18/1/2008 – E' morto Bobby Fischer

L'ex campione di scacchi entrato nella storia in piena guerra fredda per la sua sfida con il russo Boris Spassky

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

E' morto Bobby Fischer, l'ex campione di scacchi entrato nella storia in piena guerra fredda per la sua sfida con il russo Boris Spassky. Fischer, che aveva 64 anni, è deceduto in seguito a una malattia non meglio precisata. Da molti esperti di scacchi era considerato il più grande giocatore di tutti i tempi. Soprattutto dopo che nel 1972 aveva battuto Spassky strappandogli il titolo mondiale al termine di una sfida che calamitò l'attenzione dei media di tutto il mondo. Nato negli Stati Uniti, viveva in Islanda dal 2005, quando aveva ottenuto la nazionalità islandese dopo essere rimasto per alcuni mesi in stato di fermo in Giappone. Le autorità di Tokyo gli contestavano il possesso di un passaporto americano non valido. La notizia della sua morte è stata data dalla radio islandese che ha citato un portavoce. Fischer inevitabilmente divenne un'icona del conflitto con i russi, ma volle sottrarsi alle pressioni politiche subito dopo la conquista del titolo, ritirandosi di fatto dalle competizioni. Geniale quanto eccentrico e irrequieto, il campionissimo divenne così un acceso critico del suo stesso Paese, dal quale finì per venirne esiliato. Da due anni era cittadino islandese, dopo aver rinunciato alla cittadinanza americana. La decisione di non fare più ritorno negli Stati Uniti era stata inevitabile: Fischer era ricercato negli Stati Unitiper aver disputato la rivincita con Spassky nel 1992 in Jugoslavia (a Sveti Stefan, in Montenegro, e a Belgrado) malgrado le sanzioni internazionali contro il regime di Slobodan Milosevic. Durante la presentazione del match contro Spassky, Fischer sputò su un documento del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che gli proibiva di giocare nel paese balcanico. Fischer (che dall'incontro ricavò, a quanto pare, 3 milioni di dollari) venne così incriminato e venne emesso un mandato di cattura per il suo arresto. Da allora non è più tornato negli Stati Uniti, dove avrebbe rischiato fino a 10 anni di carcere. All'indomani della rivincita con Spassky, l'americano fece perdere le sue tracce e iniziò a peregrinare per tutto il mondo. Nel 1999 rilasciò un intervista telefonica a una radio ungherese che ben presto degenerò in una violenta e per molti versi folle invettiva, nella quale Fischer sosteneva di essere vittima di una cospirazione giudaica. La radio fu costretta a chiudere il collegamento per arginare il fiume in piena delle parole del campione. Sorte analoga ebbe un collegamento con un'emittente di Manila, nelle Filippine. Alla fine si convinse a chiedere asilo politico in Islanda, paese che gli era molto caro, non fosse altro che lì aveva conquistato il titolo mondiale. L'odio verso di Bobby Fischer verso gli Stati Uniti toccò l'apice all'indomani dell'attacco alle Torri gemelle, l'11 settembre del 2001, quando l'ex simbolo della guerra fredda ebbe parole sprezzanti e si augurò che l'impero venisse «spazzato via» dai terroristi. Già nello scorso novembre Fischer – che divenne campione americano a 14 anni e il più giovane «grande maestro» di tutti i tempi, ad appena 15 anni – era stato ricoverato in un ospedale di Reykjavik per una insufficienza renale. Durante il ricovero aveva rifutato di essere sottoposto a cure.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative