"Un consiglio a Dio", di Sandro Dionisio


Dal monologo tratrale Il trovacadaveri di Davide Morganti, un'opera a metà tra fiction e documentario che racconta una pagina tragica dell'Italia contemporanea. Attraverso un personaggio fittizio e testimonianze reali, Sandro Dionisio traccia le coordinate di un collasso umano del quale se ne vorrebbero volentieri cancellare le tracce. Un film volenteroso e moralmente indiscutibile, ma anche affrettato, abbozzato e incerto nella forma

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Tratto dal monologo teatrale Il trovacadaveri di Davide Morganti, Un consiglio a Dio è l’opera seconda del regista napoletano Sandro Dionisio, dopo il quasi invisibile La volpe a tre zampe. Un film che si muove attraverso forme di racconto diverse (cinema, teatro, poesia e documentario) per raccontare una pagina dolorosa dell’Italia contemporanea: gli sbarchi di clandestini lungo le coste del sud. Protagonista della pellicola è il “trovacadaveri” Vinicio Marchioni (qui in una veste inedita rispetto ai ruoli usualmente interpretati, a cominciare dalla serie Romanzo Criminale in televisione), che trascorre le proprie notti raccogliendo i corpi dei clandestini naufragati per rivenderli a quindici euro l’uno. Parallelamente alle sue gesta e ai suoi pensieri, Un consiglio a Dio mette in scena le testimonianze (più o meno a lieto fine) di alcuni protagonisti reali: da chi è stato adottato da una famiglia italiana, da chi ha rifiutato il proprio passato di spacciatore fino a chi, purtroppo, si è ritrovato nella difficile posizione di dover seppellire i cadaveri rinvenuti sulle coste.

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Dionisio è persona sincera e di buon cuore, e il suo è davvero un cinema trasparente, nella misura in cui si mette in gioco in prima persona per catapultare lo spettatore all’interno di una realtà troppo scomoda da accettare: attraverso le parole del suo protagonista emerge quindi il pensiero comune di molti italiani, ovvero il tentativo di autoassolversi riconoscendo sì la gravità e l’impellenza del problema, ma alla stesso tempo lavandosi le mani da qualsiasi responsabilità. Ma al di là di un’urgenza e un’importanza indiscutibilmente morale, Un consiglio a Dio a tratti appare anche come un tentativo appena abbozzato, incerto nella forma (ahinoi, da reportage televisivo) e troppo sbrigativo nello svolgimento, come se l’unione tra un pugno di interviste e il monologo del trovacadaveri fosse solamente un pretesto. Non è un documentario che scava nel reale per portare alla luce cause, domande e riflessioni: piuttosto, è la fotografia parziale di un fenomeno molto più ampio e complesso. Meritevole di rispetto, certo; ma non per questo esente da difetti di natura strettamente oggettiva.

 


Regia: Sandro Dionisio

Interpreti: Vinicio Marchioni

Origine: Italia, 2013

Distribuzione: Pablo

Durata: 72'

 

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