#Venezia76 – The King, di David Michôd

The King è il racconto di formazione di un giovane re che eredita una guerra e fa suo quel destino ineludibile che dai padri si abbatte sui figli, da quando è nato il mondo. Fuori Concorso

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Dopo la morte del re d’Inghilterra Enrico IV (Ben Mendelsohn), il figlio ribelle Hal (Timothée Chalamet) ascende al trono e diventa Enrico V, passato alla storia per le sue strategie politico-militari. In The King di David Michôd  lo seguiamo ancora giovane affrontare per la prima volta le politiche di palazzo e le dinamiche di guerra, aiutato dal fidato consigliere John (Joel Hedgerton), plasmato sulla figura shakespeariana di Falstaff,di cui l’attore australiano restituisce sia i tratti profondi che le fattezze comiche e burlesche. Prodotto da Netflix, The King si concentra sul periodo della Guerra dei Cent’anni, in particolare sulla famosa Battaglia di Azincourt che vide la pesante sconfitta della Francia sul campo.

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Forse proprio quando Enrico V diventa a tutti gli effetti un re, durante il momento della battaglia, ci rendiamo conto che il regista australiano porta sul schermo un vero e proprio racconto di formazione, dove i protagonisti della guerra altro non sono che i giovani eredi di quei padri che l’hanno iniziata. Proprio su quel campo di Azincourt infatti, Enrico V si trova a fronteggiare il figlio di Carlo VI (Robert Pattinson), e sarà grazie al matrimonio con la sorella di quest’ultimo, Caterina di Valois (Lily-Rose Depp), che Enrico diventerà erede del trono di Francia.

La guerra di The King è a tutti gli effetti una guerra che si combatte fra giovani, ed è questa l’ottima intuizione di Michôd e di Joel Edgerton che lo accompagna alla sceneggiatura: mostrare la guerra come un destino inestirpabile, che alla morte dei padri si abbatte senza possibilità di scampo sui figli. Così The King racconta la storia di un giovane re che eredita con la corona il peso di meccanismi non scardinarbili; dinamiche di spartizioni e conquiste radicate nei secoli, che da sempre hanno deciso (e tutt’oggi decidono) gli assetti geopolitici del mondo, risolvendoli nel fango e nel sangue.

Ma il personaggio di Enrico V è ambivalente e questa ambivalenza è chiara, restituita dal volto acerbo e mai sorridente di Chalamet. In fondo la guerra è un destino funesto che si abbatte sui figli ma non come forza esterna bensì in quanto connotato genetico dell’uomo; un vero e proprio tratto ereditario.
L’Enrico V di The King è inizialmente un giovane ragazzo che disprezza il padre tiranno e preferisce sfidare a duello il re avversario pur salvare le vite dei soldati. Ma il film racconta la crescita e la presa di coscienza; ci mostra quello che diventerà Enrico V, che brama la pace ma asseconda lo stigma della violenza ereditato dai padri, mentre impara a far sua la lezione di William, consigliere del padre, e cioè che l’unico modo per arrivare alla pace è conseguire vittorie. La guerra è il tragico destino del mondo; il lato bestiale e guerriero è in fondo inestirpabile. Forse solo attraverso la controparte femminile può se non altro, acquietarsi un po’…

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