10/3/2007 – La Festa del Cinema omaggia Alberto Grifi

Domani all'Auditorium di Roma

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La Festa del Cinema di Roma, in collaborazione con Apollo 11 e la Cineteca di Bologna, rendono omaggio al più grande autore del cinema sperimentale italiano dagli anni '60 ad oggi: Alberto Grifi.
Domenica 11 marzo all'Auditorium Parco della Musica (Sala Petrassi – ingresso libero), alle ore 18.00 sarà proiettato il suo film più noto, Anna, realizzato con Massimo Sarchielli, e alle 22:00 avrà luogo la consegna al regista del Premio Speciale Festa del Cinema ("per la ricerca e l'indipendenza di tutta la sua opera cinematografica") con cui la Festa intende segnalare e consacrare il percorso inconfondibile di un filmmaker che non somiglia a nessun altro.
Espressione originale e sincera del cinema sperimentale italiano e internazionale, Alberto Grifi ha costruito il proprio lavoro intorno a una continua ricerca sui mezzi tecnici e sui modi di fare cinema, spesso forzandone i limiti e le potenzialità al fine di perseguire un'idea di linguaggio del tutto fuori degli schemi convenzionali.
Fin dalla prima apparizione della Verifica incerta, un dissacrante montaggio intellettuale di film classici americani, Alberto Grifi inventa una nuova grammatica visiva, provocatoria e in costante evoluzione. Memore della lezione di Zavattini, conosciuto in gioventù, si pone fatalmente alla ricerca della 'verità' delle immagini, documentando la vita sociale italiana di almeno tre decenni: dal film  Anna, girato in video e trasferito in pellicola attraverso il vidigrafo, ideato dallo stesso Grifi, a preziose testimonianze come Parco Lambro o Michele alla ricerca della felicità, quest'ultimo sulla condizione carceraria, retaggio delle esperienze personali dell'autore (che trascorse due anni in prigione), tutte opere destinate a suscitare disprezzo e censura in patria, tra le impettite istituzioni, ed entusiasmo nel mondo underground.
La destrutturazione del linguaggio filmico continua con L'occhio è per così dire l'evoluzione biologica di una lagrima, in cui  reinterpreta uno scarto di lavorazione di Deserto Rosso di Antonioni. Senza dimenticare i documentari didattici, l'attività come fotografo d'arte, come autore di campagne pubblicitarie e trasmissioni radiofoniche, fino alle collaborazioni con la RAI negli anni '80.
"Alberto Grifi è un maestro il cui lavoro acquista significato anche alla luce della meticolosa ricerca e sperimentazione sulle tecniche di conservazione e restauro di pellicole e nastri magnetici – afferma Mario Sesti, Direttore Artistico della Festa del Cinema – non a caso il suo lavoro ha anticipato, come accade ai veri artisti o artigiani, le tecniche digitali che dominano oggi il mercato e la tecnologia, ma facendone un uso esattamente opposto da quello attuale, come mezzo per esplorare la verità del quotidiano e dei rapporti tra individui e società".

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