11/5/2005 – In Italia non si vedono più le stelle

Lo dice il Giornale dello Spettacolo

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False star dei programmi tv saturano il mercato. Divi di carta con la data di scadenza scritta in faccia. Non esiste in Italia uno star system che ricordi, almeno in parte, quello hollywoodiano, con conseguenti ripercussioni negative sul cinema nazionale.
E' quanto emerge da un'inchiesta che il Giornale dello Spettacolo ha condotto attraverso interviste ad agenti, uffici stampa e produttori, a pochi giorni dall'apertura della 58ma edizione del Festival di Cannes. Il quadro che emerge è tutt'altro che "roseo":
"Oggi non c'è nessuno in grado di offrire delle vere garanzie al botteghino e, soprattutto, nessuno è in grado di salvare da un triste destino un progetto sbagliato" dichiara il produttore Maurizio Totti. Questa incapacità "non dipende certo dalla mancanza di artisti di talento" ma da molti motivi, tra i quali la scarsa attenzione da parte delle televisione e dei giornali che "non aiutano le star cinematografiche nostrane a diventare tali". Anche per Cristiana Caimmi, ufficio stampa di Roberto Benigni e Sabrina Ferilli: "manca davvero la voglia di far nascere delle star. Tutto è un po' casuale, perché non c'è un concetto chiaro delle relazioni con la stampa. False star, come i personaggi televisivi, saturano i giornali, invadendo completamente il mercato. Sono solo facce che affollano gli spazi e che non durano". Sull'invasione dei personaggi tv è d'accordo Saverio Ferragina, che cura i rapporti con la stampa di attori come Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno, Stefania Sandrelli, Anna Galiena e Sergio Rubini: "so che a livello produttivo questa situazione crea movimento e fa girare dei soldi, ma questi personaggi restano dei divi di carta, effimeri, con la data di scadenza scritta in faccia. Più che uno star system in Italia manca un minimo di strategia e di capacità di pianificazione". Ma a mancare, secondo Graziella Bonacchi, agente che rappresenta Pierfrancesco Favino, Valentina Cervi, Sabrina Impacciatore, Giorgio Pasotti, è anche "un ragionamento industriale: non c'è, infatti, un'industria che ci consenta di impostare un discorso di marketing. Da noi tutto si basa sull'artigianato con quello che ne consegue".
In passato le cose erano diverse? "Impossibile fare un paragone con gli anni Cinquanta e Sessanta – secondo Daniela Di Santo, agente di Stefania Rocca, Antonio Catania, Martina Stella, Elio Germano – L'Italia usciva da una guerra e la gente aveva più voglia di sognare e lasciarsi incantare dai miti. I nomi del cinema di quegli anni hanno creato uno star system di cui fanno parte, in una maniera o nell'altra, ancora oggi". Adesso, invece "basta sbagliare un film, che anche la nostra piccola star nascente può cadere rovinosamente" afferma Luisa Pistoia, rappresentante di Vincenzo Salemme, Antonio Albanese, Ottavia Piccolo. Su chi oggi possa essere considerata una vera star, Pistoia non ha dubbi: Roberto Benigni. "Quando lui sta per arrivare, ecco che tutti lo sanno e l'aspettano, a prescindere da cosa farà. Gli altri, invece, devono fare sapere, comunicare il loro lavoro".

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