Ti ricordi di me? – Incontro con Rolando Ravello, Edoardo Leo e Ambra Angiolini
E’ stata presentata stamattina Ti ricordi di me? l’ultima commedia dell’attore regista Rolando Ravello. Tratto da una pièce teatrale di Massimiliano Bruno il film vede nel cast Edoardo Leo, Ambra Angiolini e Paolo Calabresi. La pellicola, distribuita da 01, uscirà il 3 aprile in 300 copie.
E’ stata presentata stamattina Ti ricordi di me? l’ultima commedia dell’attore regista Rolando Ravello (Tutti contro tutti, Gli equilibristi). Tratto da una pièce teatrale di Massimiliano Bruno (Nessuno mi può giudicare, Viva l’Italia) il film vede nel cast Edoardo Leo (Smetto quando voglio, Buongiorno Papà, La mossa del pinguino), Ambra Angiolini (Immaturi, Mai stati uniti) e Paolo Calabresi (Tutta colpa di Freud, Boris-Il film). La pellicola, distribuita da 01, uscirà il 3 aprile in 300 copie.
Quanto è stato difficile portare questa storia dal teatro al cinema?
Rolando Ravello: Quando ho ricevuto l’offerta del film, per prima cosa ho telefonato ad Edoardo e Ambra per capire se erano stanchi dei loro personaggi. Era importante il loro entusiasmo perché per realizzare il film volevo puntare sull’emotività, la parte per me più importante. Il film è un’opera completamente diversa dalla rappresentazione teatrale e rispecchia a pieno il il mio modo di vedere le cose.
Edoardo Leo: Il film è nato dall’esigenza di continuare questo percorso particolare partito dalla turnè. Per la prima volta mi sono ritrovato a proporre un film ai produttori ed è nato dal concorso di tanti amici. Io e Ambra siamo stati il motore, poi ci sono stati Max Bruno, autore del copione, il supporto di Paolo Genovese nella sceneggiatura e, per ultimo, il coinvolgimento di Rolando. Avevamo bisogno del suo sguardo terzo, del suo lato sentimentale per raccontare la nostra storia. Un grazie particolare va anche ai produttori che hanno avuto il coraggio di darci questa possibilità.
Ambra Angiolini: Io non posso aggiungere molto. Posso dire che abituata a una dimensione teatrale, ho affrontato il mio personaggio con un po’ di paura. Ero senza certezze perché ho dovuto togliere tutto il lavoro fatto a teatro. Per questo ho chiesto aiuto a Rolando per farmi guidare verso le direzioni che lui voleva.
Quanto c’è di favolistico nel film?
Rolando Ravello: Il filtro è proprio la favola mentre le emozioni dei personaggi sono reali. Come il mio primo film, la storia che racconto è a cavallo tra questi due mondi, un confine su cui è difficile muoversi ma che risponde alle mie esigenze narrative.
Rolando Ravello: Devo essere sincero, per quanto ami il mio mestiere non trovo più stimoli a recitare al cinema. Mentre il teatro è sempre la mia casa e mi eccita sempre lavorarci, su un set cinematografico mi trovo più a mio agio dietro la macchina da presa. Per fortuna ho tante storie che mi ronzano per la testa e credo che continuerò cosi. Mi piace molto anche la possibilità di far lavorare tanta gente, di dare una mano. Un aspetto molto edificante. I prossimi anni mi vedo diviso tra il lavoro di attore teatrale e regista cinematografico.