11 proposte per il Festival di Roma


Abbiamo provato ad entrare nel merito dei contenuti di un Festival, compito che spetterebbe agli operatori del settore e soprattutto alla “bella addormentata”, ovvero la cultura cinematografica italiana. Abbiamo formulato, con sintesi estrema, 11 idee per un nuovo e rifondato Festival di Roma. Discutiamone…

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Roma Cinema FestivalDopo le imbarazzanti polemiche tra le varie aree politiche sulla nuova organizzazione che dovrebbe avere il Festival di Roma, la proposta dell’Anica  appare l’unica sensata, che prova a superare veti e contro veti – tutti “politici” – e riportare l’attenzione sulla qualità della Manifestazione.

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L’eventuale scelta di Marco Muller rappresenterebbe già una garanzia in tal senso, soprattutto se gli verrà lasciata una TOTALE AUTONOMIA sulle scelte generali e specifiche nel suo mandato. In tal senso come Sentieri selvaggi abbiamo cercato di non schierarci nel delirante dibattito politico istituzionale, dove era evidente a chiunque che nessuno degli interlocutori avesse ragioni da vendere (né il metodo della candidatura Muller né tantomeno il veto posto dal centro sinistra sono difendibili).

 

Abbiamo invece provato ad entrare nel merito dei contenuti di un Festival, compito che spetterebbe agli operatori del settore e soprattutto alla “bella addormentata”, ovvero la cultura cinematografica italiana. Abbiamo provato a formulare con sintesi estrema, 11 idee per un nuovo e rifondato Festival di Roma.

 

Eccole, e che si discuta sui contenuti! L’ordine non è necessariamente di priorità o di importanza.

 

 

Muller Baldini1. Rifare il Festival. In realtà il festival andrebbe abolito, è stata la peggiore idea culturale realizzata di un politico italiano degli ultimi 20 anni. Ma poiché a volte abbattere qualcosa è più costoso e complicato che “rifarlo”, si può prendere in considerazione l’idea di un NUOVO FESTIVAL (senza l’ipocrisia della Festa) con una Direzione che non abbia nulla a che vedere con le precedenti, che AZZERI tutto e riparta con un nuovo progetto. In tale senso la migliore metafora che è uscita in redazione è quella di MARCO MULLER come FRANCO BALDINI alla ROMA, con “gli americani” che provano a rivoluzionare non solo una squadra ma anche un’idea di business e di cultura calcistica.

 

2. Fine della centralità della sala cinematografica. Il cinema oggi è dappertutto e un Festival dovrebbe raccogliere la sfida del “multi schermo” (cinema, tv, computer, mobile, ecc…) sia rispetto alla produzione dei film che propone che rispetto alla destinazione dei film stessi. Ci immaginiamo un Festival che sappia restituire la complessità della comunicazione audiovisiva di oggi, sia nei formati che nelle modalità di consumo. 

 

3. Fine della centralità dell’Auditorium e del Festival “novecentesco”: che il Festival si espanda seriamente (e non con le briciole…) nella città. Da una lato riconquistando il cuore della città (con i cinema Moderno, 4 Fontane, Fiamma, Barberini avremmo a distanza ravvicinata il doppio delle sale dell’Auditorium, vicine alla Stazione e facili da raggiungere per chiunque e già destinate al cinema). Ma anche decentramento nelle varie sale e realtà cinematografiche della città.

 

Ipad cinema4. Fine del centralismo organizzativo, un gruppo esterno alle realtà cittadina che impone i suoi gusti e metodi all’intera città. Rilancio della straordinaria modernità della gestione nicoliniana dell’estate romana, con spazio dato a chi quotidianamente (Cineclub, Circoli, Associazioni, piccoli Festival, ecc..) si impegna con iniziative coraggiose e poco o niente finanziate durante tutto l’anno. Ma non prendere in giro queste realtà con micro finanziamenti ridicoli di 5.000 euro come è stato fatto in questi anni!

 

5. Fine del Red Carpet all’Auditorium come luogo della “luccicanza virtuale” del cinema. Rilancio invece del “doppio gioco dell’immaginario divistico” portando le star del cinema non eccezionalmente (Leonardo Di Caprio a Tor Bella Monaca) ma con continuità durante l’anno nei luoghi forti delle periferie della città. Restituendo i “corpi cinematografici” al pubblico che si nutre di questi insieme ai pop corn…!

