per i quali le parole risultano superflue. Nessun primo piano e tutto girato “abitando” la distanza, imprimendo un’importanza assoluta al linguaggio del corpo e del (con)tatto.

 

 

Titolo originale: Plemya
Regia: Myroslav Slaboshpytskkiy

Interpreti: Rosa Babiy, Alexander Dsiadevich, Grygoriy Fesenko, Yana Novikova

Distribuzione: Officine Ubu

Origine: Ucraina, 2014

Durata: 132’

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