Se n’è andato lo sceneggiatore preferito di Fellini
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E’ morto oggi, all’età di 100 anni (ne avrebbe compiuti 101 a giugno), lo sceneggiatore cinematografico Tullio Pinelli, uno dei più importanti protagonisti dalla storia del cinema italiano. Nato a Torino, si laurea in Giurisprudenza nella stessa città (dove è compagno di studi di Cesare Pavese), esercitando, inizialmente la professione di avvocato. Contemporaneamente scrive testi per il teatro e per la radio. Poi nel 1942 si trasferisce a Roma, dove inizia a collaborare come soggettista e sceneggiatore, per vari registi, continuando a scrivere testi per la radio. Il suo primo srcript è In cerca di felicità , di Giacomo Gentilomo del 1943, cui seguiranno sceneggiature per Mario Soldati Le miserie del signor Travet, Alberto Lattuada con Il bandito del 1946 , Raffaello Matarazzo, La fumeria d'oppio del 1947, Roberto Rossellini L'amore del 1948, Pietro Germi, In nome della legge , del 1949ì. Nel 1952 inizia la sua collaborazione con Federico Fellini, con Lo sceicco bianco, che segnerà una delle stagioni più importanti del cinema italiano, cui seguiranno, i soggetti e le sceneggiature de "I Vitelloni", "La Strada, Il bidone, "Le Notti di Cabiria", "La Dolce Vita", "8 e mezzo" ,"Giulietta degli Spiriti", "Ginger e Fred". Tra le sue oltre 80 sceneggiature per il cinema spicca anche quelle di Amici miei, di Mario Monicelli del 1975.
Ai familiari piace ricordare anche il suo impegno militante durante la guerra di liberazione. I funerali si celebreranno nella cappella della Casa di Cura Villa Sacra Famiglia, largo Respighi 6, a Roma alla Camilluccia, lunedì prossimo, 9 marzo, alle ore 11
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