 

6. Si deve osare di più nella sperimentazione dei nuovi linguaggi. Senza appiattirsi esclusivamente sull'indie americano (per carità, ottima fucina, ma a livello mondiale c'è anche tanto altro) ma portando in superficie tanto cinema internazionale che non arriverà mai nelle sale dei circuiti commerciali. Restituire all’idea di Festival quella di lanciare un cinema diverso, alternativo e complementare ai circuiti commerciali, facendo esplodere le vecchie dicotomie (genere/autore, popolare/intellettuale), per nuovi territori visivi e culturali

 

7. Via tutto il vecchio (e finto “nuovo”) establishment: servono selezionatori,bravi, liberi, autonomi e coraggiosi. Che non stiano lì perché imparentati con qualcuno o perché amici di qualcuno. Se si parte dal miglior organizzatore di Festival (Marco Muller) che gli si affianchino sguardi giovani e competenti, non necessariamente cinefili ma con la capacità di cogliere il cinema di oggi nella varie frammentazioni e stratificazioni possibili.

 

Lav Diaz8. Dare spazio al “cinema giovane”, sia nell’anagrafe dei cineasti che nello “sguardo” (Clint Eastwood e De Oliveira sono un modo diverso di essere “giovane”). Immaginare di dare spazio anche ai nuovi generi e linguaggi (i film in “videosoggettiva”, le webseries, le storie da un minuto, i film infiniti alla Lav Diaz, ecc..)

 

9. Spendere di meno. Un festival di 17 milioni di euro che la città neppure vede è un insulto per tutti. E se deve esistere deve offrire lavoro per i giovani e non sfruttarli con stage gratuiti dove non viene rimborsato spesso neppure il pranzo! Che sia occasione anche di lancio occupazionale – certo a progetto – per i giovani della città. Basta dare 70 mila euro a un selezionatore e ZERO euro ai ragazzi che ci lavorano!

 

10. Sguardo al futuro e fuori dalla politica. Che si scelga una linea e a si mantenga per 10, 15 anni, senza cambiare progetto e direttore ad ogni cambio di governo della città. La politica deve garantire le risorse alla Cultura, a gestire gli eventi culturali devono concorrere le forze culturali e produttive del cinema. I politici sono i nostri dipendenti e non devono più pensare i finanziamenti alla cultura come se fossero loro soldi che elargiscono ai cittadini. Devono essere al nostro servizio, gestire le risorse, verificare che non ci siano scorrettezze o illeciti, ma lasciare agli operatori culturali TOTALE AUTONOMIA nella gestione artistica del Festival.

 

11. Fine della "centralità temporale" del Festival. Immaginiamo sì dei momenti “forti” e altamente spettacolari con grande rilevanza anche mediatica, ma all’interno di un Festival ESPANSO, capace di trasformare Roma in una vera “città del cinema”, aperta 365 giorni l’anno. Prendiamo l’idea dei "50 gg di cinema di Firenze" e portiamola alle estreme conseguenze, ovvero “365 gg di cinema a Roma”!

 

Discutiamone…

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    30 commenti

    • Finalmente qualcuno che prende posizione sul senso di un festival. Si può condividere o non condividere queste vostre proposte ma il solo fatto di averle formulate in questo modo vi fa onore. Poi spero che la vostra fiducia in Müller sia ben riposta, ma questo forse lo sapremo presto. Se si possono aggiungere idee la mia, da non romano, ? una sola: rendete il festival accessibile per chi arriva a Roma da lontano. Dove sono gli alberghi i bed & breakfast, il metrò. Non pensate solo ad alloggiare comodamente i divi di Hollywood!

    • Sul serio prendono 70 mila euro i selezionatori? Da come vestono non sembrerebbe hihihihihihi che ridicoli!

