VENEZIA 67 – “Abbiamo un passato tremendamente doloroso che influenza la nostra vita di oggi" – Incontro con Alex de la Iglesia

Alex de la IglesiaIl regista di Crimen Perfecto e La Comunidad arriva al Lido per presentare in concorso il suo Balada triste de trompeta: una riflessione sulla guerra civile spagnola, senza rinunciare ala suo usuale sguardo. Ma che, anzi, lui definisce la sua opera più personale.

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Alex de la IglesiaIl regista di Crimen Perfecto e La Comunidad arriva al Lido per presentare in concorso il suo Balada triste de trompeta: una riflessione sulla guerra civile spagnola, senza rinunciare ala suo usuale sguardo. Ma che, anzi, lui definisce la sua opera più personale.

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Anche questo suo ultimo film si caratterizza per la mescolanza dei generi. Cosa può dirci a proposito?

Si, questo è il mio modo di vedere il cinema, ma anche la vita. Questo è essenzialmente un film d’amore. Ma è senz’altro un amore orribile! Direi che questo è senz’altro un film d’amore ed anche un horror.

Il cinema come il circo? Si ha la sensazione che questo sia un film molto personale.

Senz’altro il mio obiettivo era di consegnarmi totalmente al film. Si, questo è sicuramente il mio film più personale.

Perché il film comincia con la guerra civile?

Abbiamo un passato tremendamente doloroso che influenza la nostra vita di oggi. Tutti, attraverso i nostri genitori ed i nostri nonni, abbiamo dentro un grande dolore che ci condiziona. In questo film, l’astio e la voglia di vendetta portano alla distruzione di quello che si  ama.

In qualche modo la vendetta sembra indirizzata contro le idiozie della guerra civile?

Si, una violenza di cui non siamo stati responsabili è entrata a far parte del nostro panorama quotidiano. Mi ricordo che quando ero bambino vedevo i fori delle pallottole sulle pareti di una pasticceria. Sono ricordi indelebili che hanno inesorabilmente generato ostilità ed aggressività repressa.

 

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