TUTTO IL CINEMA DI ROBERT BRESSON

Mercoledì 17 maggio, al Cinema Lumière di Bologna inizia la retrospettiva
"Rigore e grazia. Il cinema di Robert Bresson".

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TUTTO IL CINEMA DI ROBERT BRESSON


 


Mercoledì 17 maggio, ore 20, Cinema Lumière inizia la retrospettiva


"Rigore e grazia. Il cinema di Robert Bresson"


 

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Ospite Mylène Bresson, vedova del maestro francese


 


 


Ripercorrendo le tracce del grande cinema, la Cineteca di Bologna incontra Robert Bresson, protagonista di una retrospettiva completa al Cinema Lumière, occasione rara per vedere sul grande schermo, in versione originale con sottotitoli in italiano, tutti i film di un maestro indiscusso.


Apertura con il primissimo lavoro cinematografico di Robert Bresson, Les affaires publiques, mediometraggio del 1934 – inaspettatamente comico -, le cui copie, andate perdute, sono state ritrovate solo dopo decine di anni dalla Cinémathèque Française e che vedremo mercoledì 17 maggio, ore 20, Cinema Lumière, seguito dal primo lungometraggio del regista francese, La conversa di Belfort, di nove anni successivo a Les affaires publiques, e dove già Bresson porta sullo schermo i grandi temi della sua crisi esistenziale, alla ricerca di un equilibrio impossibile tra la bontà di qualche martire e la malvagità dei più, tra redenzione e condanna, tra speranza e nichilismo.


Alla serata parteciperà Mylène Bresson, vedova di Robert, scomparso nel 1999 a novantotto anni (era nato nel 1901).


Realizzato dopo un anno e mezzo di prigionia in Germania, La conversa di Belfort affronta simbolicamente la lotta tra bene e male, attraverso due figure opposte: Anne-Marie, ragazza devotissima che entra in una congregazione domenicana, e Thérèse, nello stesso convento solo per sfuggire alla condanna per omicidio, ma che dopo un controverso cammino giungerà alla conversione.


La retrospettiva "Rigore e grazia. Il cinema di Robert Bresson" proseguirà venerdì 26 maggio, ore 18 Cinema Lumière con Perfidia, ispirato a un racconto tratto da Jacques il fatalista di Diderot, con i dialoghi affidati a Jean Cocteau, e troveremo nuovamente un film d'ispirazione letteraria, Il diario di un curato di campagna, tratto dall'omonimo romanzo di Georges Bernanos, lunedì 29 maggio, ore 20.15, Cinema Lumière, mentre la rassegna continuerà per tutto il mese di maggio e in giugno con gli altri titoli di Robert Bresson.


 


 


Da Cineteca di maggio:


Mercoledì 17 maggio, ore 20, Cinema Lumière

LES AFFAIRES PUBLIQUES (Francia/1934) di Robert Bresson

È in assoluto il primo film di Bresson. Girato nel 1934, lo si è ritenuto perduto, poi la Cinémathèque Française lo ha ritrovato, decenni dopo, in una bobina con diverso titolo. È una farsa che ricorda vagamente Entr'acte di Clair, con alcune gag decisamente riuscite. Bresson comico è una vera sorpresa.


LA CONVERSA DI BELFORT (Les Anges du péché, Francia/1943) di Robert Bresson

Primo lungometraggio di Bresson, mette in scena la lotta tra il bene e il male in una congregazione di Betania per la redenzione delle peccatrici. Solo dopo un lungo scontro il bene prevarrà sul male: la fede opera l'impossibile. Memorabile la fotografia di Philippe Agostini, che dirigerà, ispirato da Bresson, i Dialoghi delle carmelitane nel 1960.


Mylène Bresson sarà presente per incontrare il pubblico


Venerdì 26 maggio, ore 18, Cinema Lumière

PERFIDIA (Les Dames du Bois de Boulogne, Francia/1944) di Robert Bresson


Tra i molti racconti e divagazioni di cui è costellato Jacques il fatalista di Diderot, Bresson è colpito da una curiosa storia d'amore e di vendetta a cui non è estraneo il conflitto fra logica e casualità (o Grazia). I dialoghi sono affidati al raffinato estro di Cocteau. La forma filmica di Bresson comincia a operare per sottrazione: togliere l'accidente perché resti solo la sostanza.


 


Lunedì 29 maggio, ore 20.15, Cinema Lumière


IL DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA (Journal d'un curé de campagne, Francia/1951) di Robert Bresson


Quando si chiese a Bresson di dirigere il film, esistevano già due sceneggiature tratte dal romanzo di Bernanos, quella di Jean Aurenche, che aveva suscitato la pacata indignazione dell'autore, e quella del padre Bruckberger, che voleva introdurre la Resistenza nell'aspra vicenda del curato di Ambricourt. Bresson scelse di essere ostinatamente fedele al romanzo. Bernanos era un visionario dallo stile ricco ed esibito, Bresson un pudico razionalista propenso più a nascondere che a mostrare.


 


Martedì 30 maggio, ore 17, Cinema Lumière

PICKPOCKET (Francia/1959) di Robert Bresson


Michel è un giovane senza arte né parte, interessato, apparentemente, solo alla propria vocazione di borsaiolo. Porte che si aprono e si chiudono, mani che afferrano e sottraggono, che toccano giornali e biglietti di banca, piedi, volti. È un mondo disgregato, frammentato, quello in cui si muovono i personaggi di Bresson, pure azioni e puri gesti. Alla fine, come per miracolo, Michel trova l'amore di Jeanne. "Che strano percorso ho dovuto fare per arrivare fino a te", dice. È la sentenza della Grazia, che ribadisce il "Tutto è Grazia" del curato di campagna, e il "Vento soffia dove vuole" del condannato a morte.


IL PROCESSO DI GIOVANNA D'ARCO (Procès de Jeanne d'Arc, Francia/1962)


di Robert Bresson


Realizzato a partire dagli atti del processo, il film propone lo scontro tra le verità soggettiva e le verità della Chiesa. Se la Giovanna d'Arco di Dreyer costituiva un radicale rifiuto del mondo, questa di Bresson è il rifiuto delle istituzioni quando minacciano la coscienza religiosa e morale. Rigorosissimo, senza concessioni, quasi una cronaca priva di passione.


 


Mercoledì 31 maggio, ore 18.30, Cinema Lumière


UN CONDANNATO A MORTE È FUGGITO (Un Condamné à mort s'est échappé, Francia/1956) di Robert Bresson


Tratto dal racconto di una vicenda realmente accaduta, è la storia di una sconfinata ostinazione e di una invincibile pazienza. Il prigioniero Fontaine vuole fuggire dal carcere confidando solamente nella propria capacità di dissimulare e nell'abilità delle proprie mani. Qualcuno dirà, anni dopo, che "la pazienza e l'ironia sono le virtù del rivoluzionario", Bresson chiosa con il Vangelo di Giovanni: "il vento soffia dove vuole".


 


La rassegna proseguirà nel cartellone di giugno.


 


 


Info: Andrea Ravagnan


Ufficio Stampa Cineteca di Bologna


Tel. 051 2194833


Cinetecaufficiostampa2@comune.bologna.it


www.cinetecadibologna.it

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