    • Comincio dalla fine…dai 50 gg di cnema di Firenze…la più triste esperienza festivaliera che purtroppo mi tocca frequentare stando qui in Toscana…con questa soluzione si sono eliminati in un colpo solo i tanti bei festival cittadini diventando minirassegne di pochi giorni senza o con pochissime repliche, ospiti, film. fRance cinema dell'odiato Tassone è scomparsa e s'è rigenerata in un pseudorassegna che chiamano France Odeon (quanto vale di più il recnte appena concluso myfrenchfilmfestival); il FlorenceQuuerFestival propone fondi di magazzino lasciandosi scappare i veri film della stagione compiendo un peccato originale perchè li rende invisibili a molti; Il Festival delle donne e Il Festival dei popoli compliono scelte in totale distanza dall'universo festivaliero mondiale…e potrei continuare con le minirassegne di un paio di giorni che chiamano festival…dopo 50 gg il vuoto o quasi! Per Roma auspico invece un ritorno alle origini alla veltroniana FESTA!

    • Annalisa Panfili

      @giampy78. Non conosco quello che succede a Firenze ma , da romana, ti posso assicurare che quella che tu auspichi, la veltroniana festa del cinema, è una vera iattura, pensata per lanciare la sua campagna elettorale che, per fortuna di noi italiani, no ha vinto. Veltroni come politico era ed è cosi poco credibile che gli italiani gli han persino preferito Berlusconi, pensa un po'! Io mi trovo d'accordo con l'inizio delle vostre proposte, cioè, in una parola sola, ABOLIAMOLO!

    • Ma se sto Muller è Bardini, chi sarebbe Luise Enrique? Poi me sembra che mentre st'americani so venuti a portà sordi alla maggica, qua ar cinema me sembrano più vorti a risparmià sui filme che lanciano, pigliandose tutto aggratis.
      So' npo' tirchi o me sbaglio? America! Se nun cacciate i sordi, ve se magnamo!

    • L'autonomia della cultura in Italia non esiste più dai tempi di Pasolini. Quando ci sarà un risveglio intellettuale in questo Paese? I vostri punti sono una magnifica utopia, e Chiacchiari l'ultimo dei dreamers. Non vi ascolteranno, porca miseria!

    • Gli americani a Roma ci sono già stati con la Hollywood sul Tevere! La magnifica ossessione dei cinefili/tifosi della Sud di Sentieri potrebbe evaporare se si scoprisse che di americani a Roma c'è solo l'ambasciata. Meglio lasciar spazio agli Arabi allora. Il punto sono le elezioni comunlali nel 2013. Forse sarebbe meglio che la Festa di Roma saltasse un turno. Come nella serie A durante la guerra. Si ferma e si riparte quando le armi smettono di sputare fuoco.

    • I locali sono sempre contrari alle manifestazioni, soprattutto quando non hanno vantaggi diretti ma solo traffico, confusione, cambiamenti nella abituale fruizione della città…e non è un caso quindi che sia così impopolare qualunque festival peggio ancora se di grandi dimensioni…penso ai vecchietti del Lido che per 10 gg si vedono defraudati della loro tranquillità…ma non è questo lo spirito giusto per dire di abolire il Festival del Film di Roma

    • Sono d'accordo con l'idea di rifare il Festival ma di ripartire dalle origini come ho detto, dalla Festa, da una manifestazione che non punti sulla Competizione ma sulla quantità e varietà delle proposte…avendo come modelli il Festival di Toronto e quello di Rotterdam. Non sono d'accordo sulla fine della centralità della sala…perchè per quanto vogliamo cantarcela i tempi e le infrastutture tecnologiche non sono ancora mature….ma si potrebbe realizzare una piattaforma che dia la possibilità di fruire del festival anche a distanza. Benvengano collaborazioni con le realtà cittadine per una dissemniazione selettiva del festival durante i 10 gg. e con queste realizzare il cosiddetto festival esapanso. Il red carpet sia benedetto per tutto l'indotto che produce…lasciamolo dov'è…. Il nuovo cinema (il PesaroFilmFestival docet) è sempre benvenuto così come nuovi selezionatori. Per finire si sogna il Palazzo del cinem a Venezia e Roma che ce ne ha uno lo abbandoniam …

    • Dall'Auditorium il Festival dovrebbe arrivare a coinvolgere anche le tante altre sale cittadine con un servizio efficiente di navetta gratuita e non come è avvenuto vergognosamente finora e dovrebbero esser coinvolti anche luoghi come Il Palazzo delle Esposizioni, Il Vittoriano con mostre dedicate, Cinecittà con visite agli studi, Roma stessa con visite ai luoghi immortalati sul grande schermo…opportunamente rivitalizzati con istallazioni di arte contemporanea…spaziando verso performance di ospiti degni in luoghi insoliti come borgate e periferie, centri sociali, etc.

