VENEZIA 68 – “Il film dal punto di vista di qualcuno che cerca di appartenere a un altro mondo” Incontro con Yorgos Lanthimos e il cast di Alpis

Yorgos Lanthimos con Aggeliki Papoulia e Ariane-Labed - ALPIS pressconference
Il regista greco Yorgos Lanthimos presenta Alpis (Alps), in concorso nella selezione ufficiale, accompagnato dalla filmaker Athina Rachel Tsangari (fondatrice dell'officina creativa HaosFilm e qui produttrice) e da tre dei suoi attori protagonisti: Aggeliki Papoulia, Ariane Labed e Johnny Vekris.

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Yorgos Lanthimos con Aggeliki Papoulia e Ariane-Labed - ALPIS pressconferenceYorgos Lanthimos presenta alla stampa il suo terzo lungometraggio dopo Kinetta e Kynodontas, vincitore a Cannes 2009 nella sezione Un Certain Regard: Alpis, scritto insieme a Efthymis Filippou e interpretato da  Aris Servetalis, Johnny Vekris, Aggeliki Papoulia (già protagonista di Kynodontas) e Ariane Labed, vincitrice della Coppa Volpi lo scorso anno qui al Lido come protagonista di Attenberg di Athina Rachel Tsangari (a sua volta produttrice di Alpis e presente all'incontro con i giornalisti).

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Qual'è l'origine di un soggetto così particolare? L'ispirazione viene da fatti reali o da invenzioni?

YORGOS LANTHIMOS:  Non ci siamo rifatti a una sola fonte. All'inizio pensavamo ad alcune persone che scrivessero lettere o telefonassero a chi aveva appena subito un lutto, fingendo di essere il defunto. In seguito l'idea si è sviluppata con la presenza di persone in carne e ossa che si recano da chi ha perso qualcuno. Non so se queste persone esistano davvero: probabilmente sì, visto che ogni volta che immaginiamo un comportamento, scopriamo che qualcuno al mondo lo pratica effettivamente. Qualcuno ha girato un film su un servizio di "mariti" e "mogli" in affitto per delle serate mondane, e il servizio esisteva davvero in Giappone o in Corea, non ricordo esattamente.


Che rapporto ha questo Alpis con il suo film precedente [Kynodontas] e che significato particolare ha la danza in entrambi i film?


YORGOS LANTHIMOS: In realtà vedo questa storia quasi come l'opposto di Kynodontas. Là c'era qualcuno che tentava di fuggire da una prigionia, qui si fugge dalla propria vita, ma si cerca di appartenere a un altro mondo, e in un certo senso c'è uno sforzo inverso. Comunque cerco sempre di girare senza pensare troppo al film precedente. Per la danza, non ho una spiegazione specifica. Diciamo che mi piace lavorare con la fisicità dei miei attori, e la danza è uno strumento adatto. In molti casi è anche divertente.


Sia in Kynodontas che in Alpis i personaggi fanno riferimento o si relazionano spesso con un'altra realtà, quella del cinema. Come mai?


YORGOS LANTHIMOS:
Mi piace credere che i film abbiano un grande ruolo nella cultura, ma mentre in Kynodontas i personaggi si imbattevano in alcuni film, in Alpis l'idea di far chiedere "qual'è il tuo attore preferito" mi interessava come specchio di un modo semplicistico e immediato di conoscere una persona.

 
Il film è una metafora della situazione economica della Grecia? La gente è tanto disperata che per soldi farebbe ciò che fanno i personaggi del film?

 

YORGOS LANTHIMOS: Non esattamente. Il film potrebbe essere ambientato ovunque, in qualunque posto del mondo. Certo, compare il tema della mancanza di denario, ma è evidente che non è questo che guida i protagonisti. Hanno bisogno di altro rispetto al denaro:


La sua opinione su un "nuovo cinema greco"?

YORGOS LANTHIMOS: A volte si cerca di etichettare un gruppo su base etnica per illudersi di aver scoperto qualcosa di nuovo, ma in realtà i cineasti emersi di recente in Grecia sono molto diversi tra di loro. La situazionegreca certo è preoccupante, questo slancio creativo non viene sostenuto a sufficienza, ci sono ostacoli a partire da una struttura giuridica che non aiuta, seri problemi di finanziamento (per questo film stiamo ancora cercando fondi) e di mentalità. La mia speranza più profonda è continuare a lavorare in Grecia, anche se faccio parte di una generazione molto diversa da quella precedente. Mi farebbe piacere continuare a girare in Grecia, ma anche in altri paesi. Oltre alle condizioni migliori, anche perchè il paese in cui si ambienta un film diventa parte del film stesso, è ispiratore.


Si può distinguere la realtà dalla percezione della protagonista?

 

YORGOS LANTHIMOS:  Abbiamo cercato di concentrarci su queste due realtà: la vita reale dell'infermiera, quella quotidiana, accanto al padre, e quella "parallela" in cui interpreta qualcun altro. Lo sguardo è sempre il suo, anche nel contatto con la famiglia che piange la figlia defunta, non mostriamo la reazione dei familiari, restiamo concentrati sulla visione dell'infermiera. Tutto il film infatti è volutamente raccontato solo dal punto di vista di questi "sostituti" che fuggono dalla propria vita, invece che dal punto di vista delle persone in lutto.

 

 

 

 

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