12/7/2001 – I pirati conquistano Hollywood

Tomb Raider, Shrek e Pearl Harbor: in un solo mese un milione di bootleg scaricati dalla Rete
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Tomb Raider, Shrek e Pearl Harbor: tre film al top del box office e simbolo della grandeur cinematografica delle major. Una potenza di fuoco che rischia di essere messa in crisi dal nemico di sempre: la pirateria. I tre titoli infatti sono anche nella top ten dei film più piratati nel mese di giugno in contemporanea con la loro uscita nelle sale. E non solo questi. La classifica dei film pirata è composta da quasi tutti i successi più o meno recenti: Snatch, Traffic, Matrix, Hannibal, Il gladiatore, X-Men, Fuori in 60 secondi. Sarebbero circolate solo a giugno quasi un milione di copie pirata, il doppio rispetto alla media del mese prima.

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E' il rapporto stilato da Media Force, una società che si occupa di sicurezza contro la violazione digitale dei diritti d'autore. Numeri e titoli che sono bastati per mandare in fibrillazione la già suscettibile Hollywood che almeno da un anno è scesa in trincea contro la pirateria che grazie a Internet ha rafforzato i suoi canali di distribuzione. Tradotto in cifre, le major perdono a causa della pirateria qualcosa come 5 mila miliardi di lire all'anno.

Come sottolinea pesantemente Aaron Fessier, amministratore delegato di Media Force: "la pirateria online è la vera minaccia per l'industria cinematografica. Lo dimostra il fatto che stiamo parlando di tre dei film della top ten del botteghino". E conclude: "La pirateria cinematografica sta diventando un fenomeno di massa".

Insomma, c'è una buona fetta di spettatori che – seppur difficile da quantificare visto che tutto il traffico si svolge su Internet – non va al cinema a vedere l'ultimo kolossal sull'attacco dei giapponesi alla base americana di Pearl Harbor ma se lo vede tranquillamente scaricandoselo da casa. La ricerca, fatta comunque da una società che è parte in causa nella lotta alla pirateria, dimostra comunque una cosa sicura: che il fenomeno non è più legato soltanto al mercato dei Dvd decrittati ma è in crescita per i film che sono appena stati distribuiti nelle sale.

Come fanno i pirati a distribuire titoli di anteprime assolute? E' un processo semplice. Qualcuno riprende con una videocamera digitale il film in sala o riversa una copia delle pellicola. Poi usa un programma di compressione, scompone i dati in pacchetti, spesso crea copie di file che servono per depistare eventuali meccanismi anti-hacker e mette tutto a disposizione in Rete. I canali privilegiati sono i sistemi "peer-to-peer" (collegamenti da computer a computer sull'esempio di Napster o Gnutella), o le messaggerie istantanee.

I sospetti che i pirati siano o abbiano agganci con chi lavora nella produzione sono sempre stati fortissimi ma fino a che il fenomeno non ha assunto le dimensioni che sta mostrando, le major hanno chiuso un occhio.

Ora Hollywood deve decidere. Dopo aver messo il primo paletto con la vittoria legale della Motion Picture Association of America che si è vista riconoscere che decrittare i Dvd è un reato, non può tirarsi indietro di fronte a questa nuova minaccia. Che cosa accadrà?

Come è già accaduto in casi celebri come quello di Napster per la musica, si affrontano due diverse strategie anti-pirati. La prima è quella della repressione dura fatta attraverso un rafforzamento costante e continuo dei sistemi informatici. Un metodo difficile da attuare vista l'impossibilità di individuare fisicamente il percorso che i "bootleg" cinematografici (copie pirata) fanno in Rete.

L'altra linea di difesa è quella di rendere meno conveniente per lo spettatore affidarsi alle copie pirata dei film. Sono molti gli studios ad avere più volte annunciato l'intenzione di distribuire film in Rete sostituendosi così ai canali di distribuzione illegali. Ma come mettere in pratica, con quali sistemi, con quali tariffe e con quali strumenti per non entrare in concorrenza con se stessi resta tutto molto vago.

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