    • Non ? vero che i locali sono sempre contrari alle manifestazioni, almeno posso testimoniare che da noi a Torino non è così. Da quanto esiste il Festival si è sempre del tutto integrato con la città e ha un gradimento altissimo sia dagli studenti che dai commercianti o altri. Forse il festival di Roma è stato poco integrato e molto calato dall'alto? Io sono venuta solo il primo anno e mi sono sentita non a Roma ma in un luogo asettico e distante. Il paragone con Venezia non regge perchè al Lido hanno solo il Festival, e senza di quello sparirebbero dall'attenzione di tutti. E forse alcuni lo vorrebbero.

    • Rusty il selvaggio

      Ottima iniziativa questa di essere propositivi piuttosto che sempre critici e basta. Se questo diventasse il costume culturale staremmo tutti meglio e non dovremmo subire le angherie dei politici. Alemanno, Polverini, Zingaretti stanno tutti utilizzando questo festival per fini puramente elettorali, mentre spaventa il silenzio di tutti gli operatori culturali. Complimenti ad ANICA e Sentieri selvaggi per avere detto chiaramente cosa pensano di questa faccenda. Un'idea: ma se lo si facesse durante le feste di Natale? Escono sempre pochissimi film, tutti han più soldi e più tempo, e sono certo che le sale si riempirebbero, per la felicità di tutti. Sarebb un bel regalo di Natale!

    • Marcella ottoemezzo

      Io però il redcarpet lo lascerei, un po' di glamour che male puo' fare? Forse se lo si facesse su via Veneto sarebbe piu' affascinante che all'Auditorium. Mi piace l'idea di estendere il festival nelle periferie e coinvolgere i cineforum (ma ci sono?), però io voglio vedere i film nelle belle sale cinematografiche con tutta la qualità possibile

    • Il festival di Roma è indifendibile e la Detassis una marionetta con dei gustida vecchia signora inglese. Perfetta per il vecchio immortale democristiano, ma che dio ce ne liberi da questa città . Almeno Müller è romano. Per me o Müller o che muoia sto festival del c….

    • Il festival di Roma è indifendibile e la Detassis una marionetta con dei gustida vecchia signora inglese. Perfetta per il vecchio immortale democristiano, ma che dio ce ne liberi da questa città . Almeno Müller è romano. Per me o Müller o che muoia sto festival del c….

    • Marco Albanese - Stanze di Cinema

      Io direi innanzitutto: basta con la guerra delle date con Venezia e Torino. Spostiamo Roma in un altro periodo dell'anno.
      Metà dei suoi problemi derivano dalla sovrapposizione e quindi dalla concorrenza con due festival che hanno una storia forte e ben consolidata.
      E' la cosa più semplice da fare.

    • LucyInTheSky (With Diamond)

      Il Festival espanso è una bella metafora al contrario del Festival attuale, che invece è chiuso su se stesso e il proprio ombelico. Le vostre proposte sono ambiziose e rivoluzionarie, se anche ne passassero solo un paio già si farebbe un prezioso salto in avanti. D'accordo con Marco Albanese sul cambio di date, non deve essere un-alternativa a Venezia, ha senso solo come luogo diverso dove il cinema si insinua nelle tracce dell-archeologia della citta

    • Soprattutto fuori la politica dalla gestione dei festival!

    • OccupyFestivaldiRoma

      Cinema asiatico, americani non mainstream,, cineasti estremi, videoarte, documentari, indipendenti, film contro le banche, rock Movie, horror, noir, xxx, Rossellini e Tsukamoto! Via questi buffoni, politici e selezionatori . Via Rondi, flagello del cinema italiano!

    • Trovo le proposte molto interessanti, mentre non credo sia utile il gioco Muller/Detassis che state facendo su Facebook. Parliamo, parlate di contenuti, come questo articolo, lasciate i giochetti dei quiz ad altri, che non son degni di voi. E poi son sempre truccati i sondaggi, chiunque vinca. Noi lettori siamo invece interessati a conoscere i punti di vista degli addetti ai lavori. Che dicono?

