USS Indianapolis, di Mario Van Peebles

USS Indianapolis ha le pretese di un blockbuster ma non ha il budget per esserlo. Mario Van Peebles punta sulla retorica bellica ma alla fine solo Nicolas Cage è all’altezza della situazione

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La storia della USS Indianapolis era talmente oscura che la sua vicenda non venne mai presa in considerazione in quell’entusiastica fase del cinema bellico che celebrò la vittoria americana della Seconda Guerra Mondiale. La tragica fine dell’imbarcazione che aveva trasportato la bomba atomica era una sorta di condanna per la quota di propaganda e di eroismo richiesta dalla glorificazione del trionfo. Ovviamente, l’inspiegabile reticenza dei soccorsi da parte dei comandi dell’esercito ha giocato una parte fondamentale nell’oblio che si era posato sul suo destino disgraziato. Eppure, tutti intuirono le sue straordinarie potenzialità narrative quando il cacciatore di squali Robert Shaw ne fece cenno riportando l’esperienza diretta del suo affondamento in uno straordinario monologo di Jaws di Steven Spielberg. Il suo personaggio faceva parte di quei marinai lasciati in mare aperto per giorni e decimati dagli attacchi dei pesci dopo che i giapponesi avevano silurato la loro nave. La fine atroce a cui per dovere andarono incontro tanti bravi ragazzi rubava la scena all’analoga minaccia che nuotava intorno all’Orca. Il peso della maledizione è tale che ancora oggi la stesura di questo pezzo della sceneggiatura non è mai stata accreditata anche se in molti riportano che la sua paternità appartenga alla retorica conradiana di John Milius.

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Ovviamente, la curiosità dei cinefili verso USS Indianapolis di Mario Van Peebles nasce soprattutto dal ricordo di questa scena indimenticabile e la prima fonte di delusione arriva dalla scoperta che l’approccio della produzione ha fatto finta di non conoscerla. Il film ha l’obiettivo dichiarato di riabilitare l’immagine del capitano Charles McVay e di onorare il sacrificio di tutti i suoi uomini che dopo la morte vennero fatti passare anche per colpevoli di negligenza al protocollo. Tuttavia, la missione dello script è molto più chiara dello svolgimento e il film cambia la sua tonalità almeno tre volte per cercare di raggiungere il suo scopo. La prima parte ha la struttura tipica del genere bellico mentre il momento chiave dell’affondamento fa voltare rapidamente pagina verso le atmosfere abituali del survival-movie. Nel finale, USS Indianapolis si concede anche un coda che affonda nel filone legale ma il comune denominatore di tutti questi cambi di registro è l’incapacità di far vedere una personalità autonoma.
Mario Van Peebles è nato in un contesto completamente differente da quello del kolossal di

gif critica 2 guerra e i suoi trascorsi nel cinema afroamericano si notano nell’attenzione alla stratificazione sociale dell’equipaggio. La sceneggiatura di Cam Cannon Richard Rionda Del Castro punta tutto sulla relazione di amicizia virile tra due marinai che sulla terraferma si contendono l’amore di una ragazza ricca. E’ inutile sottolineare che la tensione di questa rivalità non va mai oltre il deja vu e purtroppo non ha nemmeno il coinvolgimento emotivo del melodramma. La divisione dei ruoli di comando tra la rispettata umanità di Nicolas Cage e la temuta autorità del suo secondo Callard Harris è un luogo comune tra gli altri. La presenza di Little Boy nella stiva della nave e l’assenza di donne sono l’unico motivo per cui lo spettatore non si sente a bordo del Titanic. L’iconografia e il tempo dell’affondamento si affidano al manuale stilato da James Cameron sulla materia ma sembrano più vecchi del loro modello. L’unica novità è che il last minute rescue all’interno degli alloggiamenti allagati coinvolge un soldato bianco e uno nero invece che due amanti.

Gli sforzi del film puntano a separare le vite e la lotta dei soldati dal cinismo calcolatore dei loro vertici ma non allontanano la sensazione che tutto sia oltre la portata della messa in scena. Mario Van Peebles avrebbe avuto difficoltà con un vero blockbuster ma l’impresa di girarne uno senza avere il budget è davvero insormontabile. Nicolas Cage è l’unico elemento all’altezza della situazione di USS Indianapolis e la sua grandezza hollywoodiana davanti all’appossimazione generale è talmente fuori posto da sfiorare il sublime. Gli unici che riescono a tenergli testa al suo gigantismo gratuito sono i veri superstiti che purtroppo si presentano al pubblico con i loro resoconti solo nel momento dei titoli di testa. Le loro parole fanno rivivere per un istante il fantasma di Qiunt e il suo odio viscerale verso gli squali…

Titolo originale: USS Indianapolis: Men of Courage

Regia: Mario Van Peebles

Interpreti: Nicolas Cage, , James Remar, Matt Lanter, Brian Presley, Cody Walker

Origine: USA, 2016

Distribuzione: M2 Pictures

Durata: 128′

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