#Venezia 73 – Los Nadie, di Juan Sebastian Mesa

Il giovane colombiano Juan Sebastian Mesa con Los nadies racconta una storia che gli appartiene, ma non sempre l’energia che lo pervade accende di fuoco lo schermo. Settimana della critica.

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Raccontare per raccontarsi. Neppure il giovane colombiano Juan Sebastian Mesa trasgredisce la regola (aurea?), quella di dirigere il primo film raccontando una storia autobiografica o che comunque gli appartiene personalmente. Il suo passato di componente di una band punk gli permette di raccontare il girovagare inquieto dei giovani personaggi con aspirazioni artistiche. Los nadie (I nessuno) è stato girato con soli duemila dollari, in sette giorni per le strade di Medellin, suo luogo di nascita e sicuramente uno dei posti più pericolosi della terra, schivando i pericoli e le quotidiane rivolte che si sentono nel film e che aumentano quella dose di stretto realismo che pervade il racconto. Cinque amici, che provano a Los nadiesopravvivere nella durissima realtà in cui si sono ritrovati, facendo i giocolieri per strada, utilizzando la musica come mezzo di resistenza e sperando in giorni migliori e consumando amori giovanili, scampano in qualche modo alle insidie quotidiane.
Un cinema di strada, così come per strada si consumano amori e dispiaceri. Mesa racconta ciò che conosce bene, lo racconta con intensità, ma a volte con superficialità, non ne fa epica giovanile e spesso non sembra volere incidere più di tanto il tessuto di quella realtà metropolitana che disordinatamente si stende sotto l’obiettivo della sua macchina da presa. Un cinema sicuramente nervoso il suo che, come da sua stessa ammissione, sconfina nel documento filmato e quindi in quella forma documentaristica che racconta descrivendo senza farne immagine esclusiva.
Il cinema di Mesa è sicuramente vitale e i suoi giovani protagonisti appaiono instancabili nel riversare la loro energia nella quotidianità, perfino routinaria, che si ritrovano a vivere, ma il loro spesso è un girare a vuoto, così come i loro discorsi, le loro speranze frustrate. Si sente la violenza sorda della città, sembrano toccarsi le sbarre che tengono prigionieri questi giovani speranzosi, ma non si intravede la proficua disperazione che alimenti le voglie di fuga. Girato

Los Nadie, Juan Sebastian Mesain un bianco e nero che sembra trasmettere una certa stanchezza nella consumazione di una consuetudine giornaliera che si ripete immutabile, Lo nadie ha un approccio fortemente realista con il cinema, ma questo realismo non è sempre sufficiente a Mesa per comunicare la rabbia sotterranea dei suoi cinque personaggi, la solitudine e l’isolamento. La voglia di fuggire è solo un’ipotesi e il loro essere “contro” si infrange immediatamente e sembra non prendere mai corpo, mai invadere lo schermo. La rabbia giovanile non sempre accende di fuoco le immagini di Mesa e il suo racconto sembra a volte normalizzarsi senza riversare l’energia dei suoi giovani protagonisti convogliandola verso un racconto che si consumi in un incendio che abbia la meglio sulla violenza sottesa delle strade di Medellin.

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