    • a parte Muller – lui non lo cambiamo mai?? – molto d'accordo

    • E' un grande festival, cresciuto in pochi anni. Il vostro giochino appare disonesto da anni, dove non siete mai stati obiettivi su questo evento (e anche su altri). Perché Roma non può avere un festival gestito così? Si sono visti grandi attori e grandi film oltre alla sezione Extra che è una rivelazione continua. Lo volete fare voi il festival? Mi immagino che combinate ahahah

    • Forse @polemico è uno di quelli (pochi) che da questo Festival ci guadagna e anche bene. Che si siano visti grandi film al Festival di Roma è assolutamente insostenibile, mentre la sezione Extra è un contenitore di tutto quello che non è abbastaza mainstream da stare nei concorsi ufficiali, senza alcuna indicazione o percorso teorico o di senso. Da questo articolo sembra che semmai Sentieri lo voglia togliere come peso dalla città, non mi sembra che si candidino a dirigerlo. La mia opinione è che neppure Muller potrebbe salvare questo scempio. Ma Mario Monti non puo' dire di noi ai contributi al Festival come per le Olimpiadi? A Roma il Festival non serve, nè ai romani. Mandiamo via questa casta!

    • @polemico: un grande Festival??? Cresciuto in pochi anni??? Ma dove??? Quest'anno non c'era una, nemmeno UNA star degna di nota; i film erano pressochè insignificanti, tranne poche eccezioni; l'unica anteprima importante era TinTin che usciva in sala il giorno dopo!!!!!!!! Ma che anteprima era se usciva in sale poche ore dopo? Insomma, il bilancio non è stato fallimentare, è stato TRISTE, che è molto peggio….

    • @giggierbullo se Muller è Baldini pigliamo Brad Pitt come Direttore Sportivo!

    • Giorgio eXtreme

      Plauso a voi, per queste idee, e al coraggio che avete a manifestarle pubblicamente. Ma non vi illudete, non vi ascolteranno. Anche se sono idee giuste e popolari chi gode degli interessi attorno a questo festival non permetterà che gli vengano sottratti per restituire la "sovranità" al popolo.
      Avete visto come hanno attaccato Celentano per il suo monologo contro la Consulta e i referendum? Ci vuole la rivoluzione per cacciare questa gente. Un nuovo 1789. E le teste rotoleranno via…

    • Ho letto dell'incontro della Detassis con i 100 autori alla libreria del cinema. Ma di cosa stanno parlando? Di chi è il festival? Dei registi e degli operatori del cinema? Ma lo hanno dimenticato che lo ha creato Veltroni per la sua lunga campagna elettorale? Lo scontro di oggi tra Alemanno/Polverini e Zingaretti è figlio di quell'intervento della politica nei Festival, che ha avuto le sue conseguenze anche sul Torino Film Festival, come voi di Sentieri selvaggi avete ben documentato. Perchè i registi si prestano a questo gioco delle parti? Perchè sperano di ricavarne vantaggi produttivi dal possibile ritorno del Partito Democratico al Comune? Ma non capiscono che si fanno utilizzare dai politici per i loro sporchi giochi? E perchè Muller non parla? Che schifo…

    • Sono felice che più di qualcuno lo dica in questi commenti: questo festival è indifendibile da ogni punto di vista (logistico, creativo, di prestigio, eccetera). E viene difeso, con grandi prove di arrampicamento sugli specchi, solo da chi ha un interesse. Del resto gli italiani sono maestri in questo: sintonizzare le proprie "idee" sul proprio interesse materiale. Magari la rivoluzione potesse partire da OccupyFestivaldiRoma…

    • Leggo ora da voi che domani si decide del futuro del Festival. chi decide? I politici e il vecchio andreottiano? Possibile che non ci sia un rigurgito che rifiuti questa gestione delle risorse pubbliche da parte di una stretta cerchia di affaristi? Voi avete scritto le vostre idee, alcune condivisibili, altre meno, ma dove sono le altre proposte? Qualcuno lo sa? Che vergogna. Scommettiamo che troveranno una soluzione temporanea che manterrà la struttura e chi ci guadagna a spese dei cittadini? Altro che Grillo, qui ci vuole una rivoluzione!

    • Fico, lo avete fatto leggere a Müller ?