Vi Presento Toni Erdmann. Incontro con Maren Ade

La regista tedesca ha presentato oggi a Roma il film rivelazione della scorsa edizione di Cannes e vincitore di 5 premi EFA. Dal 2 Marzo al cinema

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Dopo aver riscontrato il successo della giuria di Cannes vincendo il premio FIPRESCI Critica Internazionale e 5 premi EFA, Vi presento Toni Erdmann arriverà nelle sale italiane il prossimo 2 Marzo. La regista tedesca Maren Ade ha presentato oggi il film a Roma, raccontando la genesi di questo progetto incentrato sul rapporto di una padre e di una figlia: “Ero interessata a raccontare due persone della stessa famiglia che cercano di recuperare un rapporto e farlo ripartire da zero. Ogni film è autobiografico quindi era inevitabile che io facessi riferimento alla mia situazione. Mio padre ha un bel repertorio di battute e gag ma nulla a che vedere con il protagonista del film. Anche lui però ha una dentiera finta che gli regalai io dopo averla presa alla presentazione di Austin Powers”. L’umorismo in tutto il film è effettivamente una figura fondamentale che apre una possibilità di riavvicinamento tra due persone completamente opposte ma forse rappresenta anche qualcosa di più: “Le farse del padre nascono per nascondere se stesso. Quando abbiamo lavorato con gli attori abbiamo cercato di connotare tutto il film con una parte di commedia anche se tutto il suo umorismo nasce dalla volontà di ristabilire un rapporto, è la sua ultima spiaggia” ha spiegato la regista che sul personaggio della figlia ha detto: “Anche Ines è una persona spiritosa ma il suo umorismo nasce quando il padre non c’è, ovvero quando ha il giusto spazio per emergere. Il più delle volte questo si tramuta in imbarazzo che è il risultato di diverse situazioni che noi vediamo superficialmente svolgersi nella trama. Il rapporto tra le persone però sta nel non detto, nella gerarchia e nei silenzi che si instaurano tra loro”.

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La gerarchia si riscontra anche nell’ambiente di lavoro di Ines, una consulente per un’azienda che deve rivedere il proprio piano di efficienza. Il suo lavoro ha una parte centrale nel film e ha richiesto molte ricerche da parte della regista: “Ho incontrato tante persone soprattutto donne. Alla fine ho capito che la mia decisione avrebbe avuto un impatto politico. Mi dicevano che avendo studiato economia, per loro era quindi inevitabile prendere certe decisioni che io che lavoro nel campo artistico non posso capire. Dunque dovevo inserire nel mio personaggio due aspetti: uno che si concentrasse sulla sua vita personale, ed un’altro che riguardasse la responsabilità nei confronti del suo lavoro che doveva essere molto forte“.

Nelle quasi tre ore di Vi presento Toni Erdmann ci sono vari momenti esilaranti che hanno suscitato le risa anche del pubblico di un festival internazionale come quello di Cannes, rompendo così il taboo che una commedia non potesse ottenere lo stesso apprezzamento rispetto un film drammatico. Maren Ade ha così commentato questa reazione: “Non avevo la consapevolezza di aver rotto uno stereotipo presentando una commedia. Ero già felicissima quando mi hanno annunciato che il film era stato selezionato per il concorso. Non ho avuto poi molto tempo di realizzare perché ci stavo lavorando ancora sopra a tre giorni dalla prima proiezione. Tutte le risate del pubblico quindi mi sembravano eccessive per me che non lo avevo rivisto e che quindi ancora lo consideravo un film estremamente malinconico. Tanto che alcune volte mi veniva da dire: ‘Basta ridere, è il momento di tornare seri!”.

In questa edizione di Cannes il film sembrava destinato a ricevere più premi di quelli che effettivamente ha avuto, forse, come ha notato qualcuno, perché assume atmosfere troppo europee. Ma all’autrice non sembra interessare dei premi: “Tutti questi premi e l’esperienza dei Golden Globes mi hanno permesso di incontrare tante persone. La competizione culturale non ha così importanza, non esiste un miglior film ma tutti ci influenziamo a vicenda per osmosi. Certo in alcune giurie è stato apprezzato di più ma è anche una questione di fortuna. Se il film non fosse stato preso a Cannes ma ad un festival così piccolo non avrebbe avuto lo stesso successo”.

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