Tutte le storie di Piera, di Peter Marcias


Un documentario per certi versi atipico, imprevedibile ed emotivamente coinvolgente come la sua protagonista. Una passeggiata suggestiva tra i ricordi di una donna che ha fatto della famiglia, del teatro e del cinema un’unica grande passione. Il film, però, non segue la strada della semplice consacrazione ma esplora le zone più profonde del privato, assumendo la forma di un intimo dialogo tra amici

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Tutte le storie di Piera è un documentario per certi versi atipico, imprevedibile ed emotivamente coinvolgente come la sua protagonista. Una passeggiata suggestiva tra i ricordi di una donna che ha fatto della famiglia, del teatro e del cinema un’unica grande passione, spesso tormentata e controversa ma così ricca di fascino che è quasi impossibile da esaurire. Peter Marcias prova a lasciar libera l’eccentrica personalità di Piera Degli Esposti attraverso una narrazione non tanto cronologica e a senso unico – come era stato per il suo lavoro precedente su Liliana Cavani, dove la regista e sceneggiatrice chiacchierava vis-à-vis con lo spettatore – quanto tematica e sensoriale, cioè basata sull’astrazione fisica dell’attrice che diventa traccia verbale delle molteplici esperienze della sua vita.

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Il palcoscenico si trasforma allora in luogo metafisico della memoria su cui scorrono le immagini frammentate del suo passato: l’infanzia burrascosa con un padre sindacalista e una madre da accudire; la dolorosa esclusione dall’Accademia Silvio D’Amico e l’incontro con De Filippo; la fortunata carriera teatrale tra opere classiche e d’avanguardia. E poi la scelta di ritagliarsi una propria dimensione all’interno del cinema, considerato troppo centimetrale per il suo modo di recitare audace e a tratti arrogante. Dalle interviste con Bellocchio e i Taviani, Moretti e Tornatore, Sorrentino e Milani, emerge l’umanità di “un’attrice di talento vero” che, nonostante i ruoli spesso secondari o minori, fa di ogni personaggio che interpreta “l’ideale protagonista della storia”, che sia la petulante madre di Moretti in Sogni d’oro, la carismatica zia di Castellitto ne L’ora di religione o l’affettuosa segretaria di Servillo nel Divo.

Il documentario, però, non segue la strada della semplice consacrazione ma esplora le zone più profonde del privato, assumendo la forma di un intimo dialogo tra amici. È commovente sentire la voce di Piera che con pudore confessa la sua storia d’amore con Marco Ferreri, con cui collaborò come sceneggiatrice, insieme a Dacia Maraini, per il film autobiografico Storia di Piera che ripercorre il rapporto tenero e morboso con la madre. Ci si diverte quando Lina Wertmüller racconta dell’infatuazione di Piera per Robert Mitchum e di quella fatidica cena organizzata di proposito per farli conoscere. E non sorprende che l’attrice, dopo aver ballato Beyonce in tv, coltivi il desiderio di vestire i panni di uno dei personaggi shakespeariani più complessi, Riccardo III. D’altronde, come sentenziò Eduardo, lei è “o’verbo nuovo”.

 

Regia: Peter Marcias
Interpreti: Piera Degli Esposti, Marco Bellocchio, Dacia Maraini, Riccardo Milani, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Paolo e Vittorio Taviani, Giuseppe Tornatore, Lina Wertmüller 
Durata: 80’ 
Distribuzione: Ultima Onda
Origine:
 Italia, 2013

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