Trieste Film Festival 28 – Il risveglio dall’utopia onirica

La fascinazione europea protagonista del festival, tra disincanto e realtà. Le opere di Mina Mileva e Vesela Kazakova, Andrius Blaževičius, Tamara von Steiner, Zrinko Ogresta, Vitalij Manskij

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Un’edizione, la 28esima del Trieste Film Festival, che ha saputo aprire uno squarcio su quel mondo fatto di miraggi e speranze, in una dimensione chimerica che filtra dallo sguardo di quegli artisti europei di grande slancio che come sempre trovano un’ottima piattaforma di visibilità e importanza, tra i noti Teatro Miela e Sala Tripcovich.

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Una denuncia tra realtà e mistica con The Beast Is Still Alive delle registe bulgare Mina Mileva e Vesela Kazakova che, attraverso un immaginario dialogo con il nonno di una delle due, perseguitato dal regime comunista negli anni ’50, descrivono la sopravvivenza dell’ideologia socialista nella Bulgaria di oggi. Cimentandosi in un percorso della storia politica della nazione ripercorrono le alienazioni della società attraverso un viaggio che si frammenta in sequenze filmiche tipiche di un girato documentaristico, sovrapposto ad elementi visionari con impressionanti picchi di pura animazione dai toni cupi ed angoscianti in figure oscure e demoniache che spezzano continuamente l’equilibrio della pellicola, come a reale rappresentazione del malessere politico e collettivo.

Laddove Mileva e Kazakova ci presentano un malessere dalle proporzioni nazionali, è il lituano Andrius Blaževičius a ricondurci in una dimensione a misura d’uomo: The Saint, primo lungometraggio del regista, ci racconta la storia di Vytas, padre di famiglia che, perso il lavoro, viene disorientato da una vita che non lo soddisfa e lo porterà alla ricerca di nuove prospettive. Una vicenda che, nelle sue premesse, dovrebbe essere permeata dall’interesse verso uno strano ragazzo del posto, ‘il santo’, che sostiene di aver visto Gesù Cristo nella loro città. Blaževičius affronta un tema dai tratti ordinari che si profila nella crisi lavorativa e matrimoniale, con l’inserimento di un elemento (quello legato all’apparizione del ragazzo) che dovrebbe in qualche modo influenzare la narrazione. Eppure questo non avviene e il tassello ‘originale’ sembra un supplemento del tutto estraneo che non riesce ad incastrarsi sufficientemente con la trama, almeno quel tanto da sembrare comprensibile.

PRESS The Saint 01

La regista serba Tamara von Steiner ci porta nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia, l’ultimo istituto del genere in Europa. Controindicazione racconta la storia di questo sistema massacrante, di questa entità indipendente, per la quale nessuno si assume alcuna responsabilità e che distrugge le vite e la dignità umana. Un luogo in cui è facile entrare, impossibile uscire. I pazienti, divisi da un sistema giuridico imbattibile, cercano di trovare rifugio nella fede cristiana. Ma quanto aiuto può offrire Cristo a coloro che sono morti tempo fa? E’ Emanuele Reitano, a cui è stato dedicato il film e che si suicidò impiccandosi nella sua cella nel corso delle riprese, ad invocare più volte il sostegno di qualcuno che potesse amarlo, come unica cura alla sua malattia. Una pellicola straziante, in cui il totale realismo è la vera chiave massacrante che sconvolge e disorienta. Quali sono i limiti della tolleranza umana?

 

Il croato Zrinko Ogresta con il suo settimo film, On the other side, affronta il tema del perdono e della difficoltà di saper conciliare, anche in favore di esso, i tanti aspetti delle nostre personalità che PRESS Controindicazione 01si sovrappongono l’una con l’altra.
Vesna è un’infermiera a domicilio di mezza età di Zagabria, sua figlia Jadranka, laureata in legge, sta per sposarsi con Bozo, “un inetto” secondo suo fratello Vlado che è sposato e ha un figlio piccolo, e un’amante incinta. All’inizio del film, Vesna riceve una chiamata misteriosa a lavoro. Presto scopriamo che è suo marito Žarko che era capitano dell’Esercito Nazionale di Jugoslavia quando iniziò la guerra in Croazia, e decise di stare “dall’altra parte”. Era finito a L’Aia, ed è stato appena rilasciato. I due non si parlano da vent’anni. La chiamata inaspettata riporterà a galla il ricordo di un segreto che ha cercato di nascondere per molto tempo.
Presentato in anteprima mondiale nella sezione Panorama alla Berlinale 2016, On the other side affronta il tema della guerra balcanica ma soprattutto è una parabola psicologicamente più complessa di amore e di dolore, crudeltà e perdono. Ogresta sottolinea il senso di separazione e dislocazione vissuto da Vesna, un personaggio prevalentemente interiorizzato e che trasuda la stanchezza del mondo di una donna che è stato truffato ma non del tutto sconfitto dalla vita. Un film che fiorisce in una visione poetica dal tocco leggero, sospesa in questioni forse insolubili e che affascina nelle sue inclinazioni malinconiche e PRESS On the other side 02suggestive.

 

L’omaggio al documentarista russo Vitalij Manskij ci offre, tra gli altri, la proiezione di Verginity, pellicola del 2008 che affronta il controverso tema della verginità femminile nella storia di tre giovani ragazze che, per lasciare la provincia e vivere a Mosca, sono pronte a vendere se stesse pur di fare carriera. Qui troviamo la bionda ed appariscente ‘Barbie’ con il suo desiderio irrefrenabile di fama e successo a tutti i costi; la giovane Christina, che offre la sua verginità nell’ambito di un reality, esemplificando la concezione di vittima mediatica in un complesso catodico-psicotico che pervade la società da anni; e infine la sensibile Katya, alla ricerca di un sostentamento per i suoi studi chPRESS Virginity 01e trova nel vendere il proprio corpo, nel validare in denaro un atto apparentemente di poca importanza, un vissuto forzatamente disinteressato ma dal chiaro sconforto emotivo.
Tre sguardi opposti che rasentano il cinismo di un’epoca martoriata dal ricatto materiale, in un’autentica e amara asserzione, quella di Manskij e delle sue testimoni, che non ha bisogno di artefici cinematografici: la realtà da noi tutti generata ha minato i sogni di chiunque, sin dal principio.

 

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