Tra la terra e il cielo, di Neeraj Ghaywan

Primo lungometraggio del regista dallo stile suo stile appare pienamente conforme al mainstream. Ma è proprio questa convenzionalità di fondo a garantire la tenuta del film

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Varanasi Baby. Nella città santa di Benares, due storie si inseguono fino a intrecciarsi magicamente. Devi è una studentessa esperta d’informatica, insofferente dei limiti di una città rigidamente dominata dai culti e cerimoniali religiosi e da una mentalità tradizionale. Determinata a vivere a pieno la propria indipendenza, decide di far sesso con il suo ragazzo. I due prendono una stanza d’albergo, ma sul più bello irrompe la polizia. Davanti alla minaccia di uno scandalo sessuale, il ragazzo decide di togliersi la vita. E Devi resta sola ad affrontare la situazione e i ricatti di uno squallido agente. Dall’altro lato della storia, c’è Deepak, studente di ingegneria, che s’innamora perdutamente di una ragazza di casta superiore. Il destino, prima ancora che le regole, si metterà di traverso.

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Al suo primo lungometraggio dopo un passato nel mondo del marketing, Neeraj Ghaywan prova ad andare controcorrente. Si fa alfiere di un cinema indipendente, lontano dallo strapotere dell’industria bollywoodiana. E perciò concentra gran parte della sua attenzione sulla dimensione sociale, la critica di un sistema che, nonostante tutte le trasformazioni economiche in atto, è ancora legato ad antiche concezioni discriminanti. La divisione in caste, che influenza ancora nel profondo i rapporti sociali, il peso della religione sulla valutazione morale dei comportamenti. E poi il maschilismo di sostanza, nonostante l’emancipazione femminile sembri andare di pari passo allo sviluppo economico. E poi, su tutto, lo spettro della corruzione e l’incanto demoniaco del denaro, a cui non sa resistere neanche il saggio Vidyadhar, il padre di Devi.

richa chadda tra la terra e il cieloMa se dal punto di vista degli argomenti, Ghaywan sembra volersi smarcare dalla scintillante produzione mainstream, il suo stile appare pienamente conforme, ben al riparo dal rischio di soluzioni personali, di traiettorie visive dirompenti. Il tono romantico, il linguaggio veloce e accattivante, una confezione di lucida pulizia, l’utilizzo diegetico della musica e delle canzoni, con i testi scritti dallo stesso sceneggiatore Varun Grover. Tutto rientra alla perfezione nei canoni estetici delle maggiori produzioni indiane. Eppure, per uno strano paradosso, è proprio questa convenzionalità di fondo a garantire la tenuta del film. Perché, sebbene il racconto a doppia traiettoria mostri a tratti un eccesso meccanico, Tra la terra e il cielo sa delineare con delicatezza e amore dei personaggi forti, memorabili, grazie anche agli interpreti, a cominciare dalla bellissima Richa Chadda e l’ottimo Sanjay Mishra, nei panni di Vidyadhar. Riscoprendo la magia del racconto, Ghaywan segue i suoi protagonisti sul filo di emozioni e sentimenti sinceri, toccanti. E, alla fine, ci lasciamo andare con tenerezza a questo gioco del destino e dell’amore, che si ferma al principio di tutto. Di un’altra storia, tutta da vivere.

Titolo originale: Masaan

Regia: Neeraj Ghaywan

Interpreti: Richa Chadda, Vicky Kaushal, Sanjay Mishra, Shweta Tripathi, Nikhil Sahni

Distribuzione: 103′

Durata: Cinema

Origine: India/Francia 2015

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