Walt Disney e l'Italia – Una storia d'amore – Incontro con Marco Spagnoli e la produzione

walt disney

A pochi mesi da Donne nel Mito: Anna Magnani a Hollywood, presentato nella sezione classici a Venezia 70, il critico e giornalista cinematografico, Marco Spagnoli presenta Walt Disney e l'Italia – Una storia d'amore, un nuovo documentario, contenitore di 100 filmati di repertorio estrapolati dall' archivio dell'Istituto Luce.

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Marco Spagnoli – critico e giornalista cinematografico – presenta il suo ultimo documentario, Walt Disney – Una storia d'amore, che arriverà nelle sale del circuito The Space Cinema, dal 10 al 12 febbraio, e poi sarà trasmesso su Sky e Rai da metà febbraio a fine mese. Si tratta di una 'biografia sentimentale' che narra la storia d'amore tra il creatore Walt Disney e l'Italia, attraverso immagini di repertorio ed interviste a registi, sceneggiatori, attori italiani. Anticipa l'uscita – prevista per il 20 febbraio – di Saving Mr Banks di Jonh Lee Hancock, che narra i vent'anni di tentativi intrapresi da Mr Walt Disney (Tom Hanks) per ottenere i diritti del libro, Mary Poppins, (della scrittrice P.L Travers, interpretata da Emma Thompson), per realizzarne l'adattamento cinematografico.

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Qual è la parola con la quale descriveresti il mondo Disney?

Marco Spagnoli: Direi diversità, che nella storia Disney si è fatta normalità. Riprendo una frase della disegnatrice Silvia Ziche: 'l'animazione Disney è l'erede delle favole che preparano al brutto della vita…'".Aggiungerei anche al bello. La diversità sta soprattutto nell'uso di uomini ed animali insieme, nello stare insieme delle diverse forme di vita, uno stare comune, che è bellezza, diversità dai canoni comunemente rappresentati e che per Walt Disney risulta assolutamente normale.

 

 

Qual è il rapporto tra Disney e l'Italia? Perchè ha attecchito?

Marco Spagnoli: Come dice lo storico della filosofia, nonchè sceneggiatore, Giacomo Scarpelli c'è probablimente un'affinità tra i mondi raccontati da Disney e il nostro Paese, probabilmente un'affinità da leggere anche attraverso quell'essere in fondo infantili. Negli Usa Walt Disney è considerato un tycoon, alla stregua di un grande uomo d'affari. Da noi un artista, con una storia personale, non necessariamente un uomo d'affari. Basti considerare che ogni progetto per lui ha rappresentato un vero e proprio rischio finanziario, è stato sempre esposto con le banche. Ha vissuto un enorme conflitto con il fratello, quasi ossessionato dalle questioni economiche. Ma il padre della Disney è stato il primo a fare un cartone animato sincronizzato con il sonoro, e il primo a fare un cartoon a colori.

 

 

walt disney

Come sono stati scelti i testimonial?

Marco Spagnoli: Molte tra le persone in video le conosco e le incontro per lavoro. Marco Giallini è un esempio straordinario. L'ho inserito perchè la sua passione per Disney si esprime attraverso la matita soprattutto. Ha disegnato l'ultimo fumetto che compare in video e che ho incorniciato a casa, assieme a quello di Silvia Ziche (presente in chiusura del documentario). Qualcun altro si è proposto, avendo saputo, attraverso il proprio agente, del mio lavoro, altri ancora, da noi invitati, hanno rifiutato di partecipare.

 

 

Perchè hai scelto Roy De Leonardis per parlare del doppiaggio?

Marco Spagnoli: Ho deciso che fosse Roy a parlare di doppiaggio perchè suo padre, Roberto De Leonardis, tradusse alcuni film Disney, tra il quali Dumbo, Bambi e Pinocchio per poi doppiarli. E' stato un grande doppiatore che ha anche avuto il merito di influenzare positivamente le scelte di Walt Disney. Il Romeo de Gli Aristogatti era stato pensato come gatto irlandese. L'intervento di De Leonerdis ha determinato il personaggio di Romeo che noi oggi conosciamo come gatto romano.

 

 

Nella rosa dei testimoni intervenuti mancano personalità di grande spessore quali il fumettista, Gaudenzio Capelli. Vome lo spiegheresti?

Marco Spagnoli: Abbiamo dovuto scegliere tra molte personalità. Ad esempio per la questione del doppiaggio, abbiamo optato per Roy proprio per il fatto che sul personaggio Romeo il padre è riuscito ad andare controcorrente. Ricordo che Disney è stato un uomo molto attento al doppiaggio. Spesso si recava negli studi romani per controllare che nulla fosse modificato. Quindi quello di De Leoanrdis è stato un apporto notevole che non poteva rimanere inespresso. Bisogna poi considerare che 60' sono davvero pochi, per riuscire ad inserire tutti e così accade che manchi Capelli o anche Mariuccia Ciotta, che ha scritto un bel libro sul mondo Disney, ma che non è rientrata negli intervenuti perchè per noi non è una figura direttamente riconducibile ad esso.

 

 

Le passioni degli italiani quando si parla di Disney oscillano tra la dimensione del fumetto e quella dei film d'animazione. Hai riscontrato delle tendenze specifiche verso una o l'altra nelle risposte degli intervistati?

Marco Spagnoli: C'è stato chi evidentemente ha catalizzato l'attenzione sui fumetti, chi l'ha deviata sui film targati Disney e chi, come Fausto Brizzi, ha parlato di tutto perchè ama tutto ciò che è Disney. Basti pensare che l'intervento di Brizzi si è svolto nella location della sua abitazione, piena zeppa di cimeli Disney, tanto da sembrare un set appositamente predisposto.

 

 

Hai rinunciato a qualcosa del vastissimo materiale d'archivio esistente?

Marco Spagnoli: L'archivio del settore cinema Impresa dell'istituto Luce, gestito dal Centro sperimentale, su Walt Disney è enorme ed ovviamente molte cose sono state scartate. La vastità è uno dei motivi fondamentali che hanno determinato la creazione di questo documentario ed è anche il motivo per il quale abbiamo dovuto operare delle scelte. Abbiamo cercato di trarre sequenze significative come quella di Mr Disney che, giunto alla Fiat di Torino, – uno tra i suoi tanti viaggi in Italia – viene accolto a braccia aperte dagli operai.

 

 

Come mai il documentario è presente in varie versioni?

Marco Spagnoli: La versione che avete visto oggi è quella da 52', al cinema porteremo quella da 62'. C'è un 5% in più che non siamo riusciti ad inserire ad ora e che è ancora in fase postproduttiva. Pur non aggiungendo o cambiando nulla, rispetto quanto visto oggi, presenta interventi notevoli come quello di Gianni Rodari che descrive il padre della Disney come pioniere dei nostri tempi.

 

 

Che tipo di diffusione avrà il documentario?

David Moscato (produzione The Walt Disney Company Italia): Dal 10 al 12 febbraio uscirà nei circuiti The Space Cinema, dal 13 abbiamo già fissato delle date in tour tra le città di Bologna, Napoli, Torino, Milano. Dal 20 febbraio a fine mese comparirà sui canali Sky e Rai.

 

 

 

 

 

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