Yoga Hosers, di Kevin Smith – la recensione in anteprima per Halloween

SentieriSelvaggi aspetta la Notte di Halloween con questo “Goonies con lo sguardo rivolto verso Clerks”. Lambendo i territori dell’horror grottesco, Yoga Hosers risale lungo l’immaginario 80s

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Yoga Hosers is the movie I wanted to see when I was a 12-year-old girl” – Kevin Smith

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Che il cinema per Kevin Smith sia un universo dove si fanno i conti con la famiglia è ormai chiaro da tempo. Certo, i vecchi e nuovi compagni di cazzeggio sfrenato, capitanati da Jason Mewes, continuano, più o meno prepotentemente, a far capolino (d’altronde non si tratta comunque di famiglia?), ma è a partire dai legami di sangue che Smith traccia le traiettorie attraverso le quali cinema e vita finiscono per convergere. Così, dopo averle dedicato le sue visioni più personali e intime in Jersey Girl, e filmato da buon padre le incursioni della sua piccola sul set, Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood, Clerks 2 e, infine, Tusk, Kevin

yoga-hosersSmith costruisce attorno a sua figlia la sua ultima, liberatoria e assolutamente folle sortita cinematografica, una teen comedy magnificamente delirante e ostinatamente sgangherata. Oltre al trucco sempre più posticcio di Johnny Depp di nuovo nei panni dell’improbabile detective Guy Lapointe, qui ci sono satanisti canadesi, un insegnante yoga che ha preso in prestito il nome da un cartone animato, un artista pazzo diventato scienziato nazista per frustrazione che parla con le voci di Al Pacino, Stallone, Schwarzy ed Ed Wynn, e tanti, tantissimi bratzis, ovvero bratwurst nazisti con il volto di Kevin Smith pronti, al grido di wunderbar!, a sodomizzare il Canada. Lambendo gioiosamente i territori dell’horror grottesco, Yoga Hosers prende le mosse dall’universo smithiano per risalire, complici anche le invenzioni mostruose del mitico Robert Kurtzman, lungo un immaginario tutto eighties – un I Goonies al femminile con lo sguardo rivolto verso Clerks come ha detto Smith – con la stessa yoga-hosers-inarrestabile esuberanza anarchica delle produzioni di Mel Brooks.

Ma andiamo per ordine. Protagoniste di questo spin-off di Tusk, che è anche il secondo capitolo dell’improvvisata trilogia sul True North, trilogia che, come i titoli di coda di Yoga Hosers annunciano, dovrebbe concludersi con Moose Jaws (un Lo Squalo, ma con una renna…), sono Colleen C. e Colleen M., le stesse migliori amiche dietro il bancone di un convenience store di Winnipeg che avevano incrociato la strada dell’uomo diventato tricheco. Tra dipendenza da smartphone e social network, ingegnosi cartelli inventati per andare a provare nel retrobottega irresistibili duetti rockeggianti accompagnati dalla batteria di Adam Brody, le due quindicenni Colleen interpretate da Harley Quinn Smith e Lily-Rose Depp, figlia di Johnny e Vanessa Paradis, anche lei sul set di Yoga Hosers, così come la madre di Harley Quinn, quando non passano il loro tempo a scusarsi, in un pessimo accento canadese, con i clienti insoddisfatti, si dedicano alla loro passione, lo yoga, seguendo gli insegnamenti non proprio canonici di un barbuto Justin Long.

stan-lee-yoga-hosersAbbandonate le derive di Red State e il malessere tagliente che serpeggia sotto la superficie strafottente e sboccata di Tusk, Kevin Smith si lancia a ruota libera, come non si vedeva dai tempi di Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood, in uno sberleffo senza alcun freno, dove, dopo le incursioni sul piccolo schermo, si torna a immaginare il cinema come fosse un fumetto, l’altra grande passione di Kevin, che non a caso ha chiamato sua figlia Harley Quinn, ed ecco quindi non solo lo spassoso cameo di Stan Lee, ma anche la scena del combattimento delle due Colleen contro il mostruoso Goalie Golem, debitrice del Batman televisivo di Adam West. Yoga Hosers è un film divertentissimo, infarcito fino all’orlo di battutacce, di rimandi, incomprensibili per i neofiti, a Hollywood Babble-On, il podcast della coppia Smith/Garman. E chi non capisce può tranquillamente andare a farsi fottere. E’ un film, insomma, che se ne infischia di tutto e tutti con un sornione “sorry boot that”, proprio fanno come le protagoniste perdigiorno che, per la gioia YogaHosersdi papà Silent Bob, portano fieramente avanti le tradizioni di famiglia.
Kevin Smith non deve e non vuole più rendere conto a nessuno perché, riuscendo finalmente a sconfiggere i vecchi, polverosi ingranaggi dell’industria-cinema con stretta in pugno la spada laser della rete, ha risposto alla diserzione delle poche sale che hanno ospitato il film con la congestione del web: alla sua uscita in streaming in esclusiva su FlixFling, Yoga Hosers è stato subito tolto dal free trial per eccesso di click. E allora, a conti fatti, i tanto odiati critici possono anche esser salvati dal genocidio (che pur si meritano, come sottolinea Johnny Depp, in quanto forma di vita subumana), Kevin Smith non sa proprio più che farsene di loro, visto che ormai ha deciso di girare un film tutto per se stesso, I made this for myself, e per quel seguito a sei cifre e in continua espansione, il seguito dei nerd, diventato ormai da cerchia di paria circolo magico nel quale si sogna di entrare, che Smith si è andato costruendo a suon di social network e podcast.

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