Unbreakable Kimmy Schmidt: la terza stagione

Ammicca al pubblico con un pastiche del videoclip Hold Up (dall’album Lemonade) di Beyonce, il teaser trailer della terza stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt, attesa su Netlix il 19 maggio

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Ammicca al pubblico con un pastiche del videoclip Hold Up (dall’album Lemonade) di Beyonce, il teaser trailer della terza stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt, attesa su Netlix il 19 maggio. A vestire i panni paglierini della cantante, il performer Titus Andromedon, nel suo omaggio divertente e raffinato alla cantante. La nuova stagione si preannuncia ricca di snodi: Kimmy ha appena ritrovato sua madre (Lisa Kudrow), e scoperto di essere ufficialmente sposata con il reverendo che l’aveva rapita e tenuta segregata in un bunker per 15 anni; Titus si era ritrovato incastrato in Florida nella piccola Titusville e Jacqueline, ex boss di Kimmy, ha finalmente deciso di affermare le sue origini da nativa americana, e cercare vendetta con l’aiuto del nuovo fidanzato Russ (David Cross, Arrested Development).

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Il telefilm prodotto da Netflix che vede come protagonista Ellie Kemper – che abbiamo già visto in piccoli ruoli cinematografici, come Le amiche della sposa – è un concentrato caustico di ironia che molto deve allo stile di 30th Rock, e infatti Tina Fey è uno dei creatori della serie oltre che new entry della scorsa stagione nei panni dell’analista di Kimmy. L’idea di un plot che parta da un fatto di cronaca tanto paradossale eppure plausibile (il capo di una fantomatica setta che convince un gruppo di ragazze a rifugiarsi in un bunker perché è vicina la fine del mondo), per raccontare la società americana odierna, nella realtà cinica e caotica di New York, vista dagli occhi di una trentenne rimasta “ferma” all’età adolescenziale, è stata sviluppata dagli autori con un equilibrio e un gusto per il surreale precisi e molto divertenti riuscendo ad affrontare anche tematiche importanti e serie. E ciò che davvero conquista (per chi apprezza questo stile e questa miscela), è la riproposizione di una serie di stereotipi e tormentoni della cultura pop, mischiati tra gli anni ’90 e la contemporaneità (come la sigla, che imita la viralità del video con l’ormai celebre Sweet Brown, Ain’t Nobody Got Time for That), i giochi linguistici, i riferimenti alla cultura hippie, uniti allo stile cinicamente ironico di tutto il cast, in particolare della superba Jane Krakowski.

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