#Venezia73 – Jackie: incontro con Pablo Larraín e Natalie Portman

Il regista cileno e l’attrice statunitense sono al Lido dove hanno parlato del biopic su Jacqueline Kennedy presentato in concorso

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Il nuovo film del regista cileno Pablo Larraín  porta sullo schermo la figura di Jacqueline Kennedy. Ambientato pochi giorni dopo il funerale del presidente John Kennedy, segue il corso di un’intervista alla First Lady. L’idea del film, ha raccontato Larraín, è nata da una proposta del regista Darren Aronofsky durante un loro incontro al festival di Berlino: “Io non sono americano, quindi quella vicenda non mi appartiene davvero, anche per questo l’ho vista come una grande opportunità. Ho letto il rapporto della commissione Warren dove viene descritta Jackie dopo lo sparo. Mi sono chiesto: cosa può accadere se proviamo a metterci nei suoi panni? Inoltre ero molto attratto dall’idea di fare per la prima volta un film con una protagonista femminile”

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A vestire i panni di Jacqueline Kennedy c’è Natalie Portaman che ha spiegato come questo ruolo sia stato molto difficile e intenso per lei:Per la prima volta da quando recito c’era la possibilità di confrontare l’originale e questo mi spaventava, ma ho cercato di fare del mio meglio mettendomi nei suoi panni. Sono arrivata a lei immaginandola sotto vari aspetti, come giovane donna, come moglie tradita, come madre e come donna che è andata avanti dopo aver perso l’uomo che amava”.

natalie-portman-jackiePer ricostruire la figura della First Lady il regista e l’attrice hanno visionato molto materiale d’archivio, lettere, racconti e immagini video.Ci sono un sacco di biografie e abbiamo visto molti video e ascoltato dialoghi. Non volevo assolutamente correre il rischio di rendere Natalie una copia di Jackie Kennedy. Proprio attraverso lo strumento cinematografico volevo creare un’illusione che parlasse di dolore, di bellezza. Era importante per me mantenere il mistero, infatti dagli archivi e dal materiale storico mi sono concentrato poi sulle cose che non sappiamo. Bisogna infilare la telecamera e creare una storia laddove il racconto dei fatti reali non è riuscito a entrare. Jacqueline Kennedy è uno dei personaggi più sconosciuti fra i conosciuti.  E Natalie è stata bravissima”.

Più che seguire una narrazione cronologica dei fatti il film si muove sul piano della narrazione emozionale e questo ha spiegato Larraín è un tentativo di entrare dentro al personaggio, di fare un film intimo che facesse provare al pubblico i sentimenti della protagonista: “Ho fissato la macchina da presa e ho detto a Natalie di avvicinarsi sempre di più finchè non è arrivata vicinissima all’obbiettivo. Ecco, questo è il film che voglio”.

Jackie, attraverso la ricostruzione di un tour all’interno della Casa Bianca tenuto dalla First Lady, riflette sulla dimensione e sulla differenza fra il personaggio pubblico e quello privato:”Abbiamo riflettuto molto su questo insieme a Pablo” ha raccontato Natalie Portman “ e abbiamo notato visionando il materiale, che l’atteggiamento e la voce di Jackie mutava a seconda della situazione. E questo è normale e anche interessante da raccontare. E’ quello che succede quando diventi un simbolo. Devi imparare a mantenere il lato umano nel tuo privato”.

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