#Venezia72 – Adriano Valerio racconta Banat-Il viaggio

Un Adriano Valerio “felicissimo”, come lui stesso si definisce, ha accolto questa mattina la stampa, con la stessa apertura all’altro che racconta nel suo Banat (Il viaggio), unico film italiano in concorso alla Settimana della critica. L’Autore spiega la propria scelta di descrivere un’ “emigrazione al contrario”, dall’Italia alla Romania, istanza nata dall’esperienza realmente vissuta da un amico, in un momento in cui in Italia prendeva piede la tendenza ad “addebitare” ai romeni qualunque reato; una sorta di volontà di riscatto a favore di un popolo che ancora oggi vive la “dicotomia tra città e realtà rurale”, poiché ancora vittima dei retaggi della cooperazione forzata di regime. Eppure prima dell’approdo c’è il viaggio: Valerio offre la sua visione del perché in Italia sia così forte in molti giovani il bisogno di andar via e spiega: “Al radicamento favorito, negli anni ’70, dai centri di aggregazione della famiglia, della Chiesa e delle sedi di partito, oggi si contrappone l’instabilità che fa eco allo sfaldamento di quelle istituzioni”.

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Adriano Valerio non nasconde esserci molto di sé nel suo film, riconoscendo anche in se stesso una sorta d’istinto verso l’altrove: “Mi piace non conoscere il nome degli oggetti”, afferma, lasciando chiaramente trapelare il fascino, pur nello straniamento, che offre la possibilità/opportunità di reinventarsi. Tesi condivisa anche da Elena Radonicich (Clara nel film), protagonista femminile di Banat accanto a Edoardo Gabbriellini (Ivo) e Piera degli Esposti (la Signora Nitti) e presente all’incontro: “la crisi porta con sé una bellezza”, la bellezza di ciò che aggiunge a quello che toglie. Presente anche Rossana Fratello che incarna “il corto circuito” che Valerio racconta di aver voluto creare inserendo Se t’amo, t’amo nel film: “occorreva qualcosa che rappresentasse un vissuto comune e che fosse al contempo una dichiarazione d’amore … una sera eravamo con la troupe a cena e ognuno di noi ha iniziato con gli iPhone a cercare una canzone … Se t’amo, t’amo si è imposta! Ma alla domanda se in una società irrequieta ci sia ancora spazio per una stabilità sentimentale risponde discreto: “sull’amore non so… mi piace non sapere”.

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