Trolls, di Mike Mitchell e Walt Dohrn

Da una marca di bambole create nel 1952, il nuovo cartoon della DreamWorks è più macchinoso nell’azione ma funziona alla grande nei numeri cantati e nei flashback sentimentali

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Si può mangiare (gli altri) per essere felici? Nel nuovo cartoon della DreamWorks la felicità non è uno stato ma diventa una questione di sopravvivenza. I Trolls sono creature che vogliono una legge dove ci si possa abbracciare di più e cantano spesso. I Bergen sono invece pessimisti e cambiano umore solo quando divorano i Troll. Dopo 20 anni di tregua invadono così il loro villaggio e ne catturano alcuni. L’ottimista principessa Poppy si lancia a organizzare così una missione per salvarli. Al suo fianco c’è Branch, l’unico burbero della sua specie la cui vita è stata segnata da un tragico episodio.

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Da una marca di bambole creata nel 1952, i Trolls arrivano al cinema attraverso un’animazione che sembra esaltare più lo sfondo che la definizione dei personaggi. Mentre i Trolls sembrano creature aeree, quasi evanescenti che si nascondono tra i capelli trasformando il make-up e che potrebbero perdersi nell’aria, i Bergen invece sembrano quasi la derivazione dei residui dei disegni di Shrek (Mike Mitchell ha infatti diretto l’ultimo della serie, Shrek e vissero felici e contenti), ma anche delle creature sinistre, nere, in linea con il look di Halloween, segnati anche dall’andamento della musica di Christophe Beck che sembra rifarsi a quella del Danny Elfman più sinistro per Tim Burton.

trolls-mike-mitchell-walt-dohrnTrolls funziona alla grande nei numeri cantati, nelle nostalgie anni ’80 dove Hello di Lionel Richie o True Colors di Cindy Lauper sottolineano un’estetica contaminata da quei rosa sparati, dalle feste in discoteca, dai fuochi d’artificio, dalla metamorfosi della sguattera Bridget in Lady Brillantina. L’azione invece appare un po’ più macchinosa, soprattutto il salvataggio da parte di Poppy (la voce originale è di Anna Kendrick mentre quella di Brench di Justin Timberlake) delle creature della sua specie. Dimenticate le cadute di Alvin Superstar 3, qui Mike Mitchell però ritrova a tratti l’estro di Gigolò per sbaglio, una delle più sorprendenti commedie della fine del secolo scorso. E il flashback di Branch con la nonna e l’abbraccio collettivo, sono le derive di un cartoon che sa sciogliersi quando non si vergogna di essere sentimentale.


Titolo originale: id.

Regia: Mike Mitchell, Walt Dohrn

Voci originali: Anna Kendrick, Justin Timberlake, Christopher Mintz-Plasse, Russell Brand, Zooey Deschanel, Jeffrey Tambor

Distribuzione: Twentieth Century Fox

Durata: 92′

Origine: Usa 2016

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